29 settembre, 2011

E ti telefono Lega

Libero: "La rivolta della base leghista: «Salvate Romano? Siete finiti»"; Sky Tg24: "«La Lega salva un Romano». Proteste e sfottò dei militanti"; Adnkronos: "Lega salva-Romano, l'ira della base sul web"; Il Corriere della Sera: "Io, sindaco leghista, tradito dal mio partito"; La Stampa: "Dal Piemonte al Veneto, l'urlo del Nord: «Muovetevi» . Radio Padania (oggi, primo pomeriggio):
"Innumerevoli avvistamenti UFO, negli ultimi mesi, in Canton Ticino, quasi un'invasione, ma in Italia non se ne parla, perché l'Italia ha tutta l'attenzione spostata su altri fatti, fatti politici, e i giornali si dimenticano di pubblicare queste cose... Abbiamo una telefonata: pronto? "Pronto, buongiorno. Io sono un astrofilo, ho diversi telescopi, e volevo segnalare che l'altro giorno, in cielo, ho visto uno strano oggetto a forma di banana".

28 settembre, 2011

Comunicato sindacale USICWeb

Comunicato Unione Sindacale dei Comunicatori Web Post a rete unificata #noleggebavaglio
Come è ormai noto, nelle ultime settimane, il Governo e la maggioranza sono tornati a parlare con insistenza della pretesa improrogabile urgenza di approvare il famoso DDL sulle intercettazioni e, come se non bastasse, di farlo ricorrendo, ancora una volta, al voto di fiducia, circostanza che precluderebbe qualsiasi modifica al testo del ddl in Parlamento. C'è un rischio sul quale occorre tenere gli occhi aperti e richiamare l'attenzione dei pochi politici che, sin qui, hanno mostrato un minimo di interesse per le cose del web: il testo del ddl intercettazioni attualmente in Parlamento contiene, ancora, la famigerata norma "ammazza blog" che impone ai gestori di tutti i "siti informatici" l'obbligo di procedere alla rettifica di ogni contenuto pubblicato dietro semplice richiesta - poco importa se fondata o infondata - del soggetto che se ne ritiene leso. Il comma 29 dell'art. 3 del Ddl il cui esame potrebbe riprendere nei prossimi giorni e concludersi a tempo di record, infatti, continua a prevedere che "Per i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono". La mancata rettifica nel termine, comporterebbe, per il blogger una sanzione pecuniaria sino a 12 mila euro. Il punto non è sottrarre il blogger alla responsabilità per quello che scrive perché è, anzi, sacrosanto che ne risponda ma, più semplicemente riconoscere la differenza abissale che c’è tra un blog ed un giornale o una televisione e tra un blogger - magari ragazzino - e un giornalista, una redazione o, piuttosto, un editore. Il primo - salvo eccezioni - sarà portato a rettificare “per paura” e non già perché certo di dover rettificare mentre i secondi, dinanzi ad una richiesta di rettifica, ci pensano, ci riflettono, la esaminano, la fanno esaminare e poi solo se sono davvero convinti di dovervi procedere, vi provvedono. Imporre un obbligo di rettifica a tutti i produttori “non professionali” di informazione, significa fornire ai nemici della libertà di informazione, una straordinaria arma di pressione - se non di minaccia - per mettere a tacere le poche voci fuori dal coro, quelle non raggiungibili, neppure nel nostro Paese, attraverso una telefonata all’editore e/o al principale investitore pubblicitario. Sarebbe davvero una sciagura per la libertà di parola sul web se, preoccupato di assecondare l'urgenza della maggioranza nell'approvazione del Ddl, il Parlamento licenziasse il testo nella sua attuale formulazione. Inutile ripetere che le conseguenze dell'entrata in vigore della norma sarebbero gravissime: ogni contenuto, informazione o opinione non gradita ai potenti dell'economia o della politica sarebbe destinata a vita breve sul web e ad essere rimossa - lecita o illecita che ne sia la sua pubblicazione - a seguito dell'invio di una semplice mail contenente una richiesta di rettifica. Quanti blogger rischierebbero 12 mila euro per difendere la loro libertà di parola? Non è il web che vorremmo e sta, pertanto, a noi evitare che sia il web che ci toccherà in sorte (G. Scorza).
COSA PUOI FARE?
