31 agosto, 2009
28 agosto, 2009
Il video show di Berlusconi sulla (sua) televisione tunisina: "La mia tv vi porterà libertà e democrazia"
"La politica del mio governo è dare casa, lavoro, istruzione e assistenza sanitaria ai migranti"
Lo scorso 18 agosto Berlusconi è stato in visita privata a Tunisi.
La mattina un incontro con il presidente Ben Alì e, nel pomeriggio, la partecipazione a "Ness Nessma", programma di Nessma TV, la televisione satellitare tunisina acquisita, lo scorso anno, per il 50 per cento, da Mediaset e da Quinta Communications, società di produzione di Tarak Ben Ammar di cui è socio di rilievo anche il gruppo Fininvest e nel cui capitale, alla fine di giugno, è entrata, tramite la Lafitrade, pure Tripoli (che ciò possa spiegare la ratio della politica mediterranea dell’attuale governo?).
Tra un ricordo commosso del viaggio in Libia (“un evento storico e coraggioso”, lo ha definito il conduttore) ed una breve dissertazione su quello che è il ruolo della televisione e su quanto di buono ("libertà e democrazia") la (sua) televisione potrà portare alla gente del Nord Africa (“crede che Nessma TV sarà capace di cambiare il volto del Maghreb così come le sue televisioni già hanno fatto con quello dell’Italia?”, gli chiedeva la co-conduttrice), Berlusconi ha anche parlato di immigrazione. Con un discorso evidentemente non concordato con il ministro Maroni. Perché se in materia di immigrazione il presidente del Consiglio ha bisogno, in Italia, di assecondare la propaganda leghista (pacchetto sicurezza), dall’altra parte del Mediterraneo l’uomo d’affari Berlusconi ha un mercato di 80 milioni di telespettatori da conquistare. Spettatori che hanno quindi appreso di come la politica del governo italiano sia finalizzata ad “aumentare i canali di ingresso legali” e a garantire ai migranti “casa, lavoro, istruzione" e "l'apertura di tutti i nostri ospedali alle loro necessità”. Perché “pure gli italiani sono stati emigranti e quindi devono aprire il loro cuore a chi oggi viene in Italia”.
Di seguito il video della trasmissione. L’ho tradotto e sottotitolato in italiano.
18 agosto, 2009
Mario Borghezio: "I governi occidentali ci nascondono l'esistenza degli extraterrestri"
clicca per ascoltare un estratto della trasmissione
"Chiederò in sede europea che tutti gli stati membri tolgano il segreto apposto sugli avvistamenti Ufo e mi adopererò affinché anche coloro che ci rappresentano al Consiglio d’Europa facciano la stessa cosa". Lo ha dichiarato Mario Borghezio su Radio Padania Libera, nel corso di una trasmissione dedicata ai rapporti tra "padanismo e vita extraterrestre".
L’europarlamentare leghista (che s’è detto sicuro "di una volontà politica tesa ad oscurare gli avvistamenti di dischi volanti", una congiura del silenzio che coinvolgerebbe "Stati Uniti, Russia, Nato e le nostre stesse autorità militari") ha anche annunciato la prossima costituzione, a Milano, di un gruppo di lavoro che lo sostenga in questa nuova battaglia. "Tutti devono poter prendere visione di tali documenti, per poter arricchire la propria conoscenza universale, scientifica e politica", ha detto Borghezio.
La trasmissione rientra in un ciclo di appuntamenti radiofonici inaugurato agli inizi di agosto da Andrea Rognoni (conduttore che all’indomani del terremoto in Abruzzo interpretò quel dramma come presagio di un’imminente islamizzazione dell’Europa) e da Alfredo Lissoni, già volto di Telepadania.
Tra quanti chiamano in radio per offrire il proprio contributo, ci sono simpatizzanti leghisti che testimoniano di scorgere creature aliene prelevare campioni di flora nei boschi del torinese, ma anche segretari delle sezioni locali del Carroccio (Ugo Palaoro, ex assessore alla cultura e segretario della Lega Nord di Stresa) appassionati al fenomeno dei cerchi nel grano ed impegnati in una personale lotta contro i mistificatori che attribuiscono i crop circle all’opera notturna di qualche buontempone.
