10 marzo, 2008

Radio Padania: “Nebbia sparita grazie alla Lega Nord”

Al grido di "Venezia risorga, risorga Venezia!", Radio Padania dice la sua sui mutamenti climatici che stanno investendo il mondo. Senza imbarcarsi in tecnicismi su assottigliamento della fascia di ozono ed emissioni di Co2. Perché non sono le attività umane ma i mutamenti socio-politici a determinare, secondo Radio Padania, gli sconvolgimenti del clima. 

Così esposta, la tesi non sembrerebbe nemmeno bizzarra. Non è vero che atteggiamenti culturali dominanti determinano specifici sistemi di produzione industriale e di organizzazione urbana che interagiscono con l'ecosistema?  

Peccato che Radio Padania intenda affermare qualcos'altro, in un argomentare avulso al principio di causalità fisica. Tanto che il conduttore si sente di puntualizzare: non si tratta di posizione "spiritistica", ma "analogico-sincronica". 

All’origine ci sarebbe un non meglio specificato "studioso brasiliano" che avrebbe spiegato un presunto mutamento climatico verificatosi nell’altopiano brasiliano quale "effetto" dell’edificazione della città di Brasilia. Tale variazione non sarebbe da addebitarsi, secondo lo "studioso", all’intensa attività urbana - e magari al conseguente inquinamento- di una città costruita dal nulla, quasi da un giorno all’altro, bensì alla del tutto astratta nuova realtà "psicosociale" di una zona divenuta all’improvviso "regione di capitale". In virtù di una sorta di incontrollabile - e non verificabile- osmosi unidirezionale tra attività neuronica ed attività atmosferica. 

Il conduttore propone la tesi agli ascoltatori, elencando quelle che, secondo lui, sembrerebbero essere evidenze cronologiche in grado di avvalorarla: " L’11 settembre era un giorno molto bello in America, ma dall’incredibile foschia qui da noi, e da allora si è verificato qualcosa di non riconducibile alle tradizionali leggi meteorologiche: un 2002 rocambolesco; un 2003 estremamente asciutto; un 2004 ventosissimo; un 2005 dall’agosto molto piovoso; un 2006 complessivamente accettabile ma temporalesco; un 2007 tendenzialmente buono ma caratterizzato da forti scompensi climatici e da un’estate più fredda del solito". 

E se pure l’Inghilterra degli ultimi anni non conosce più "piogge bibliche" è perché "deve essere lì successo qualcosa di riconducibile al discorso socio-cultural-politico". 

La prova definitiva della validità della tesi? In "Padania", ovviamente. Le "ricerche" dello "studioso brasiliano" fornirebbero la chiave di lettura alla "evidenza di un parallelismo particolarmente accentuato tra evoluzione dirompente in senso federalistico del pensiero cultural-politico e il mutamento climatico verificatosi in Padania". 

Spiega il conduttore: "L’ultima estate di tipo tradizionale fu quella del ’79, l’anno del famoso incontro tra Salvadori, leader del partito autonomista valdostano, ed i grandi soggetti formatori di quella che sarebbe divenuta la Lega Nord. La sensibilità verso il federalismo si è accentuata negli anni ’80 per trovare definitivamente spazio in Parlamento e sui media negli anni ’90. E tra la fine degli anni ’70 e metà degli anni ’90 il clima ha subito un processo di accelerazione notevole, è aumentata progressivamente la piovosità così come si sono alzate le temperature, e, quanto alla nebbia, ora ve n’è meno da noi che non nelle valli romane, casertane e foggiane."

Il discorso si sofferma, in particolare, sul 1996, anno "assolutamente abnorme da un punto di vista climatico, con una primavera particolarmente mite ed un’estate particolarmente afosa, nonché un agosto tragicamente piovoso". Per chi non lo ricordasse, nel 1996 veniva dichiarata la "Padania indipendente". Sempre il conduttore: "Il giorno della consacrazione della Padania, in particolare, la temperatura era molto bassa e soffiava un vento elevato in un contesto, quello veneziano, generalmente non caratterizzato da particolare ventosità". 

I meteorologi tradizionali saranno in grado di registrare simili "parallelismi analogico-sincronici"? No; ecco perché il conduttore esulta per come " i meteorologi romani e napoletani " avrebbero lasciato parte del loro spazio "a quelli padani", che "per la prima volta si sono affacciati alla storia e hanno rivendicato la loro autonomia di giudizio".




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Daniele Sensi

Ho scritto sull'Unità.it e per il sito dell'Espresso. Sul sito dell'Espresso ho anche tenuto un blog. Ora scrivo per me.


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3 commenti:

  1. Ma a quale ora della giornata tirano fuori questi deliri? C'e' il caso siano gia' ubriachi? Comunque, volevo ringraziarti per il tuo spirito di abnegazione e sacrificio dimostrato nel seguire questa impareggiabile fonte di informazione per poi riferircene le perle di saggezza. E' un lavoro sporco, ma qualcuno lo deve fare... Ciao!

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  2. Grazie per il supporto ame. Qualcuno dovrà pur marcarli stretti, visto che a furia di ripetere e ripeterci che sono sono "folclore", certe esternazioni stanno divenendo una vera e propria "visione del mondo" per parte degli ascoltatori di quella radio.

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