05 novembre, 2013

Sezione Lega Nord al ventitreenne Said Chaibi (Sel): «Questa mer** di marocchino va dissolto!»

«Questa merda di marocchino va dissolto!!!!!!!!!»: lo scrive, su Facebook, rilanciando il link di uno dei tanti siti anti-immigrazionisti che giocano allo stravolgimento di notizie e dichiarazioni pubbliche, la sezione della Lega Nord di Ostiglia, nel mantovano, all'indirizzo del ventitreenne di origini marocchine Said Chaibi, consigliere comunale di Sinistra ecologia e libertà a Treviso.

 

Il link "Treviso: Corano e 'prove di burqa' alle bambine italiane" fa in realtà riferimento ad un "corso di lingua e cultura araba" inserito tra le attività didattiche di un istituto comprensivo trevigiano, promosso in collaborazione con l'associazione InterMed Cultura, che spiega: «I bambini dalla terza alla quinta avranno la possibilità di imparare l’alfabeto arabo, la storia e la cultura da cui provengono tanti loro compagni».

(per il blog dell'Espresso)

25 ottobre, 2013

Radio Padania: «Il nostro futuro deciso da una negra»

«C'è il famoso effetto boomerang del migrante, per cui noi lo vorremmo rilanciare in Europa e quindi fiuuuuum!, tiri il boomerang verso l'Europa, ma, dopo, l'Europa ce lo riporta indietro. Il nostro futuro è vedere ciabattare i migranti avanti e indietro, aiutati soprattutto dalla Chiesa con le vostre offerte. La cosa mi dispiace tantissimo, perché un'offerta alla Chiesa la si dà sempre, soprattutto se aiuta la nostra gente, ma ora è ufficiale, le offerte della Chiesa andranno tutte ai migranti, ai migranti che migrano, flap-flap. Noi non valiamo niente, la nostra Italia deve cambiare identità, dice la Kyenge, e voi ditemi un po' se questo è il nostro futuro e se questo futuro dev'essere deciso da una negra».

È Sammy Varin, speaker di Radio Padania. Questa mattina:

 

(per il blog dell'Espresso)

17 ottobre, 2013

Consigliere leghista: «Capitano Priebke, presente!»

«Lo Stato ti chiede di essere assolutamente contrario a qualsiasi espressione o manifestazione che possa anche solo dare il dubbio che tu non condanni fermamente Erich Priebke. Ovviamente io la penso in modo un po' diverso. Tutti quelli che sono odiati da tutti, a me stanno simpatici, perché se sei odiato da tutti un motivo di domandarsi il perché c'è e, probabilmente, se sei così odiato, forse è perché... può anche venire il dubbio che tu sia dalla parte giusta». Lo dichiara, su Radio Padania, nel corso della rubrica settimanale dei Giovani padani di Verona e del Veneto, Francesco Vartolo, consigliere di circoscrizione scaligero della Lega Nord. Che su Facebook, nel 'gruppo chiuso' della trasmissione, rilancia: «Capitano Priebke presente!», postando un brano del gruppo nazirock veronese 'Gesta bellica'.


 

Update 6.12.2013. Francesco Vartolo insulta Mandela, Tosi lo espelle. «Finalmente il terrorista Mandela, belva assetata di sangue bianco trasformato in eroe dalla propaganda mondialista, si troverà di fronte a tutta la gente che ha fatto ammazzare con le bombe nelle chiese o con i copertoni incendiati intorno al collo». Così Francesco Vartolo, su Facebook, in merito alla morte di Nelson Mandela. Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia prende le distanze e condanna le parole del consigliere leghista. Flavio Tosi, segretario della Liga Veneta, ne annuncia l'espulsione dal movimento.

Update 14.02.2014. "La Lega perdona Vartolo. Espulso da Tosi viene reintegrato da Bossi"

(per il blog dell'Espresso)

11 ottobre, 2013

Radio Padania sui Centri sociali: «Bestioline puzzolenti, le femmine disgustose da vedere»

Corteo della Lega, domani a Torino, contro l'immigrazione clandestina. Centri sociali, ma anche Rifondazione Comunista, Arci, Cgil e coordinamento 'L'Italia sono anch'io', hanno annunciato una contromanifestazione e sit-in antirazzista. Pierluigi Pellegrin, conduttore di Radio Padania Libera,  non l'ha presa bene:

 

(per il blog dell'Espresso)

02 ottobre, 2013

«Con la Televisione di Fatima e Radio Padania apriremo gli occhi alla gente»

Mario Borghezio in Canada alla Conferenza mondiale dei 'fatimisti' 



In origine erano 'Padania cristiana' e 'Cattolici padani', le due ben distinte associazioni di riferimento della variegata anima cristiano-cattolica dell'universo leghista. Tradizionalisti, preconciliari e facenti capo a Mario Borghezio, i primi; conciliari, devoti al Santo Padre e presieduti dal senatore Giuseppe Leoni, i secondi. Una geografia liturgica e pastorale (vissuta come fatto politico da Borghezio; come fatto prepolitico, o collaterale alla politica, da Leoni) che, nella nuova Lega, ossia in ciò che della Lega rimane, va ridefinendosi.

Così, mentre 'Padania cristiana' sparisce dal sito web dell'associazionismo padano (dove sopravvive, curiosamente, il riferimento a 'Padania calcio', 'team manager, Renzo Bossi'), e mentre Giuseppe Leoni, fondatore, insieme a Bossi e consorte, della Lega, dà vita all'associazione 'Padania libera', con Maroni che minaccia improbabili espulsioni (quasi una rivalsa per la scomunica lanciata a suo tempo da Bossi all'associazione 'Terra insubre', un cui tesserato eccellente era proprio l'attuale segretario federale del Carroccio), Mario Borghezio dismette i panni del fanatico sedevacantista e benedice «il Padreterno per averci dato un papa come Papa Francesco».

Un cammino spirituale, votato al cosidetto 'secondo segreto di Fatima' (il mondo si salverà se la Russia verrà consacrata al Cuore Immacolato di Maria), una cui prima tappa è ben nota: ottobre del 2012, Borghezio e Lorenzo Fontana, pure lui europarlamentare della Lega, annunciano che porteranno la statua della Madonna di Fatima (una delle 25 che Papa Paolo VI benedisse in occasione del 50mo anniversario dell'apparizione) in processione a Strasburgo, ma, a un giorno dall'evento, la statua viene smarrita allo scalo merci di Amsterdam. Verrà ritrovata qualche giorno più tardi, a "processione" avvenuta.