Invitare i blogger, chi frequenta e "abita" la rete a condividere e diffondere (anche su facebook e su twitter) lo stesso post come segnale di protesta contro il comma 29, cosiddetto ammazza-blog. Il testo da diffondere è questo (qui raccogliamo invece tutte le adesioni, quindi segnalate l'url del vostro post):
Cosa prevede il comma 29 del ddl di riforma delle intercettazioni, sinteticamente definito comma ammazzablog?
Il comma 29 estende l’istituto della rettifica, previsto dalla legge sulla stampa, a tutti i “siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica”, e quindi potenzialmente a tutta la rete, fermo restando la necessità di chiarire meglio cosa si deve intendere per “sito” in sede di attuazione. Cosa è la rettifica? La rettifica è un istituto previsto per i giornali e le televisione, introdotto al fine di difendere i cittadini dallo strapotere di questi media e bilanciare le posizioni in gioco, in quanto nell’ipotesi di pubblicazione di immagini o di notizie in qualche modo ritenute dai cittadini lesive della loro dignità o contrarie a verità, questi potrebbero avere non poche difficoltà nell’ottenere la “correzione” di quelle notizie. La rettifica, quindi, obbliga i responsabili dei giornali a pubblicare gratuitamente le correzioni dei soggetti che si ritengono lesi. Quali sono i termini per la pubblicazione della rettifica, e quali le conseguenze in caso di non pubblicazione? La norma prevede che la rettifica vada pubblicata entro due giorni dalla richiesta (non dalla ricezione), e la richiesta può essere inviata con qualsiasi mezzo, anche una semplice mail. La pubblicazione deve avvenire con “le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono”, ma ad essa non possono essere aggiunti commenti. Nel caso di mancata pubblicazione nei termini scatta una sanzione fino a 12.500 euro. Il gestore del sito non può giustificare la mancata pubblicazione sostenendo di essere stato in vacanza o lontano dal blog per più di due giorni, non sono infatti previste esimenti per la mancata pubblicazione, al massimo si potrà impugnare la multa dinanzi ad un giudice dovendo però dimostrare la sussistenza di una situazione sopravvenuta non imputabile al gestore del sito. Se io scrivo sul mio blog “Tizio è un ladro”, sono soggetto a rettifica anche se ho documentato il fatto, ad esempio con una sentenza di condanna per furto? La rettifica prevista per i siti informatici è quella della legge sulla stampa, per la quale sono soggetti a rettifica tutte le informazioni, atti, pensieri ed affermazioni ritenute dai soggetti citati nella notizia “lesivi della loro dignità o contrari a verità”. Ciò vuol dire che il giudizio sulla assoggettabilità delle informazioni alla rettifica è esclusivamente demandato alla persona citata nella notizia, è quindi un criterio puramente soggettivo, ed è del tutto indifferente alla veridicità o meno della notizia pubblicata. Posso chiedere la rettifica per notizie pubblicate da un sito che ritengo palesemente false? E’ possibile chiedere la rettifica solo per le notizie riguardanti la propria persona, non per fatti riguardanti altri. Chi è il soggetto obbligato a pubblicare la rettifica? La rettifica nasce in relazione alla stampa o ai telegiornali, per i quali esiste sempre un direttore responsabile. Per i siti informatici non esiste una figura canonizzata di responsabile, per cui allo stato non è dato sapere chi sarà il soggetto obbligato alla rettifica. Si può ipotizzare che l’obbligo sia a carico del gestore del blog, o più probabilmente che debba stabilirsi caso per caso. Sono soggetti a rettifica anche i commenti? Un commento non è tecnicamente un sito informatico, inoltre il commento è opera di un terzo rispetto all’estensore della notizia, per cui sorgerebbe anche il problema della possibilità di comunicare col commentatore. A meno di non voler assoggettare il gestore del sito ad una responsabilità oggettiva relativamente a scritti altrui, probabilmente il commento (e contenuti similari) non dovrebbe essere soggetto a rettifica (B. Saetta).

