22 giugno, 2010

18 giugno, 2010

Qui Padania, è radio delirio

"I trans sono immondi cessi umani, aborti della natura, stranieri che sono qui a buttare malattie... Ci vorrebbe un'azione più incisiva, più aggressiva, perché i tempi sono maturi e la gente ci seguirebbe: non possiamo fare le espulsioni di massa come in Germania? ".

Benvenuti su Radio Padania Libera, l'emittente con i cui ripetitori, da vent'anni, il Carroccio irradia odio xenofobo, omofobo ed antimeridionalista in tutto il nord Italia, in Emilia, in Sardegna e, via web, nel resto del paese. Diciassette ore di diretta al giorno, sette giorni su sette, col best of della giornata mandato in replica fino all'alba, quando Sammy Varin, ex voce di Radio Italia e dispensatore di consigli per i militanti meno scaltri ("Su Facebook non aderite al gruppo 'bruciamo i rom', non date pretesti alla sinistra per attaccarci"), all'urlo di "Padania sveglia!" dà il via alle danze.

Un paio di uomini in cabina di regia per una dozzina di conduttori che si alternano, senza sosta, alla conduzione di una teoria infinita di rubriche: giardinaggio, cucina, bellezza, amici a quattro zampe, musica jazz, musica classica, cinema, sport. Ma anche uno spazio settimanale per i " Giovani padani " ("Andare coi travoni è da cani, i trans andrebbero chiamati bestie"); uno per l'"Associazionismo padano", curato da Renata Galanti , già collaboratrice di Luca Zaia al ministero delle Politiche agricole ("Ognuno si deve alimentare secondo il dna dei propri genitori: chi viene dal Meridione non deve integrarsi completamente con le abitudini alimentari del nord, altrimenti saranno inevitabili i disturbi di stomaco"); un altro dedicato alla " Cultura padana " ("Non vogliamo vedere film dove gli omosessuali si slinguano tra di loro; la depravazione morale sta raggiungendo il suo limite estremo arrivando a superare la cattiveria con la quale Hitler ha mandato milioni di ebrei a morire: crepate, voi che ci date dei moralisti e dei bacchettoni, crepate con Satana!"); un altro ancora affidato dalla diaspora dei " Padani nel mondo " ("Una delle più importanti figure sciite ha profetizzato la fine del mondo a seguito dell'ascesa al potere, in Occidente, di un nero alto di statura: Barack Obama è l'Anticristo"); e tante, tantissime telefonate di militanti e simpatizzanti ("Accoltellarli è troppo, però ai gay due calci nelle palle li darei anch'io").

Nel palinsesto non mancano ovviamente finestre consacrate agli amministratori locali, il fiore all'occhiello del radicamento territoriale leghista: intraprendenti presidenti di provincia (Ettore Pirovano, deputato e presidente della provincia di Bergamo) che annunciano di star predisponendo, nei pronto soccorso, canali preferenziali per "i nostri anziani, altrimenti i medici si dimenticano di assisterli, presi come sono dalla febbre di curare i clandestini"; frustrati consiglieri comunali che proprio non riescono a darsi pace per via di quelle associazioni e di quei sindacati che aiutano i rom "in modo esagerato, informandoli su leggi che vengono a discapito di noi cittadini, tanto che, quando andiamo a sgomberarli, loro, chissà come, sanno che se il terreno è di proprietà c'è bisogno della richiesta del proprietario"; ancor più frustrati assessori comunali (Massimiliano Orsatti, assessore al Turismo, Marketing territoriale e Identità del comune di Milano) che si spiacciono per la "recrudescenza di zingari" , ma "ahimè molti di loro sono cittadini italiani, e se non commettono reati non puoi smuoverli"; e loro omologhi regionali (Massimo Zanello, assessore alla Cultura e all'Identità della Regione Lombardia) che probabilmente credono che anche la storia della cicogna abbia un fondo di verità: "Mica è necessario prendere le impronte a tutti i rom, ma solo ai loro bambini, perché che gli zingari rubino i bambini è una cosa che nelle nostre famiglie si dice da sempre, quindi qualche episodio si deve pur essere verificato. E poi se non hanno niente da nascondere che problema c'è?".

Talvolta, in eccesso di zelo, Radio Padania arriva persino a sbugiardare i suoi più alti vertici. Nei giorni in cui Roberto Maroni assicurava che con l'emendamento sui medici-spia non si aveva intenzione di tenere i migranti irregolari lontani dagli ospedali, un paio di conduttori commentavano così quello stesso emendamento: "La legge non è ancora stata approvata e già è stato abbattuto del 20% il numero delle prestazioni sanitarie: pensate le cose che si potrebbero fare per i nostri anziani e per i nostri disabili con tutti i soldi risparmiati dalle cure dei clandestini".

Anche Radio Padania, però, ha un cuore. Gennaio 2010, terremoto ad Haiti; l'Umanitaria Padana, una delle innumerevoli associazioni che fanno capo al Carroccio, si mobilita con un conto corrente.
Questo l'appello diffuso in radio "Aiutiamo la gente nel loro paese. Per evitare l'immigrazione selvaggia nel nostro". 

Daniele Sensi (per l'Espresso)

17 giugno, 2010

14 giugno, 2010

10 giugno, 2010

04 giugno, 2010

Roberto Cota è illegale

Ce lo ricordano i Radicali:
"La legge 154 del 1981 specifica agli articoli 4 e 6 che la carica di parlamentare è assolutamente incompatibile con quella di consigliere di Regione. Chi si trova in questa situazione, come Roberto Cota, ha dieci giorni di tempo dal momento in cui è sopraggiunta l'incompatibilità per decidere quale delle due cariche ricoprire. Nel caso di Cota però questo non è successo, lui non ha scelto".

Update, 7.06.2010: più che illegale, Roberto Cota è un gran codardo.