Solo un anno prima, grazie all'interessamento di un altro Fontana, Attilio, sindaco di Varese, i leghisti dell'associazione 'Padanassistenza' si erano invece affidati alla -a quanto pare proverbiale- puntualità della Madonna di Medjugorje. Questo il comunicato su Radio Padania: «Giornata di preghiera coi veggenti di Medjugorje al Palazzetto dello Sport di Varese, dalle nove della mattina fino alla sera, con apparizione alle sei meno un quarto»..

La Madonna dovette dar loro buca pure quella volta, per la verità, se, a distanza di nemmeno due mesi, una delegazione di 'Arte Nord', altra associazione leghista, se ne andò in pellegrinaggio a Lourdes, per chiedere che la Padania fosse finalmente riconosciuta. Quella stessa estate, Maroni veniva eletto segretario e la Padania spariva pure dagli slogan del partito. .

Borghezio, lui, non demorde ed insiste con la Madonna di Fatima. Agli inizi di settembre, un comunicato stampa annunciava l'intervento dell'europarlamentare alla Conferenza mondiale dei 'fatimisti' in programma in Canada, alle cascate del Niagara, per la metà di quello stesso mese. E così è stato. Un intervento che si è aperto dando lettura di un messaggio dell'onorevole Erminia Mazzoli, Pdl, presidente della Commissione per le petizioni al Parlamento europeo («L'obiettivo di riconciliare la Russia alla fede, nella devozione al Sacro Cuore della Madonna, è stato affidato anche al Parlamento europeo attraverso una petizione che invoca una decisione Ue in questa direzione»), cui sono seguiti 30 minuti degli -immancabili- riferimenti cospirazionistici a Club Bilderberg e Trilateral Commission («solo il Padreterno sa quanto sia grave ed evidente l'intervento di questi poteri occulti che manovrano dietro le quinte») ed una richiesta, indirizzata a via Bellerio: «Spero di poter ottenere, da una radio molto diffusa nel nord del mio Paese, Radio Padania, uno spazio per divulgare i messaggi che arrivano dall'associazione 'Amici della Madonna di Fatima', proprio per aprire gli occhi della nostra gente». 

Spronato dalla «coincidenza delle parole profetiche di Fatima» col ruolo giocato dalla Russia nella crisi siriana (una coincidenza che «ci ha indicato un dovere, a noi che crediamo in questa associazione»), Borghezio ha quindi dato appuntamento «per il prossimo incontro», ossia per la Giornata mariana che si terrà il 13 ottobre in Piazza San Pietro: «Spero ci sia la possibilità di diffondere, almeno nella città eterna, almeno nella Città del Vaticano, scritti significativi che aprano gli occhi su questa fase, forse terribile, della storia mondiale». Il tutto nello spirito di «quei valori di umiltà, obbedienza e povertà, come ci si insegna Papa Francesco».

Sembrano lontani i tempi in cui il lefebvriano don Floriano Abrahamowicz, padre spirituale di 'Padania cristiana', dalle onde di Radio Padania esortava gli ascoltatori «a rifiutare i sacramenti e il catechismo della Chiesa romana» e «a disertare le stesse strane messe in latino» che l'allora Papa Benedetto XVI veniva dal concedere, accingendosi così a revocare la scomunica che da 20 anni pendeva sulla Fraternità sacerdotale San Pio X di Marcel Lefebvre. Don Floriano metteva in guardia: «È la Chiesa conciliare tutta intera ad essere in realtà alleata di quei poteri forti che mirano al dominio del mondo secondo un disegno anticristico»

Tuttavia, da qualche tempo, è ora talvolta ospite di una rubrica pomeridiana di Radio Padania, un altro lefebvriano, don Francesco Ricossa, dell'Istituto Mater Boni Consilii, istituto che considera in qualche modo illegittimi, poiché in peccato di 'eresia modernista', i pontificati successivi al 1965 e che pertanto, a partire da quella data, ritiene vacante lo scranno pontificio. «Scalfari pone una domanda precisa, a Bergoglio: 'La storia dimostra che il Dio degli ebrei, sostanzialmente, ha fallito. Come mai, cosa non ha funzionato?'», commentava, settimane addietro, a proposito del pubblico carteggio tra Scalfari e Bergoglio, il conduttore di Radio Padania, rigirando la domanda a don Ricossa. Che così rispondeva: «Non c'è risposta (da parte di Bergoglio, ndr), c'è solamente un accenno alla Shoah (...), mentre i profeti, nella Bibbia, hanno sempre mostrato che i castighi che hanno colpito Israele sono venuti dall'allontanamento, dall'infedeltà nei confronti di Dio»..

Di seguito, 'catturati' da 'Fatima Tv', stralci dell'intervento di Borghezio alle cascate del Niagara.

 

 

(per il blog dell'Espresso)

27 settembre, 2013

«Quell'amore sensuale per la Merkel che richiama le fasi anale e orale di Freud»

Su Radio Padania l'analisi «psicanalitica e inconscio-simbolica» delle elezioni tedesche 
 
«Il popolo», anzi «l'iperpopolo tedesco, ama la Merkel per l'antica devozione verso la Terra Madre, una figura femminile che capovolge la figura maschile di Adolf Hitler, rappresentando quel grande amore che la Germania non aveva mai saputo vivere fino in fondo. È un amore passionale, un amore sensuale, perché quella donna è una donna che parla di cibo per il modo in cui si presenta, parla di tutta una serie di gamme che Freud aveva analizzato, dalla fase anale e orale». E ancora: «La Merkel rappresenta l'Europa nella sua concezione più tribale e atavica, partendo dal Ratto d'Europa di Zeus nei confronti di quella giovane fanciulla di Creta che, evidentemente, col passare del tempo, è diventata così imponente, mettendo qualche grammo di ciccia in più, da diventare onnicomprensiva rispetto al continente stesso man mano che la UE è nata e cresciuta inglobando 27 Paesi». Su  Radio Padania, il professor Andrea Rognoni, direttore della rivista (fondata da Mario Borghezio) 'Idee per l'Europa dei popoli', responsabile dell'associazione leghista 'Arte nord' e conduttore della spazio 'Cultura padana', promuove un'analisi psicanalitica delle ultime elezioni tedesche.  