24 settembre, 2011

Del radicamento territoriale leghista quando cadono i satelliti

Conduttore: “Parliamo del satellite e dei frammenti che potrebbero piovere sul Lombardo-Veneto... Abbiamo letto un comunicato che ci è arrivato poco fa in redazione da parte del presidente della Regione Piemonte Roberto Cota: sta cessando l'allarme per quanto riguarda il Piemonte... Fatto sta che questa sera, tra le 21 e 25 e le 22 e 04, e poi anche nel cuore della notte, c'è la possibilità che cadano dei frammenti. E' facile quindi capire come si stia diffondendo una certa psicosi perché -lo spiegano, questo, gli psicologi- c'è chiaramente la paura dell'irrazionale. Cos'è la paura dell'irrazionale? E' la paura di ciò che l'uomo non può controllare. Radio Padania vi fornirà degli aggiornamenti tramite gli amministratori leghisti del territorio”.

Fausto Carrara, assessore Protezione civile della Provincia di Bergamo: “Buonasera e Padania Libera. Non ci si deve preoccupare: la prima delle due traiettorie, quindi quella delle 21 e 25 fino alle 22 e 03, è stata esclusa come potenziale impatto, quindi rimane ufficialmente solo la traiettoria che va dalle 3 e 34 di questa notte alle 4 e 12 di domattina. Di conseguenza, il rischio che uno dei 26 frammenti del satellite cada sul territorio padano è calato dall'1,5 per cento allo 0,9. Ad ogni modo, possiamo dire ai radioascoltatori di rimanere nei piani più bassi degli edifici e, nel caso di eventuale e improbabile impatto, rimanere all'interno dei vani, delle porte, dei muri portanti... quelli un po' più spessi, per intenderci. Tuttavia credo che non ci sia assolutamente nulla da temere perché, dalle analisi che sono state effettuate sui 26 frammenti , è veramente molto, molto poco probabile che i frammenti siano in grado di abbattere un edificio. Potranno però generare problemi per chiunque dovesse trovarsi all'aperto, però, considerato l'orario, credo che dovrebbero essere pochi. Vi consiglio vivamente di trascorrere questa serata padana in serenità”.

Conduttore: “Volevo chiederti un tuo giudizio da amministratore: io, abitando qui vicino, di solito vado a casa a piedi o in bicicletta... ecco, io questa sera tra le 9 e le 9 e mezza eviterò di trovarmi per strada all'aperto. Il mio è un allarmismo ingiustificato oppure un bricilino di prudenza non guasta?
Fausto Carrara: “Un po' di prudenza non guasta mai, però l'ultima nota di qualche minuto fa diramata dal dipartimento nazionale della Protezione civile esclude categoricamente che possano esservi detriti in caduta tra le 21 e 25 e le ore 22 e 03, quindi le probabilità che vi possano essere feriti o danni alle persone in movimento è veramente ridotta al lumicino”.


Primo ascoltatore: “Buona Padania. Senta, io sto guardando sulla Padania di oggi a pagina 11 le traiettorie del satellite, ma non ho capito perché la traiettorie sono due. La prima traiettoria va da sud-ovest verso nord-est e poi ritorna da nord-ovest a sud-est: com'è possibile questa cosa? Il moto delle scie sicuramente ha una direzione, e prendere due direzioni a X diventa una cosa meccanicamente improbabile, perché l'inerzia del moto si spinge verso una direzione”.

