31 marzo, 2010

28 marzo, 2010

Un mio amico voleva votare la lista di Beppe Grillo, poi...

poi, su Radio Padania, ha sentito Davide Bono, candidato del Movimento 5 stelle alla presidenza della Regione Piemonte, dire questa roba qua: 

"noi dobbiamo stare vicini soprattutto ai NOSTRI negozi che vivono la competizione di immigrati, regolari e non. Gli immigrati vanno aiutati A CASA LORO"
 e ci ha ripensato. 

26 marzo, 2010

24 marzo, 2010

Beppe Grillo, il contaballe più cliccato d'Italia

Il leader del "Movimento a cinque stelle" ieri sera pubblicava, sul suo blog, un video di YouReporter (ora disponibile qui) nel quale Mercedes Bresso, candidata del centro-sinistra alla presidenza del consiglio regionale piemontese, sembrava dar prova di un cinismo che nemmeno Crudelia De Mon. Questa la didascalia del video sul blog di Grillo:
«La Bresso è andata ad Avigliana, in Val di Susa. In una sala comunale ha parlato di fronte a venti persone. All'uscita ha incontrato un gruppo di cittadini No TAV. Li ha trattati dall'alto in basso e con disprezzo. Attila-Bresso poteva permetterselo, era attorniata da gente in giacca-cravatta-braccia-conserte-pancia-in-fuori stile gerarchi e circondata dalle Forze dell'Ordine. Un'anziana signora di ottanta anni le ha detto: "Io muoio con l'angoscia di vedere la mia Valle distrutta, con l'angoscia muoio...". La Bresso ha risposto. "Muoia signora"».

Immediato lo sdegno dei lettori: "Bresso merda umana! Vergogna", "Aprite gli occhi, via tutta la feccia della politica", "La faccia della nonna deve diventare un'icona!", "Con la mano sulla bocca diceva proprio 'muoia signora'"!, "Vi stupite ancora della prepotenza dei politici? Cosa possiamo aspettarci, se non questo, da una classe politica da buttare in toto nella spazzatura"? In calce al post, immancabile, la raccomandazione dello staff di Grillo: "Fate girare il video".   

Peccato fosse tutto falso. A distanza di un paio d'ore, in Rete sbucava un secondo filmato. Sul quale, però, non era stato operato alcun taglia e cuci. E -magia!- quell'orribile "muoia signora" si rivelava essere un più rassicurante: "non muoia, signora".

   

YouReporter decideva quindi di correre ai ripari rimuovendo il video, che così veniva disattivato anche sul blog di Grillo. Il quale Grillo, da parte sua, avrà subito rettificato, penserete voi. Niente affatto. Fino a tarda serata, il post, privato del video ma non del testo, si apriva con la classica frase in stile cospirazionista: "Il video è stato subito rimosso da qualcuno..." (puntini compresi). 

Solo a seguito di ripetute sollecitazioni da parte del comitato elettorale della Bresso (nonché di minacce di querela) Grillo decideva di linkare anche il filmato integrale. Senza però modificare nulla dell'"Attila-Bresso attorniata da gente in giacca-cravatta-braccia-conserte-pancia-in-fuori stile gerarchi" che dice "muori!" alla signora. Ma limitandosi ad un laconico "valutate voi", rivolto ai suoi adepti. I quali immediatamente prendevano ad accusare di taroccamento... il comitato della Bresso, riversando sulla candidata di centrosinistra insulti e commenti inqualificabili: "Da oggi prego che alla Bresso venga un cancro".

L'Italia è messa talmente male che un buffone come me è costretto a farsi politico, ama ripetere Beppe Grillo. Ecco, si tranquillizzi: lui, buffone, lo è ancora.

23 marzo, 2010

21 marzo, 2010

Youtube dice che il razzista sono io

Youtube ha rimosso un mio video. Quello relativo alla trasmissione di Radio Padania nella quale ci si riferiva agli "zingari" nei termini di "recrudescenza", come se fossero una malattia. Motivo? Io inciterei "all'odio e alla violenza nei confronti di un gruppo protetto, in base a razza o origine etnica". Escludendo che per "gruppo protetto" siano da intendersi sostenitori ed esponenti della Lega, mi pare evidente che il Tubo non abbia capito un tubo, facendo confusione tra denuncia e istigazione. 

Tuttavia quello era solo uno dei tanti audio frutto del monitoraggio della propaganda diffusa nell'etere dall'emittente della Lega. Di questo passo Youtube potrebbe arrivare, uno alla volta, a bloccare tutti i video caricati sul mio canale, se non il canale stesso. E addio all'intera sezione di questo blog dedicata ai "deliri di Radio Padania". 