Un'indagine collaborativa, aperta al contributo di ascoltatori e militanti, una doverosa esplorazione sul piano dell'«inconscio simbolico e del simbolismo inconscio» per chi «ama la psicanalisi e sa che la psicanalisi ha qualcosa da dire». Perché, spiega Rognoni, «il mondo padano ha fatto spesso da cuscinetto tra il mondo italiano vero e proprio e quello tedesco, basterebbe ricordare quello che è avvenuto nell'ultima parte della Guerra mondiale, con la Repubblica di Salò e il mondo partigiano, così agguerrito contro tutto quello che è teutonico per tradizione».

Qui sotto, l'audio.

 

(per il blog dell'Espresso)

03 agosto, 2013

Assessore leghista alla Kyenge: «Mussulmana di mer**»

«Vaffanculo mussulmana di merda»: lo scrive,  su Facebook, Giuseppe Fornoni, assessore leghista allo Sport, Tempo libero, Commercio e Attività produttive di Lograto, nel bresciano, commentando una notizia relativa al confronto tra il ministro Kyenge e il sindaco di Varese, Attilio Fontana, tenutosi la scorsa settimana alla festa del Partito democratico di Cantù.

"Camicia verde della prima ora", come si definisce nel proprio profilo Facebook, Giuseppe Fornoni, per la verità, non disdegna altre "nostalgie". 

(per il blog dell'Espresso)

03 luglio, 2013

Hack, lo strambo "elogio" leghista

«Guardate, signori, che la scienza non ha in mano le chiavi per capire la realtà: attraverso un certo tipo di scuola, e tramite i mass media, i nostri ragazzi vengono drogati, dopati mentalmente su questo valore assoluto della scienza. Ai nostri ragazzi viene fatto il lavaggio del cervello». Radio Padania ricorda Margherita Hack, la 'signora dell'astrofisica italiana' spentasi sabato scorso all'età di 91 anni, mettendola sotto 'processo', assieme alla scienza tout court.

Il professor Andrea Rognoni, conduttore della rubrica 'Cultura padana', riconosce a Margherita Hack («la quale va iscritta nel mondo padano, perché nata a Firenze e poi vissuta nella Padania vera e propria») un «impregiudicato giudizio positivo» per «l'enorme sforzo svolto nei confronti della cosiddetta scienza», ma, aggiunge, «io al gioco del silenzio, del cerotto in bocca, non ci sto», perché «lei sicuramente aveva in mano un patrimonio di conoscenze straordinarie, però questo non ti autorizza ad assumere posizioni di sfida nei confronti del mondo religioso, dell'ufologia e dell'alto esoterismo di qualità».

In particolare, Rognoni rimprovera alla Hack «una forte acredine nei confronti dell'astrologia, che non è solo quella banale e stupida fatta oggi in televisione, ma anche quella più profonda già esercitata dagli assiro-babilonesi, poi portata avanti dai greci e dai celti ed arrivata fino ai nostri giorni, un'astrologia scientifica attenta alla sincronicità tra cielo e terra e praticata attraverso meccanismi piuttosto complessi di base matematica». Margherita Hack, secondo Rognoni, «partiva da una non conoscenza della materia, per criticarla in maniera aprioristica, andando verso quella forma di peccato molto grave di sostituirsi a Dio e ammaestrare i polli».

«Alcune conoscenze di base astrofisiche e astronomiche non ti autorizzano ad aver capito tutto dell'universo e del mondo», sentenzia Rognoni. Che avverte: «Attenzione, certe prese di posizione della Hack nei confronti del mondo ecclesiale, o di tutto ciò che secondo lei era pura falsità, portano al cinismo assoluto, al cinismo santificato, alla Chiesa del menefreghismo, dell'egoismo e del materialismo». Per poi concludere: «Anche io sono d'accordo che la scienza è importante, anche io mi sono sempre interessato alla storia della scienza, in primis della scienza padana, ma è dagli anni '60 che la scienza ci bombarda con i suoi assiomi, con l'aria di volerci dire: voi ignoranti buzzurri state comodi davanti alla televisione, che ci pensiamo noi scienziati a risolvere i problemi».

All'indomani della sua morte, simile 'processo', su Radio Padania, era toccato anche a Lucio Dalla . Proprio ospite di 'Padania misteriosa' , il programma di ufologia di Radio Padania, era invece stata, nel 2009, Margherita Hack.

 
 
Daniele Sensi (per l'Espresso)

02 luglio, 2013

Congresso Giovani padani: «Che vadano a fanculo i giovani del Sud!»

(Audio in fondo al post)

Tra cori evergreen («Noi che siamo padani abbiamo un sogno nel cuore: bruciare il tricolore, bruciare il tricolore!»), improvvise folgorazioni («Che la si chiami macroregione, Padania o Topolinia non cambia nulla») e ardite citazioni («Patria o morte!, come Che Guevara, perché anche lui combatteva in un paese dai problemi molto simili a quelli che abbiamo in Piemonte, Veneto e Lombardia») si è tenuto, domenica, a Milano, il secondo Congresso dei Giovani padani. 

Presiedeva i lavori, il vicesegretario federale della Lega, Matteo Salvini, il quale, nel suo discorso motivazionale sulla disobbedienza, ha citato Walt Disney («Se lo puoi sognare, lo puoi anche fare»), l'attivista nordirlandese Bobby Sands («Mi girano le palle, perché una delle poche città italiane che hanno dedicato una via a questo patriota è Firenze, con 'Fonzie' Renzi») ed Aaron Swartz, l'informatico statunitense suicidatosi lo scorso gennaio nella sua casa a Brooklyn («Questo 'matto' voleva la libertà, la libertà in Rete; questo matto voleva che gli studi scientifici fossero a disposizione del ricco e del povero - anzi, più del povero, che non se lo può permettere, che del ricco, che può pagare migliaia di euro per andare in qualche grande università»). 

Nel pomeriggio, l'intervento di Roberto Maroni, che, subito dissociatosi dalle due bandiere europee con svastica e falce e martello esposte sul tavolo della presidenza, citando Berlinguer ha spronato il movimento giovanile a far da coscienza critica a chi, come lui, rappresenta «la Lega di governo» («non confondete tattica e strategia: la strategia è l'indipendenza, la tattica non deve farsi tatticismo ed io governo la Regione Lombardia non per governare la Regione Lombardia ma perché si formi la macroregione del Nord, che è la Padania. Sono stato io a leggere la dichiarazione di indipendenza a Venezia»). 