Daniele Stival, assessore Protezione civile Regione Veneto: “Questo dipende dall'impatto che c'è con l'atmosfera. Fino a questa mattina c'era la cosiddetta 'traiettoria uno' che attraversava tutta la Padania, mentre questa sera c'è questo nuovo dispaccio di una sola traiettoria. Probabilmente festeggiano già i piemontesi e i liguri perché l'intersezione del satellite non c'è, resta il problema su tutto il Nord-Est. Avere l'1,1 per cento di probabilità è ovvio che ci lascia però sufficientemente tranquilli, anche se tutta la notte monitoreremo la situazione. Adesso l'ipotesi è fra le 3 e mezza e le 4 e un quarto di domani mattina... In passato non è mai successo quindi siamo abbastanza tranquilli, però, anche se a quell'ora dovrebbero essere tutti a dormire, diamo il messaggio ai cittadini che è bene che stiano al chiuso anziché all'aperto”.

Secondo ascoltatore: “Buonasera e buona Padania. Ma i danni del satellite, chi li paga? Perché, se quei pezzi cadono in Calabria, li dobbiamo poi pagare fino a vent'anni dalla caduta”.

Conduttore: “No... purtroppo si tratta di un satellite extracomunitario clandestino che vuole entrare solo in Padania”.

Terzo ascoltatore: “Pronto, Radio Padania? Io sono un meridionale e vedo che fate sempre le solite battute di spirito...”

Conduttore: “Purtroppo è sempre da voi che succedono le solite cose che invece di suscitare ironia suscitano sconforto e rabbia... In Calabria i conti della sanità vengono emanati per via orale... Le spese inaudite della Regione Sicilia... La Campania, la Sicilia e la Calabria hanno il 90 per cento dell'evasione Irpef, e l'80 per cento delle finte pensioni di invalidità che vi paghiamo noi sono nelle vostre Regioni... E c'è anche la Puglia a farvi compagnia.... La Sacra corona unita, la Camorra, la 'Ndrangheta. Io lo so perché ho un grandissimo rispetto per la gente meridionale".

Ascoltatore: “Vabbé, io non faccio parte di quelle tre Regioni: io sono della Basilicata. Comunque... voglio dire: purtroppo può cadere nel Nord Italia, ma spero che, se cade, cada in acqua e non faccia danni”.

da Radio Padania, 23.09.2011

22 settembre, 2011

«Cacciamo le Ong da Lampedusa»

Quello delle associazioni umanitarie che aiutano gli immigrati "informandoli esageratamente" dei loro diritti è un vecchio cruccio leghista. Ieri si trattava dei campi rom da sgomberare a Milano, oggi dei migranti detenuti nel Cie di Lampedusa. Della cui ribellione, esplosa martedì scorso dando alle fiamme il "centro di accoglienza", Angela Maraventano, senatrice della Lega e vicesindaco dell'isola, accusa, dalle onde di Radio Padania Libera, proprio le ONG: "Chiederò al Governo il loro allontanamento dall'isola, poiché sono le associazioni umanitarie che, venendo a vedere come li trattiamo e come non li trattiamo, fomentano questi delinquenti e ne sostengono le battaglie". Opinione condivisa da Bernardino De Rubeis, sindaco di Lampedusa, il quale, anch'egli intervenendo telefonicamente su Radio Padania Libera ("ho piena fiducia in Roberto Maroni perché è un ministro che ha avuto la forza di sterminare tutte le mafie presenti in Italia"), se la prende in particolare con le organizzazioni non governative che vigilano sulla condizione dei minori stranieri non accompagnati, "minori che in realtà non sono minori, poiché hanno 16 o 17 anni e sono ben dotati, pertanto dobbiamo stare attenti altrimenti ce li ritroviamo nelle camere da letto". 