Chiedo consiglio: qualcuno ha idea di come ci si debba muovere in simili casi? Considerate che al momento non ho accesso al mio account: dovrei, infatti, prima cliccare sul pulsante "Approvo", ovvero riconoscere che le accuse sono fondate e che io, Daniele Sensi, sono un tipo alquanto xenofobo (e razzista, e omofobo e sessista). 

Grazie.

18 marzo, 2010

Il network della nuova estrema destra

L'Fpö austriaco, il Vlaams Belang belga, i francesi Mnr, Npd e Bloc identitaire, il tedesco Pro-Köln e l'italiana Lega Nord: Le Monde traccia un veloce ma esaustivo quadro della "nuova estrema destra" europea. Che, a differenza di ciò che rimane dell'ultradestra di tipo tradizionale, ha la particolarità di funzionare "facendo rete". 

Da tempo tento di tenere traccia di questo network del fanatismo identitario che vede la Lega Nord tra i padri fondatori e che già ho definito "Internazionale identitaria". Paradosso di formazioni localiste e regionaliste che, meglio di quanto (non) facciano i grandi partiti europeisti, stanno dimostrando di sapersi servire della nuova casa europea per articolare il proprio discorso ed il proprio consenso. 

In Francia hanno capito che per approcciare il fenomeno leghista occorre guardare all'Europa tutta. Attendiamo che lo capiscano anche in Italia.

16 marzo, 2010

Cortocircuito ideologico a Radio Padania

Radio Padania. Lorenzo Busi, conduttore dello spazio "cultura padana", così commenta il tracollo di Alsace d'abord, una lista della destra identitaria, al primo turno delle elezioni regionali francesi:

"L'autonomismo vince se non è schierato ideologicamente, come continua a dimostrare il caso leghista, perché la cultura dell'indipendenza non è né di destra né di sinistra. Quando l'autonomismo si schiera, la gente comincia a sentire puzza di bruciato e non vota più. E negli ultimi mesi Alsace d'abord si era sbilanciata su posizioni decisamente di destra".


Ed infatti chi c'era in Francia, la scorsa settimana, a chiudere la campagna elettorale di Alsace d'abord? Siamo alle comiche: Mario Borghezio.

 

14 marzo, 2010

Stampa estera: "Cari italiani, troppi scandali senza conseguenze: non crediamo più ai vostri appelli"

La settimana scorsa rilevavo una sopraggiunta sostanziale indifferenza della stampa estera per quanto sta avvenendo nel nostro paese. Possibile, mi chiedevo, che, proprio ora,  i corrispondenti stranieri, sempre pronti a riferire di festini e boutade, decidano di volgere lo sguardo altrove?  

Eric Valmir, giornalista della radio pubblica francese, (mi) risponde sul suo blog. Una riflessione sincera, e per noi scoraggiante. A furia di gridare al fascismo nessuno crede più ai nostri appelli, sembra dirci. E non perché non vi siano serie minacce alla tenuta democratica delle nostre istituzioni, ma perché ogni volta pare che debba venire giù il mondo, ma poi noi -noi italiani, noi cittadini indignati, noi opposizione- finiamo sempre col voltare pagina. Pronti ad abbaiare al vento per un nuovo, immancabile scandalo. Perché mai all'estero dovrebbero prendere sul serio minacce nella cui gravità, alla prova dei fatti, noi per primi dimostriamo di non credere? Meglio allora concentrarsi sulla cooptazione politica di veline e vallette: almeno si ride, e ci si rifà gli occhi. 

Traduco:

Ma che fa la stampa estera? Dorme? Il Web italiano s'interroga. I media del mondo intero accennano appena al caso scoppiato attorno alle liste elettorali del Pdl. Nel corso di una conferenza stampa, ce lo hanno chiesto anche i giornalisti italiani: "Perché tanto disinteresse per una questione tanto importante?" Un collega tedesco ha replicato: "Nella Bassa Sassonia, a fronte di un biglietto ordinario la compagnia aerea ha fatto viaggiare in business class un ministro, Christian Wulf, che se ne andava in vacanza a Miami con la famiglia. Ne è derivato un tale scandalo che il ministro si è visto costretto a pagare la differenza. Mentre le vostre truffe e i vostri malaffari non incuriosiscono più nessuno. Da noi è surreale e incomprensibile".  

Per quanto a Parigi il contesto di riferimento sia differente, anche i francesi devono riconoscere che il "caos liste" non ha appassionato le direzioni di redazione: "L'ennesima polemica all'italiana che finirà come tutte le altre, con un provvedimento ad hoc".  