Scopo di Rognoni e di Lissoni è quello di contrastare la disinformazione operata da divulgatori come Piero Angela e da accademici come Margherita Hack, personaggi che in nome dell’illuminismo arrivano a negare l’evidente ("purtroppo questa è la cultura di sinistra: tutti i grossi scettici sono militanti di sinistra").
Più che alla Scienza ("troppo legata al Potere") occorre richiamarsi alla Tradizione, suggeriscono i due conduttori, quella stessa tradizione "che testimonia di avvistamenti Ufo, in Padania (l’area in cui si ha il più alto numero di ufologi), già a partire dal ‘500".
Qualche ascoltatore, tuttavia, chiede perché gli alieni dovrebbero macinarsi anni luce di viaggio per poi, una volta arrivati qui, passare il tempo a nascondersi. "Gli extraterrestri sanno che un loro atterraggio palese e pubblico sarebbe all’origine di una sicura crisi di panico", è la risposta. Risposta in sintonia con l’affermazione di un colonnello dell’aeronautica militare (ospite in studio) per il quale i governi occidentali "non vogliono dirci la verità poiché non possono fornire risposte che non siano destabilizzanti per la cultura e per l’assetto economico delle nostre società".
08 agosto, 2009
Lega, badanti e destra francese: Oltralpe parte la sfida a chi ce l'ha più duro
«I ministri ‘identitari’ che compongono il governo Berlusconi, come il leghista Roberto Calderoli che, nel 2006, aveva sfoggiato, davanti alle telecamere, una maglietta con una caricatura di Allah e che aveva affermato che la maggioranza delle badanti erano ‘operaie del sesso e corrieri della droga’, hanno ceduto e si sono piegati al Sistema! Complice di questa regolarizzazione è anche Mario Borghezio, il deputato europeo della Lega Nord accolto da quegli stessi ‘identitari francesi’ che accusano il Fronte nazionale di tutti i mali e che sempre sono pronti a dar lezioni di ‘fondamentalismo’».
Grazie all'indefesso ministro Maroni, però, gli identitari già passano al contrattacco, sbandierando l’entrata in vigore, in Italia, del reato di clandestinità.
05 agosto, 2009
"Le autorità marittime italiane tacciono sui migranti che muoiono in mare"
La denuncia di Eric Valmir, corrispondente dall'Italia di Radio France.
Traduco dal suo blog:
Allora?
Notato nulla?
Non manca qualcosa nel flusso delle informazioni di questa estate?
C’eravamo abituati… no?
Lunedì, un barcone con 340 immigrati è approdato a Lampedusa. Martedì, un barcone con 256 immigrati è approdato a Lampedusa. Mercoledì, un barcone con 122 immigrati è approdato a Lampedusa, meno di ieri (smorfia piccata dell’annunciatore che ama le cifre record, poiché gli permettono di dare un certo tono alla voce e di attirare l’attenzione di telespettatori e radioascoltatori). Giovedì, un barcone con 402 immigrati è approdato a Lampedusa (l’annunciatore si sente meglio). Venerdì, sabato e domenica è festa: imbarcazioni a volontà, con candidati all’immigrazione stretti come sardine.
Ogni estate era così, da dieci anni. E nel luglio 2009 niente. Non una barca, non un immigrato.
Un colpo di telefono alle autorità marittime del porto di Lampedusa. “Non siamo autorizzati a parlare con la stampa”. Il tono è freddo e secco. L’opposto di quella gentilezza con la quale, da anni, i guardacoste accompagnavano i giornalisti al largo per illustrare il proprio modo di operare. Questa volta, invece, impossibile persino ricevere l’informazione più elementare: il numero delle imbarcazioni di questo mese.
