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Durban II sì o Durban II no? I "Padani nel mondo" (associazione che coordina il lavoro della Lega Nord nelle circoscrizioni estere) taglia corto: il problema di una conferenza sul razzismo non si sarebbe nemmeno dovuto porre, poiché un conto è la xenofobia (cosa deprecabile), altro il razzismo, una genuina verità di fatto.
La tesi si basa su quello che da tempo alcuni sociologi definiscono “razzismo differenzialista”: un razzismo dalle argomentazioni di tipo nuovo, non più fondate su differenze genetiche o "craniche", bensì su specificità etno-antropologiche: ogni popolo ha la sua cultura, la sua religione e le sue abitudini, quindi ogni popolo rappresenta un mondo a sè.
Al discorso differenzialista non importa che le supposte "comunità originarie" siano esse stesse il risultato di lenti processi storici fatti di contaminazioni culturali (esterne ed interne): il mondo viene diviso in compartimenti stagni tra i quali vige l’incomunicabilità, e l’incontro tra culture “altre” si fa necessariamente “scontro di civiltà”.
Il corollario? "I veri razzisti sono coloro che combattono gli avversari accusandoli di essere razzisti - ad esempio, in Italia, sono coloro che vogliono impedire che esistano i popoli padani".
Il discorso è insidioso, perché tende a giocare con le parole. “Non è vero che siamo tutti uguali”, dicono i "padani nel mondo". Affermazione anche vera: ogni essere umano è diverso dall'altro. Tuttavia, la –recente- acquisizione sull“uguaglianza degli uomini” attiene alla loro dimensione intrinseca, al loro essere portatori di medesimi diritti, dignità e valore.
Peraltro, l'argomento della diseguaglianza etnodifferenzialista cela una trappola per quegli stessi che pensassero di rivendicarlo per l’autodeterminazione di "sè". Perché il discorso differenzialista non solo non attiene alla specificità, alla diversità di ogni singolo individuo, ma trae la propria ragion d’essere proprio dalla negazione di quella specificità, di quella diversità, poiché la mette tra parentesi: tu non sei ciò che sei, ma sei la religione, l’etnia, la comunità alla quale appartieni.
L'etnodifferenzialismo è una gabbia per tutti.