Sul suo blog, Daniele Sensi si pone il medesimo interrogativo: "Mi sorprende che i giornali d'Oltralpe non abbiano ancora riferito di quanto qui stia avvenendo. Forse ai corrispondenti stranieri torna difficile dover spiegare, in una sola cartella, l'assetto istituzionale italiano e le regole del nostro sistema elettorale. Note di stampa sono ovviamente uscite. Ma la sensazione è che non si ci renda conto di quanto grave sia ciò che si è verificato. Escort e festini sono più mediatici di un decreto legge". Il blogger si chiede se non occorra andare in aiuto dei corrispondenti stranieri organizzando una vasta consultazione popolare, giusto per vedere l'effetto che fa. (...)  

E' vero. Vista da Parigi, Londra, Washington o altrove, la confusione che anima la campagna delle Regionali non riveste una grande importanza. E' evidente che la manifestazione di domani (di ieri, ndt) della sinistra e quella dei sostenitori di Berlusconi del 20 marzo godranno di una visibilità internazionale più ampia. Ma la tiepidezza della stampa estera non è dovuta solo alla complessità di un decreto legge. E' dovuta anche al contesto. Nelle ultime settimane, scandali ed episodi di corruzione si sono fatti quasi quotidiani. Ad ogni livello, l'intreccio eletti/mafia/imprese fa bella mostra di sé sui giornali.  

Davvero sorprendente la vicenda Fastweb/Scaglia. Silvio Scaglia, fondatore di uno dei più grandi imperi italiani, Fastweb, in prigione. Mandato d'arresto anche per il senatore berlusconiano Nicola Di Girolamo. Entrambi implicati in un'affare di riciclaggio di denaro con la mafia e di frode fiscale. 1+1+1+1+1... ogni giorno nuove polemiche e nuovi scandali, che scalzano quelli precedenti... quale lezione trarne? Una certa rassegnazione finisce con l'impadronirsi delle coscienze. Gli editorialisti italiani fanno il proprio lavoro e pongono problemi e domande. Ma nessuno risponde! Come dovrebbe comportarsi quindi la stampa straniera in simile panorama? Penso che ai corrispondenti non spetti farsi protagonisti, bensì osservare e riportare le vicende di un paese e della sua società.  

Daniele Sensi ha ragione quando si chiede se non tocchi agli italiani agire per primi. Caro Daniele, si tratta del vostro paese, del vostro destino, del vostro avvenire. Un giornalista straniero può rendere conto di sopravvenute circostanze, ma non potrà mai condizionare il corso degli eventi. Soprattutto in Italia. Se solo un inglese, un tedesco o un francese ponesse una critica argomentata, subito verrebbe ricoperto di fango e contestato, col pretesto che non possa comprendere, non essendo italiano. E' il primo punto, ed è il più delicato. Il secondo è invece il problema della caricatura. Quando si parla dell'Italia, all'estero, lo si fa sempre con lo sguardo divertito. Stesso trattamento clownesco anche per le liste del PDl. Del tipo: "Ah, sì.. la sapete l'ultima? I candidati di Berlusconi erano al ristorante, non si sono accorti che il tempo passava e così hanno depositato le liste in ritardo... Questi italiani ci fanno proprio scompisciare"... Poco importa che la realtà sia un'altra, e che attenga ai difficili equilibri in seno al Pdl regionale. 

Evidentemente, e logicamente, la stampa e il Web italiano deplorano regolarmente la cattiva immagine veicolata da tanta superficialità. In un'attualità fatta di tensione istituzionale, politica e sociale, qual è l'argomento scelto da Canal+, televisione francese? Berlusconi e le donne. Certo, si trattava di un giornale satirico e non di un Tg delle 20, e gli italiani potevano consolarsi dicendosi che Yann Barthez, il conduttore, non doveva saperne molto dell'attualità italiana, visto che citava Forza Italia, che non esiste più da oramai dieci anni. Ma... Se guardiamo le cose dal lato opposto? Se io, francese, volessi sapere come la stampa italiana riferisce della campagna per le Regionali francesi -gli eccessi di Georges Freche, gli scivoloni attorno all'identità nazionale, le poste in gioco...- avrei un bel cercare. Le due sole notizie giunte dalla Francia questa settimana: 1. Carla Bruni: mise troppo sexy durante una cena all'Eliseo con la coppia presidenziale russa. 2. Problema coniugale all'Eliseo. Questo titolo faceva addirittura la prima pagina del Giornale, il quotidiano berlusconiano.