Nel mezzo, a uno a uno sul palco, i coordinatori provinciali (solo quelli lombardi) e 'nazionali' (leggasi: regionali) del Movimento giovani padani. Recriminazioni («Della candidatura del Trota non ci ha dato fastidio che uno, magari poco capace, ci passasse davanti, bensì che Bossi preferisse il suo figlio biologico a ognuno di noi, che siamo comunque figli suoi»), vicendevoli rimproveri («Si era detto niente pausa pranzo, ma alcuni di noi hanno parlato davanti alla platea vuota perché si è scappati tutti al McDonald's dopo che un minuto prima avevamo gridato: "rivoluzione!"»), perorazioni dell'abusivismo, ché il rispetto delle regole è da 'altri' che lo si pretende («Questa è la strada per dire addio a questo stato di merda, testa bassa verso la meta con attacchinaggi abusivi e scritte abusive»). E, poi, capi delegazione all'Europarlamento (Lorenzo Fontana), che quando dicono 'Europa dei popoli' chissà a cosa pensano («Una cosa positiva, quelli dell'Europa, l'hanno fatta: hanno chiuso la tv greca. Speriamo facciano lo stesso anche in Italia»), e antimeridionalismo spinto.

Luca Salvetti, dei Giovani padani Valle Camonica: «Ho letto sul Sole 24 Ore che, ancora una volta, verranno aiutati i giovani del Mezzogiorno. Ci siamo rotti i coglioni dei giovani del Mezzogiorno, che vadano a fanculo i giovani del Mezzogiorno!». Michael Quercia, Giovani padani della Romagna: «Al Sud non fanno un emerito cazzo dalla mattina alla sera. Al di là di tutto, sono bellissimi i paesaggi, al Sud, il problema è la gente che ci abita. Loro sono così, ce l'hanno proprio dentro, il culto di non fare un cazzo dalla mattina alla sera, mentre noi siamo abituati a lavorare dalla mattina alla sera e ci tira un po' il culo». 

Di questi ultimi interventi, riporto, qui sotto, l'audio. In coda, Eugenio Zoffili, coordinatore uscente lombardo e attuale responsabile segreteria dell'Assessore alla Sicurezza, Protezione Civile e Immigrazione della Regione Lombardia: «Chi tocca un giovane padano, tocca tutti i giovani padani. Se lo mettano in testa le forze dell'ordine e la magistratura, che per quattro scritte sui muri mandano in tribunale i nostri giovani. Le pattuglie della polizia e i magistrati non rompano i coglioni ai nostri giovani. Questo Stato italiano di merda non ci piegherà mai».

 

18 giugno, 2013

«Bruciamo gli immigrati»

Rossella Colombo è consigliere della Lega Nord a Palazzo Pignano, nel cremonese. Responsabile di un locale sportello del cittadino, sue sono anche le deleghe alle Parti opportunità, Politiche giovanili e della famiglia. E' presente su Facebook, dove condivide foto del fiero militante: gazebo, volantinaggi, cene sociali del Gruppo politico femminile e in pizzeria con Umberto Bossi, seduta alla sua sinistra. Avversa all'immigrazione, politicamente «di destrissima», Rossella Colombo, che sogna tuttavia di emigrare a sua volta, ma «su altri pianeti, sperando di non trovare anche là quelle cacche suine di islamici», commenta così la vicenda di Dolores Valandro , la consigliera padovana espulsa dalla Lega dopo essersi chiesta, su Facebook, come mai nessuno stuprasse il ministro Kyenge: «E quando “gli amici” della Cécile, cioè gli islamici che seguono la legge coranica, dicono che tutte le donne bianche devono essere stuprate, cosa dobbiamo fare? Vogliamo da lei, cara ministra, una valanga di scuse per tutte noi donne bianche». 


Solidale con la collega padovana, Rossella Colombo ha immediatamente aderito al gruppo di sostegno “Io sto con Dolores”. Lì qualcuno scrive: «A Padova, più del 50% della case sono date agli immigrati. Speriamo che arrivino al 100%, così si può fare un unico rogo». Rossella Colombo clicca “mi piace”, ma poi “avverte”: «Attenzione: il loro fuma inquina, essendo delle grandissime merde». «Volendo si possono sotterrare, fanno concime», è la replica di un altro.

Nato per rivendicare la “provocazione” di Dolores Valandro («Ha espresso, con un'immagine forte, quello che tutti pensiamo. Non ha detto: “Spero che la stuprino”, ma solo che dovrebbe passarci anche lei per comprendere quello che si prova, dal momento che non ha fiatato per tutte le nostre donne stuprate dai suoi conterranei»), il gruppo Facebook “Io sto con Dolores” (3600 iscritti, ma, se “invitati”, l'adesione è automatica) raccoglie militanti leghisti ed ex leghisti, ma anche simpatizzanti di Forza Nuova, della Fiamma tricolore o semplici nostalgici («Non c'è distinzione tra fascista e leghista, tra lombardo e siciliano. Siamo tutti uniti per una causa comune»).

Aderiscono inoltre il segretario regionale lombardo di Alba Dorata e quello di “Alba dorata città di Marano”, il quale propone: «Vivisezionate la Kyenge come una cavia negra da laboratorio». Una galassia trasversale dell'estrema destra che, “ironizzando” («La Kyenge stuprata? Ma da chi? Forse da un orango arrapato»; «Difficile che un violentatore non vada così tanto per il sottile»; «Non corre quel rischio, anche se ci spero ogni giorno»), augura alla «scimmia congolese di andare sotto un camion», perché «lo stupro è troppo poco, lei e tutta la sua stirpe non sono degni di stare sulla terra»: «non ci vuole lo stupro, ci vuole il piccone», scrivono alcuni.

Uno degli amministratori del gruppo («Con Bossi, un ministro di colore clandestino non sarebbe mai passato») invita alla moderazione: «I messaggi violenti o diffamatori saranno cancellati». Taluni si mettono quindi a dibattere della «puzza delle nere» («Ci sono anche delle bianche che puzzano, ma una bianca basta che si lavi, loro invece puzzano come fogne, vadano con i ratti»), mentre altri ragionano su come fare «piazza pulita» degli immigrati: «Prendiamo tutti il manganello»; «Spariamo a vista ai gommoni»; “Spariamo ad altezza uomo; anzi, ad altezza scimmia»; «Lanciafiamme!». Un ex membro della segreteria leghista toscana, è più pragmatico: «Quando arrivano, vanno lasciati in mare; gli altri vanno sedati come gli animali selvatici dei documentari, sparando delle punturine, si imbarcano e si rimpatriano». «Ammazziamoli tutti», taglia corto uno.