Mi si rimanda al comando di Palermo. Là, una risposta: “Nel mese di luglio nemmeno un immigrato è arrivato a Lampedusa; è finita, il problema è stato risolto”.
Un fischio di ammirazione. Il fenomeno dell’immigrazione Sud/Nord, Africa/Europa regolato in un mese, e senza il minimo annuncio mediatico per vantarsene. M’inchino di fronte a tanta efficacia e a tanta umiltà.
Ministero dell’Interno, uno dei collaboratori di Roberto Maroni: “Dopo che lo scorso 15 maggio la Libia ha dispiegato mezzi militari al largo delle sue coste, non parte più nessuna imbarcazione. Siglando gli accordi economici e finanziari con Tripoli, il governo Berlusconi ha messo termine al dramma dell’immigrazione”. Dunque era questo il prezzo da pagare: 5 miliardi di euro. Simile logica, a seguirla, presuppone che Gheddafi poteva frenare l’emigrazione. Dunque egli si sarebbe servito del dramma dei flussi migratori come strumento di pressione per ottenere quanto voleva. Una moneta di scambio.
L’Organizzazione internazionale per le Migrazioni, che tanto si dà da fare a Lampedusa così come in Tunisia e in Libia, denuncia regolarmente, sulle coste nordafricane, violenze e maltrattamenti commessi all’interno dei campi di detenzione in cui vengono “stipati” gli aspiranti immigrati venuti dal Sahel. Si parla di sevizie e di tratta di esseri umani.
Non parte più nessuna imbarcazione… Mi tornano alla mente le parole del cardinale Maradiaga pronunciate nel corso dei nostri incontri: “Il Nord non avrà mai abbastanza muri d’acciaio per poter trattenere la valanga dell’immigrazione irregolare”…
Un colpo di telefono a Pierluigi e Damiano, due pescatori di Lampedusa incontrati sul posto durante la registrazione di “Ciao Ragazzi” (trasmissione di approfondimento in onda il sabato su France Inter, ndt). Allora è vero? Non più una barca a Lampedusa? Tutti bloccati in Libia?
“Sì e no”, mi rispondono… “Nemmeno un arrivo a Lampedusa, ma, al largo, i pescherecci continuano ad imbattersi in cadaveri, resti umani… meno di prima, ma comunque succede ancora. Immaginiamo che talvolta i guardacoste recuperino i sopravvissuti per condurli in Libia, come avvenuto lo scorso maggio. Tutto è organizzato perché le imbarcazioni non arrivino più a Lampedusa. Ma al porto e in città, se ne parla, si vuol sapere.. Visto che la notte gli elicotteri non smettono di girare”.
Federico Miragliotta, direttore del centro di soccorso e di prima accoglienza di Lampedusa: “E’ vero, la strategia è, chiaramente, che le barche non arrivino più a Lampedusa ma che aggirino l’isola”. Il 17 luglio, 122 immigrati sono sbarcati a Siracusa. E saranno trasferiti a…
… a Lampedusa, in cui il nuovo centro di detenzione è quasi pronto. Costruito a tempo record. In un Paese in cui oramai l’immigrazione clandestina è un delitto, Lampedusa sarà l’isola in cui verranno reclusi questi criminali d’un genere nuovo.
Gli abitanti di Lampedusa manifestano.
Il sindaco si fa portavoce della causa: “Non vogliamo divenire la Guantanamo dei clandestini, ci sono altri modi per soccorrere quelle povere persone”. Questo sindaco, Bernardino de Rubeis, è stato chiamato a rispondere, il 21 luglio, del reato di concussione, tirato in ballo da un imprenditore siciliano. Vogliono farmi stare zitto, ha dichiarato per difendersi.
Tacere.. Una buona idea. I migranti continuano a morire in mare, ma poiché le autorità marittime non emettono più alcun comunicato, l’informazione non viene diffusa… Tacere un problema equivale a negarne l’esistenza. E funziona.
Eric Valmir, 1.08.2009 (traduzione di Daniele Sensi)