© EricValmir.RF

Sarkozy e Carla, tradimento reciproco. Lei ha un amante, lui ha un'amante. Senza alcuna cautela, il condizionale presente nel cappello sparisce nel corpo dell'articolo, come se si trattasse di una informazione accertata, mentre in Francia è considerata un rumor alimentato da Twitter

© EricValmir.RF  

Per la verità l'articolo è colmo di dettagli non verificati. Viene persino annunciata la separazione di Carla e Sarkozy all'indomani delle Regionali (ah!! finalmente menzionate! Questo dimostra che per lo meno sanno che in Francia ci sono delle elezioni...). Su Rainews24 e SkyTg24 da questa mattina, sullo scroller in sovrimpressione: Carla smentisce tutto.

Sì, le vicende private, le giovani ragazze, i festini, sono più mediatici di un decreto legge o delle sbarellate di un ex candidato socialista. Da sempre il virus gossipparo contamina la stampa. E non solo la stampa, ma l'uomo in generale. I pettegolezzi di quartiere, i privati intrighi del vicino, costituiscono la vita quotidiana e alimentano la conversazione davanti alla macchinetta del caffé. E' un lato della natura umana: lo si irride, si finge di disinteressarsene, se ne ha vergogna, ma comunque esiste.  

 Eric Valmir, 12.03.2010



13 marzo, 2010

La Francia vieta i manifesti anti-Islam

Francia, elezioni regionali. A soli due giorni dal voto, il tribunale di Marsiglia ha giudicato illegittimi i manifesti anti-Islam affissi dal Fronte nazionale di Jean-Marie Le Pen, ordinandone l'immediata rimozione. Tempo 24 ore, dopodiché scatterà una multa di 500 euro per ogni giorno di ritardo. 

Manifesti messi al bando perché "incitano all'odio nei confronti di persone così discriminate per la propria religione o nazionalità", nonché per la "cattiva influenza" che essi potrebbero avere sui giovani. 

Nell'immagine incriminata, alle spalle di una donna in niqab compare il territorio francese ricoperto dalla bandiera algerina e costellato da minareti

 
Quelli che seguono, sono invece manifesti della Lega. Di cui mai nessuno ha ordinato la rimozione. 

Intanto, a Sesto San Giovanni, banchettando con mortadella, pane e vino, oggi si celebra il "No Moschea Day"

11 marzo, 2010

Borghezio superstar delle Regionali francesi

Anche in Francia si è a ridosso di elezioni regionali (si vota il 14 e il 21 marzo). E chi c'era ieri in Alsazia a chiudere la campagna elettorale del movimento della destra identitaria Alsace d'abord? Mario Borghezio.

Alsace d'abord fa capo al Blocco identitario, organizzazione, di cui spesso ho parlato su questo blog, che riunisce e coordina diverse formazioni regionaliste francesi. 

Guidato da Fabrice Robert (ex di Unità radicale, messa fuori legge nel 2002 a seguito del fallito attentato all'allora presidente Chirac da parte di uno dei suoi militanti), il Blocco identitario ha oramai individuato nella Lega Nord il modello di riferimento per uscire dall'isolamento politico. Ed i suoi militanti, che provengono da ambienti dell'estrema destra tradizionale, da tempo hanno fatto di Borghezio il proprio guru

Gli identitari francesi saranno presenti con una propria lista (Ligue du sud) anche nella regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra, tradizionale feudo del Fronte nazionale. Il loro candidato è proprio un ex dirigente locale del Fronte, Jacques Bompard, sindaco d'Orange, cittadina dove lo scorso ottobre s'è tenuta la convenzione delle destre identitarie di tutta Europa. In quell'occasione, un applauditissimo Borghezio aveva proposto l'istituzione di una scuola transnazionale per i quadri delle organizzazione politiche lì riunitesi, una scuola per "soldati politici che tengano testa, anche fisicamente, ai nemici". 

In Provenza-Alpi-Costa Azzurra è anche candidato il rivale e più noto Jean-Marie Le Pen. Che proprio facendo leva sulle simpatie leghiste del suo ex compagno di partito, così nei giorni scorsi si è rivolto, a mezzo stampa, a Jacques Bompard: "Bompard si ispira alla Lega Nord, ma per la Lega tutti coloro che stanno a sud di Milano sono dei negri. Secondo la filosofia leghista, Bompard è un bougnoule". Ovvero, nello slang francese, un misto tra "terrone" e "negro", riferito in particolare ai maghrebini.

04 marzo, 2010

Napolitano si faccia un giro a Varese

A Samarate, nel varesotto, Pdl e Lega pretenderebbero limitare la libertà di culto alle sole confessioni giudaico-cristiane.  

Ed intanto Napolitano si dice "allarmato" per il successo, in Olanda, del partito anti-islamico di Gert Wilders.