Nel gruppo, insulti e minacce anche per Said Chaibi, il 22enne consigliere di origini marocchine eletto a Treviso nelle liste di Sinistra e Libertà («Un marocchino di merda, io credo che non ci sia abbastanza benzina in Italia per tutte queste persone. Spero nasca una rivolta, oramai io sono per il sangue»); per il deputato democratico Khalid Chaouki («Tanti schiaffi a lui e alla sua razza»; «Muori bestia, marocchino di merda»; «Speriamo se ne torni a casa sua prima che ci incazziamo sul serio»), e per Mara Carfagna, che la settimana scorsa aveva condannato le parole di Dolores Valandro («Qualche negrone che violenta pure lei?»).

Tra gli iscritti, anche Diego Lorandi, dell'associazione Guerrieri padani (diverse volte ospite di Radio Padania Libera), che contesta al suo partito l'espulsione di Dolores Valandro: «Tutti i leghisti vanno difesi. Tutti, sempre! La dirigenza del politically correct ci manderà a quel paese». Della medesima opinione sono la sezione Lega Nord di Fara d'Adda («Le migliaia di adesioni a questo gruppo sono la voce della base») e altri militanti che non si spiegano come la Lega di Borghezio e Gentilini possa aver espulso «chi, infischiandosene del politicamente corretto e dimostrando buonsenso, ha avuto il coraggio di dire ciò che pensa». Esplicitamente contestati il segretario federale («Maroni, impara da Dolores!») e Flavio Tosi, di cui qualcuno pubblica una vecchia foto che lo ritrae, in posa, dopo la condanna definitiva per istigazione all'odio razziale, al fianco della finta lapide dell'allora capo procuratore di Verona Guido Papalia.

Accuse alla Lega di aver «calato le braghe» anche nelle telefonate a Radio Padania Libera. «Quella è l'anima popolare della Lega, della Lega vera»; «Maroni e Tosi sono i liquidatori della Lega Nord»; «Maroni e Tosi l'hanno messa al muro», è l'opinione dei più, per i quali Dolores Valandro andava richiamata, non espulsa. Per un ascoltatore, emblema della «Lega afflosciata e rammollita» è Matteo Salvini: «Quando vedo Salvini in televisione che se ne sta in un angolo con il tablet in mano e comunica con il tablet, mentre gli altri attorno a lui picchiano i pugni sul tavolo, a me girano i coglioni».

I conduttori condannano le parole della consigliera padovana («parole deliranti, vomitevoli, ributtanti»), ma gli ascoltatori rilanciano: «Che bisogno ha la Kyenge della scorta? In fondo loro, bene o male, sono tutti uguali: se uno la vede in giro, chi va a pensare che è una ministra?». E ancora: «Non c'è mai stato un nero o una nera che abbia preso il Nobel. Traetene le vostre conclusioni» (dicendo, tra l'altro, una falsità storica). Condanna netta anche da parte di Pierluigi Pellegrin, che ogni giorno su Radio Padania conduce una rassegna stampa sui delitti commessi da cittadini stranieri (e da italiani di origini meridionali) nel nord Italia: «Io predico la libertà di linguaggio, ma davanti a quell'orrendo pensiero rimango interdetto». Pellegrin avanza però un dubbio: «Ci sono dei conti che non mi tornano, in questa vicenda, c'è qualcosa di zozzetto, qualcosa di un po' sporchino, sento puzza di bruciato, quindi eviterei di parlarne, perché, a parlarne, secondo me si fa il gioco di qualcuno che vuole manipolarci, non solo di quelli che attaccano le Lega a ogni piè sospinto, ma anche di qualcun altro, e a me questo gioco non piace».

Pellegrin allude forse a quella che, in Rete, per molti militanti di “fede” bossiana è una precisa accusa: Dolores Valandro era tra quanti avevano contestato Flavio Tosi nell'ultima Pontida e, cogliendo la palla al balzo, l'attuale dirigenza si sarebbe liberata di un'altra dissidente tramite quella che lo stesso quotidiano La Padania ha definito “un'espulsione a tempo record”.

Daniele Sensi (per l'Espresso)

Consigliera leghista: «Bruciare gli immigrati? Attenzione, però, il loro fumo inquina»

Rossella Colombo è consigliera della Lega Nord a Palazzo Pignano, nel cremonese. Sue le deleghe alle Pari opportunità, Politiche giovanili e della famiglia. Scrive, su Facebook, a proposito della consigliera leghista che si chiedeva come mai nessuno stuprasse il ministro Kyenge: «E quando gli "amici" della Cécile dicono che tutte le donne bianche devono essere stuprate, cosa dobbiamo fare? Vogliamo da lei, cara ministra, una valanga di scuse per tutte noi donne bianche».

Si definisce «di destrissima», sogna di emigrare «in altri pianeti, sperando di non trovare anche là quelle cacche suine di islamici» e, quanto alle case popolari consegnate a famiglie straniere, commenta: «Attenzione, però, ad appiccare roghi, perché il loro fumo inquina, essendo delle grandissime merde».



 L'articolo completo, qui.

(per il blog dell'Espresso)

14 giugno, 2013

Quell'altro leghista che aveva invocato lo stupro e che oggi Maroni chiama "maestro"

Giancarlo Gentilini, nel 2007: «Hanno violentato una donna con uno scalpello davanti e di dietro. E io dico a Pecoraro Scanio che voglio che succeda la stessa cosa a sua sorella o a sua madre. E, già che parliamo di culi, sia chiaro che anche i gay io non li voglio vedere per le strade».

Come sapete, ieri ho dato notizia di Dolores Valandro, la consigliera di quartiere leghista che, su Facebook, si chiedeva come mai nessuno stuprasse il ministro Kyenge. Parole ripugnanti subito rimbalzate, con sgomento, in Rete, e quindi riprese, con altrettanto sgomento, dai media. Immediata la reazione, trasversale, di partiti e istituzioni. E, immediate, le parole di condanna di Luca Zaia («Un post vergognoso che ha insultato anche i veneti e il Veneto»), Flavio Tosi («Un'espressione inqualificabile, violenta e demenziale) e Roberto Maroni: «Non conosco la Valandro, ma stasera sarà espulsa».

Nel pomeriggio, Dolores Valandro aveva provato, maldestramente, a difendersi: «Si trattava di una battuta detta in un momento di rabbia, questo è un mio modo di sfogarmi. Chiedo Scusa».