 Daniele Sensi (per l'Espresso)
 

17 settembre, 2011

iPadania

"Voi che dite che la Padania non esiste e che nel mondo nessuno la conosce: ma lo sapete che un pezzo dell'iPhone lo fanno a Vimercate?"
Radio Padania, rubrica Giovani padani, 17.09.2011

13 settembre, 2011

Borghezio aiuta i neonazisti

Parigi, 14 luglio 2002, celebrazioni per l'anniversario della presa della Bastiglia. Lungo gli Champs-Élysées, 163 cadetti ufficiali dell'accademia di West Point e 75 pompieri di New York aprono il corteo militare, seguiti, a bordo di una jeep scoperta, dal presidente Jacques Chirac. A 150 metri, tra la folla, dietro le transenne, un ragazzo estrae una carabina e spara. Il presidente Chirac sembra non accorgersi di nulla e continua a salutare. ma nelle retrovie,la gente urla; qualcuno si scaglia sul ragazzo per strappargli il fucile dalle mani. Con l'auto presidenziale oramai lontana, fallito il tentativo di assassinare il capo dello Stato, il giovane tenta quindi di puntarsi l'arma addosso; ma è un attimo: gendarmeria e agenti in borghese lo raggiungono, lo immobilizzano e lo disarmano.

Ammanettato e condotto alla centrale della polizia parigina, il ragazzo verrà identificato come Maxime Brunerie, un fanatico neonazista già candidato alle elezioni municipali per il partito di estrema destra Mouvement national républicain e vicino al gruppo di Unité radicale, formazione extraparlamentare della destra rivoluzionaria. Da lì a un mese, Unité radicale sarà messa fuori legge «per ideologia razzista e antisemita e per incitamento all'odio e alla violenza». Da lì a nemmeno un anno, due dei maggiori esponenti di Unité radicale, Fabrice Robert e Philippe Vardon, daranno vita ad una nuova organizzazione politica, il Bloc identitaire, Blocco identitario.

Nizza, 9 settembre 2011, "Lou Bastioun", una delle "case identitarie" (bar, biblioteca e palestra di pugilato) del Blocco identitario, che qui opera con la sigla di Nissa rebela. Conferenza stampa congiunta di Mario Borghezio e Philippe Vardon, il quale, in veste di presidente della struttura regionale del Blocco, annuncia: «Mario Borghezio intende mettersi al servizio della popolazione nizzarda in qualità di deputato europeo».

Nei fatti: una presenza fissa, a cadenza settimanale, dell'eurodeputato leghista nella roccaforte del movimento neofascista francese. Condannato nel 2008 per "ricostituzione di gruppo disciolto" (il riferimento è proprio a Unité radicale) e per incitamento all'odio razziale, privato per due anni dei diritti politici, Vardon aggiunge: «Insieme lavoreremo alla creazione di una fondazione europea per la formazione dei giovani militanti: con la Lega Nord abbiamo un legame di vecchia data, che d'ora in avanti si farà ancora più stretto».

Un legame che risale almeno al 2008, quando, prendendo parte ai lavori di inaugurazione della nuova stagione politica di Nissa Rebela e accompagnato dall'allora vicesegretario della Lega Nord Liguria, Edoardo Rixi, Borghezio consigliò ai militanti identitari nizzardi, che gli chiedevano come fossero riusciti gli «identitari padani di andare al governo», di rivalutare il lavoro di personaggi come Julius Evola, capaci di fornire i «fondamenti metafisici e spirituali della battaglia identitaria». O ancora al 2009, quando una telecamera della televisione francese colse l'eurodeputato leghista suggerire a quegli stessi militanti la strategia delle strategie: «Occorre insistere molto sul lato regionalista del movimento. E' un buon modo per non essere considerati immediatamente fascisti nostalgici».