Di momenti di rabbia, per la verità, la Valandro deve averne sovente. Sempre riferendosi al ministro Kyenge, scriveva, infatti, su Facebook il 22 maggio: «Tornatene in Congo, brutta scimmia»; il 18 maggio: «Senti un po', brutta bertuccia, ti pago io volentieri il biglietto di sola andata per il tuo paesello, hai capito che stai rompendo un po' troppo le palle??»; il primo maggio: «Vai a comandare a casa tua, capra cioccolatosa!»; il 2 giugno: «Meglio se cambi spacciatore, ministra, o meglio ancora se ti cuci la bocca una volta per tutte!. E ancora: «Ma va a ciapar i rat, brutta scimmia»; «Sempre più schifata di avere in Parlamento una ministra nera e musulmana»; «Ma quando ti tapperai quella brutta boccaccia, sei ospite nel nostro Paese, tornatene nella tua giungla selvaggia!»; «Vade retro Satana nero, ritorni nella sua giungla, le banane l'aspettano con ansia!».

Di "fede" bossiana, Dolores Valandro si era appena vista annullare la sospensione dai probiviri della Lega Veneta per le contestazioni a Flavio Tosi dello scorso 7 aprile a Pontida. Per questo motivo, diversi militanti leghisti, rilevando  che «simile linguaggio l'ho sentito per anni nelle sedi della Lega» e chiedendosi come mai «la stessa condanna non è stata fatta nei confronti di Gentilini e Borghezio le innumerevoli volte che hanno offeso pesantemente gli immigrati», ora accusano: «L'espulsione è un pretesto per far fuori i dissidenti».

Scrive, a questo proposito, Gad Lerner:

Inutile che Flavio Tosi annunci l’espulsione della consigliera Dolores Valandro. Le schifezze e le minacce e i richiami a crimini razzisti del passato sono un armamentario con cui la Lega convive dai suoi inizi, riservando al suo interno uno spazio autorizzato alle peggiori ideologie reazionarie. Stupirsi perchè un movimento che manda Mario Borghezio al Parlamento europeo poi deve fare i conti con chi promette violenza a chiunque vive come diverso? Fingere dissociazione da Dolores Valandro pochi giorni dopo aver candidato Gentilini a sindaco di Treviso, sì, quel gentiluomo che prometteva di sparare agli immigrati “come ai leprotti”?

Gad Lerner fa l'esempio dei “leprotti”. Io ne avrei fatto un altro.

Era il settembre del 2007. In polemica con quanti avevano votato a favore dell'indulto dell'anno prima e a seguito di un orribile fatto di cronaca, rivolgendosi all'allora ministro dell'Ambiente, Giancarlo Gentilini rilasciò questa dichiarazione:

«Hanno violentato una donna con uno scalpello davanti e di dietro. E io dico a Pecoraro Scanio che voglio che succeda la stessa cosa a sua sorella o a sua madre. E, già che parliamo di culi, sia chiaro che anche i gay io non li voglio vedere per le strade».

Nemmeno dieci giorni fa, Flavio Tosi, Roberto Maroni e Luca Zaia erano a Treviso, per sostenere la candidatura a sindaco di Gentilini. Flavio Tosi, sul palco: «Tosi ha copiato da Gentilini il modo di fare il sindaco»; Luca Zaia: «Io sono qui a rassicurare i fedeli che quel signore lì continuerà il suo Vangelo»; Roberto Maroni: «Io ho imparato a fare il ministro dell'Interno dal sindaco Gentilini. Gentilini è un maestro, un punto di riferimento. Lui è lo sceriffo numero uno, io sono lo sceriffo numero due».

(per il blog dell'Espresso)

12 giugno, 2013

23 maggio, 2013

Tutto Borghezio 1990-2013

«Gli immigrati dal Terzo mondo portano a Torino lebbra, tubercolosi e altre malattie infettive. Nessuno vuole parlare chiaro sulle conseguenze dell'immigrazione, nessuno vuole dire che extracomunitari è uguale a propagazione di malattie». (12 novembre 1990)

«Chiediamo quali misure siano poste in atto per prevenire il contagio da Aids visto che una parte non indifferente degli immigrati extraeuropei presenti a Torino proviene dalle regioni dell'Africa centrale dove l'incidenza dei soggetti sieropositivi non è inferiore al 30 per cento della popolazione». (13 novembre 1990)

«Facendo riferimento alla ventina di immigrati che sono stati colpiti dal bacillo di Koch chiediamo al ministro della Sanità se non sia giunta l'ora di adottare per gli immigrati extracomunitari un passaporto della salute e con esso adeguate norme di prevenzione e cura di malattie come Tbc, Aids, morbo di Hansen di cui detti soggetti possono essere portatori anche inconsapevoli». (2 marzo 1993)

«La libertà siete voi monarchici. Viva il Re, via Umberto II!». (Inaugurazione parco Umberto II, Tuscania, 25 settembre 1994)

«Occorre dotare la polizia di armi con proiettili di gomma, perché come può difendersi un poliziotto in caso di fiammate collettive di violenza causate per lo più dall'alcol, contro il quale, si sa, i maghrebini sono geneticamente indifesi? come difendersi da una massa di persone eccitate dall'alcol e con una propensione storica all'uso delle lame? Ecco perché le pallottole di gomma: per non rischiare il contatto diretto e per non beccarsi una sciabolata o l'Aids». (7 novembre 1995)

«Perché non facciamo ai profughi albanesi il test dell'Hiv, così, intanto, vediamo come stanno?» (27 marzo 1997)

«Via, andate via, Novara non vi vuole. Basta con la prostituzione di colore. Tornate a casa vostra, stasera qui non si batte». (Blitz antiprostituzione alla stazione di Novara, 19 febbraio 1999)

«Il brano presentato a Sanremo da Ivano Fossati sostiene la tesi buonista sul tema dell'immigrazione, oggetto di campagna di un referendum. Si chiede quindi un intervento della Commissione di Vigilanza in materia di tutela del pluralismo». (25 febbraio 1999)

«Gli scompartimenti dei treni tra Torino e Milano sono diventati quasi monopolio delle prostitute nigeriane che hanno imposto, dopo la loro presenza, anche il loro comportamento e i loro odori agli altri utenti abituali. Al momento, l'unica soluzione, per tamponare la situazione, sono le carrozze separate». (6 febbraio 1999)

«L'altro giorno ci hanno fermati, non avevamo né mazze, né bastoni, solo qualche fiaccoletta innocente. Certo, qualche filo di palandrana, se prendeva fuoco, non c'era niente di male, ma questi imam, che confondo il nostro paese con una terra di conquista, se lo mettano bene in testa: o provvede lo Stato, con la nuova legge, o andiamo a pigliarli noi per la barba, uno per uno, e li buttiamo fuori a calci nel culo». (Milano, 9 dicembre 2001) GUARDA

«L'immigrazione è come il morbillo, se non la si affronta seriamente peggiora e diventa pericolosissima». (15 maggio 2002)

«Noi che siamo padani, abbiamo un sogno nel cuore: bruciare il Tricolore». (da 'Bruciare il Tricolore', 2006) GUARDA

«Noi siamo celti e longobardi, non siamo merdaccia levantina o mediterranea, noi, la Padania bianca e cristiana, quelli di Lepanto, con le bandiere del cuore crociato». (da 'Bruciare il Tricolore', 2006) GUARDA


«Una soluzione semplice per i rifiuti di Napoli ci sarebbe: basterebbe regalare la Campania e il Sud alla Corona di Spagna. Se li tengano pure. La monnezza di Napoli se la prenda pure qualcun altro, noi manco per il cazzo». (Pontida, 1° giugno 2008) GUARDA

«È necessaria una scuola di formazione europea, dobbiamo creare una comunità studentesca di soldati politici che siano capaci di tener testa, fisicamente, ai nostri avversari: soldati politici nell'Europa dei Popoli!» (Francia, Convenzione identitaria, ottobre 2008) ASCOLTA

«I grandi giornali hanno oscurato misteriosi riferimenti, nel discorso di investitura pronunciato da Barack Obama alla Convention del Partito democratico, ad un personaggio, Gioacchino da Fiore, guarda caso icona degli ambienti esoterici occulti». (Radio Padania, 20 gennaio 2009)

«Bisogna entrare nelle piccole amministrazioni, occorre insistere molto sul carattere regionalista del movimento. E' un buon modo per non essere subito considerati fascisti nostalgici, bensì come una nuova forza regionalista, cattolica, eccetera eccetera... ma, sotto sotto, siamo sempre gli stessi». (Telecamera nascosta di Canal Plus, meeting degli Identitari francesi, marzo 2009) GUARDA

«Non è ormai un mistero per nessuno che le superpotenze spaziali -Stati Uniti, ex Unione Sovietica e le grandi organizzazioni militari come la Nato- abbiano tenuto nascosto, o quantomeno riservato, ogni riferimento e ogni notizia riguardanti apparizioni di oggetti non identificati. È quindi legittimo richiedere che tutti i dossier che sono stati tenuti gelosamente riservati o nascosti vengano resi accessibili affinché tutti possano prenderne visione e vi sia una divulgazione anche a scopo scientifico di questa realtà, perché l'avvistamento di oggetti non identificati non è fantasia, ma è realtà. C'è stata una volontà politica tesa a oscurare quegli avvistamenti che non possono essere spiegati con comportamenti visionari. Credo su questa questione si abbia diritto di vedere tutta la documentazione disponibile: in questo senso, mi sono detto ben lieto di presentare un documento, e di offrirlo anche alla firma di altri colleghi, per chiedere che venga tolto il segreto apposto. Credo che questo si possa fare in sede di Parlamento europeo e mi farò parte attiva perché anche ci rappresenta in Consiglio d'Europa faccia la stessa cosa». (Radio Padania, 18 agosto 2009) ASCOLTA

«Non è per mancanza di solidarietà, ma un sano realismo padano ci ha fatto capire che l'Abruzzo terremotato è un peso morto» (11 gennaio 2011) ASCOLTA

«Il club Bilderberg è una consulta occulta di potere, volta al sovvertimento dell'ordine tradizionale, che manipola i popoli attraverso l'informazione, complottando e tramando alle loro spalle e pianificando, segretamente, eventi che, successivamente, appariranno come casuali, eventi che vanno dall'elezione di presidenti degli Stati Uniti, che non si sa da dove siano saltati fuori, a quella di sindaci come Pisapia, cretini di turno dietro i quali è facile intravedere signori dell'alta finanza» (Radio Padania, 10 giugno 2011)

«La nostra voglia di libertà è sempre la stessa, non siamo cambiati, siamo sempre quei padani duri e puri che vi faranno un culo così. Clandestini, sindacalisti, comunisti di merda, noi qui non vi facciamo passare» (Brescia, luglio 2011) GUARDA

«La strage di Oslo è una vicenda esemplare che fa capire che le strade del buonismo portano all'inferno. L'ideologia della società aperta crea mostri. Breivik (l'attentatore, ndr) è il risultato della società aperta e multirazziale. Quando una popolazione si sente invasa, nascono fenomeni di reazione che possono portare anche ad eccessi, naturalmente da condannare. Breivik è espressione di un'insofferenza che nasce da un certo clima. Io ho ritrovato nelle sue posizioni molti temi comuni a tutti quelli che vengono definiti populisti e antislamici, le cui posizioni non portano certamente alle stragi. Direi che sono emerse sue posizioni sicuramente condivisibili, come l'opposizione all'Islam e l'accusa esplicita all'Europa di essersi arresa all'islamizzazione ancora prima di combattere. Al netto della violenza, alcune sue idee sono buone e, in qualche caso, ottime. (25 luglio 2011) GUARDA

«Il nazismo va condannato, ma quello che era il suo ministro dell'Ambiente è stato uno dei precursori dell'ecologia». (17 maggio 2012) GUARDA

« Fa benissimo Flavio Tosi a tenere la foto di Giorgio Napolitano nel suo ufficio, perché un sindaco si deve preparare a tutti gli eventi: se domani, disgraziatamente, il presidente della Repubblica morisse, lui è già li pronto, gli basta solo mettere un nastrino nero. È un sindaco previdente». (3 luglio 2012) ASCOLTA

«Ormai l'America è meticcia, è multirazziale. Con Obama ha vinto questa America qua, che mi sta un po' sul cazzo. Tuttavia Obama è un bravo ragazzo, si è fatto da sé - naturalmente con l'appoggio delle società segrete. È come Clinton: un emerito coglione che improvvisamente diventa un grande personaggio. Ma Obama non ha mica solo dei torti, ha anche dei meriti. Il Ku Klux Klan è rigoglioso come non mai, c'è una sua risorgenza grazie ad Obama». (8 novembre 2012) ASCOLTA