E che il Blocco identitario, sotto sotto, sia sempre lo stesso, ovvero la neonazista Unité radicale disciolta nel 2002, appare più che evidente da un documento trasmesso , la settimana scorsa, dall'emittente Canal +. Di nuovo una sede del Blocco identitario, di nuovo una telecamera nascosta. Un giornalista finge di voler aderire all'organizzazione. Questa la prima lezione di dottrina che gli viene impartita: «A Norimberga non è stato condannato solo l'ariano bianco, ma l'uomo europeo e i valori di cui quello era portatore. E' per questo che voi siete militanti identitari: non solo perché avete un capitale razziale nelle vene che tramanda geneticamente quei valori (…). Oggi il nemico, la nostra grande battaglia, è il meticciato. In quale famiglia oggi non c'è un meticcio? Tutti abbiamo una cugina che sta con un ragazzo di una qualche razza improbabile. Qui io vedo il pericolo, che i nostri giovani considerino ciò normale e che pensino che la negra che ci sta vicino sia un essere umano come te e me. E contro il meticciato non c'è battaglia militare che tenga: o hai una coscienza razziale o non la hai. Come ha scritto un altro pensatore: 'Ogni animale si accoppia solo con un simile della sua stessa specie'. Sta scritto nel Mein Kampf».

Un indottrinamento che passa pure per la musica. Tramite Alternative-s, un'etichetta indipendente che fa capo al Blocco identitario. Nel catalogo , anche brani italiani, dalla classica "Bandiera nera" ad una più recente "Me ne frego".

Gli stessi Philippe Vardon e Fabrice Robert un tempo suonavano in una rock band. Il ritornello di una loro hit faceva così: «Un proiettile per gli yankee, un proiettile per i cosmopoliti, un proiettile per i sionisti».

Ma è alla luce del sapore paramilitare dei campi estivi organizzati ogni anno dal Blocco identitario che la "fondazione europea per la formazione dei giovani militanti" cui accennava venerdì scorso Philippe Vardon appare inquietante. L'idea è di Borghezio, che l'aveva illustrata nel corso della Conferenza di Orange del 2009, meeting delle estreme destre di tutta Europa ancora una volta promosso dal Blocco identitario. Si deve il resoconto di quella giornata alla televisione svizzera : una «scuola politica che dia vita ad una comunità studentesca di soldati politici capaci di tener testa, sul terreno fisico, ai nostri avversari». 

Daniele Sensi (per l'Espresso)

09 settembre, 2011

07 settembre, 2011

On. Torazzi, Lega Nord: "I magistrati meridionali favoriscono la mafia"

"Se, oltre ad avere un ministro dell'Interno padano, avessimo anche i magistrati padani, probabilmente in Padania la mafia non esisterebbe, perché la nostra magistratura, che è fatta tutta di ragazzi del sud coi loro burocrati del sud, è un autentico groviera di informazioni: come fa uno a denunciare un mafioso se il mafioso, dopo tre minuti, lo sa perché viene informato da qualcuno, dagli amici? Perché questi sono così: qualcuno sarà codardo, qualcuno sarà venduto, qualcuno semplicemente facilone... Poi il magistrato, quando tornerà dalle ferie, quando avrà voglia, interverrà, perché questa è la loro cultura, il loro modo di fare".

Inoltre: "La Lega è fatta di Maroni che ha arrestato tantissimi mafiosi, ma è fatta anche di molti sindaci coraggiosi, come Cesarino Monti e Gentilini, che hanno preso iniziative contro i mafiosi, contro il riciclaggio, contro gli islamici (sic); poi è però intervenuta la Corte Costituzionale che, putacaso, è fatta tutta di ragazzi del sud che, putacaso, vengono da regioni mafiose".

E ancora: "Ci sono moltissimi immigrati del sud anche in Svizzera, e la Svizzera è da sempre un centro dove girano soldi e capitali, eppure, di estorsioni, in Svizzera non ce ne sono: come mai? Credo sia dovuto al fatto che in Svizzera ci sono i magistrati svizzeri".

A parlare, nel corso di un filo diretto con gli ascoltatori di Radio Padania Libera, è l'onorevole Alberto Torazzi, capogruppo del Carroccio in Commissione attività produttive. 

Di seguito, un estratto audio.