«Di Cécile Kyenge mi è rimasta impressa l'espressione, che non mi ha colpito particolarmente: so che è un medico oculatista, ma mi è sembrata la classica aria della casalinga, della brava casalinga. Il problema non è che sia di colore, ma mi sembra una scelta del cazzo, un elogio all'incompetenza. Io, al ministero dell'Integrazione, ci avrei visto bene un Gentilini, che è un uomo equilibrato, con grande esperienza di integrazione». (29 aprile 2013) ASCOLTA

«Con questo governo del bonga bonga viene voglia davvero a tutti di fuggire dall'Italia. Questa, la casalinga di Modena (riferito al ministro Kyenge, ndr), non si è ancora insediata e già dice che bisogna cambiare le leggi sulla cittadinanza. Se si può dire 'negra'? Si può pensare. Per adesso il pensiero non è ancora perseguito». (5 maggio 20013) GUARDA

«Io sono stato il primo politico torinese a mettere piede nella prima moschea, che è stata inaugurata a Porta Palazzo. Questo dimostra che da parte mia e da parte della Lega non c'è mai stato un sentimento xenofobo, meno che mai razzismo o spregio verso questa religione, c'è stato invece un atteggiamento di apertura, di cordialità, di ospitalità». (Trasmissione Rai) GUARDA

Daniele Sensi (per l'Espresso)

07 maggio, 2013

Radio Padania: «La Kyenge non è italiana, è un'ospite»

«La Kyenge, la nuova ministra... Questa qui ha detto che dobbiamo diventare tutti italiani... io sono italiano, ma sono italiano io, non lei, lei è ospite nostro. Io non voglio farmi governare da una che viene dal Congo belga; io non sono razzista, ma sono italiano, sono genovese, sono padano e quindi voglio essere governato dai miei concittadini, non da questa gente che viene dal Congo, dal Burundi... Io non voglio che mi vengono a insegnare le usanze tribali. Noi abbiamo il nostro modo di fare, siamo ospitali, noi non abbiamo niente da imparare da questa gente qua».
Radio Padania, Fabio Costa, della Lega Nord Liguria, 
conduttore spazio "Professionisti imprenditori uniti". 
 
Qui sotto, l'audio. 
 
  

(per il blog dell'Espresso)

29 aprile, 2013

Speaker Radio Padania: «Prendo le distanze da ciò che sto dicendo, ma se decidi di ammazzare un ministro prendi la mira giusta»

«Ci chiediamo cosa mai possa c'entrare un carabiniere... cioè, se tu vai completamente fuori di testa e decidi di ammazzare un ministro, un politico, cerca almeno di prendere la mira giusta, aspetta che passino di lì, visto che sono anche passati. Naturalmente prendo le distanze da tutto ciò che sto dicendo... però, capito?, per assurdo, diciamolo: questo signore, calabrese, che poi viveva ad Alessandria -e non lo so come mai ad Alessandria... un calabrese che viveva ad Alessandria, non è mai successa questa cosa- ma allora, era pazzo o non era pazzo? era intelligente o non era intelligente in quel momento? Poteva aspettare cinque minuti e, insomma, gliene passavano davanti di ministri che stavano per essere nominati tali».
Con queste parole (tra l'altro venate di antimeridionalismo), Sammy Varin, conduttore di Radio Padania Libera, nell'esprimere vicinanza ai due militari feriti, commenta la sparatoria di ieri.
 
Qui sotto, l'audio.
 

 

(per il blog dell'Espresso)

12 aprile, 2013

Matrimoni gay, Giuseppe Leoni (Lega Nord) contro Don Gallo, «prete culattone»

Radio Padania. Giuseppe Leoni -architetto, fondatore, con Bossi, della Lega, presidente dell'associazione "Cattolici padani" e senatore della Repubblica fino alla scorsa legislatura- commenta il sì della Francia alle nozze e adozioni per coppie gay («sembrano i segnali della fine del mondo, sembra di essere a Sodoma») attaccando Don Gallo, da tempo favorevole al riconoscimento delle coppie omosessuali: «I parroci hanno giurato obbedienza al vescovo, quindi il suo vescovo lo deve chiamare a rapporto... Non vorrei che Don Gallo sia il fidanzato del vescovo e allora il vescovo, magari, chiude un occhio»

A proposito dell'auspicio di un pontefice gay avanzato dallo stesso Don Gallo alla vigilia dell'ultimo conclave, Leoni poi rincara, proponendo una raccolta firme «come quelle che raccoglievano per salvare quella dell'Iran che la dovevano condannare», firme «che poi gliele mandiamo a quel prete culattone lì».

Qui sotto, l'audio. 

 

(per il blog dell'Espresso)

08 aprile, 2013

«Questa è democrazia»

Sammy Varin, speaker di Radio Padania, stamattina alle 6 sulle contestazioni di ieri sul prato di Pontida:
«Certo, sicuramente ci sono stati mugugni e contestazioni come in ogni Pontida, ma noi siamo un popolo che arriva da diverse parti d'Italia e quindi ci può essere gente che sta più con Bossi, più con Maroni, più con Borghezio... Cioè: la Pontida è calda, signori, non pensiamo che la Pontida sono tutti lì, gnigniro-gnignero, con la puzzetta sotto il naso come gli amici del Partito democratico che però si infilzano con le spade dietro gli angoli delle strade... La Pontida è calda, è un'arena, signori, e quindi è chiaro che chi voleva fischiare ha fischiato, ci mancherebbe altro. Ci sono siti internet dove leghisti si urlano addosso: "Io sono per la Lega degli albori!", "No, io voglio la Lega del futuro!"... E' chiaro signori, ma questa è democrazia (...). Pontida non è la segreteria del Partito democratico, Pontida è la segreteria del Popolo padano, quindi si può fare casino e si può fischiare.
Roberto Maroni, su Radio Padania, 5 ore più tardi:
«Quei quattro o cinque, o dieci persone, al massimo... quei dieci pistola -alcuni neanche della Lega- che si sono prestati a questo gioco (le contestazioni, ndr), ovviamente subiranno le conseguenze di questa loro provocazione, com'è giusto che sia, perché il rispetto delle regole è fondamentale, il rispetto dello statuto è fondamentale: Pontida è un luogo sacro, queste sceneggiate, queste piazzate, non si possono fare.»

 

07 febbraio, 2013

26 gennaio, 2013