29 luglio, 2010

Non aprite questo video

Renzo Bossi: ''Vorrei essere il riferimento politico per i giovani d'oggi'



Cose dell'altro mondo

A poche ore dalla sua entrata in vigore, la Corte federale di Phoenix ha bloccato alcune delle norme della controversa legge sull'immigrazione varata lo scorso aprile in Arizona, in particolare quelle che a) assimilavano l'immigrazione clandestina a un reato e non più a un'infrazione; b) obbligavano la polizia a verificare lo status di un immigrato fermato per altri motivi; c) permettevano, sempre alle forze di polizia, di chiedere i documenti a un passante solo basandosi "sul ragionevole sospetto" che fosse un clandestino. 

Il "contrôle au faciès", ossia il controllo d'identità basato sull'apparenza fisica, etnica o religiosa di una persona, è vietato, con pene fino a cinque anni di arresto, anche in Francia. In Francia non sono nemmeno ammesse statistiche su base etnica di qualsivoglia natura, mentre, in Italia, sono oramai una consuetudine le conferenze stampa di dicembre sul numero totale degli stranieri controllati durante l'anno da parte delle forze di polizia.

27 luglio, 2010

Radio Padania: "I disservizi dei call center? Colpa dei centralinisti meridionali"

 

"I call center trasferiti in "Nord Africa" (sud Italia, ndr) sono stati un disastro, non solo perché quella gente non ha voglia di lavorare, ma anche perché, se gli fate domande cui non sanno rispondere, quelli, a differenza nostra, la risposta la inventano".
 -Radio Padania, Sportello famiglia
ingegnere Lombardo Cerri
(già senatore della Repubblica)
 

24 luglio, 2010

E l'Italia fece scendere Rosa Parks dall'autobus

«La ragazzina, classe 1988, studentessa, cittadina brasiliana ma abitante in Italia da anni, stava viaggiando su un autobus urbano Sila in viale Belforte. Si stava lamentando con un'amica nicaraguense per il caldo che c’era sul mezzo pubblico quando un uomo, "autista in borghese", con bimbo in braccio e moglie incinta al seguito, si intromette e comincia ad insultarla. Le dice: “Cosa volete un tappeto rosso sugli autobus? Vai al tuo paese, negra di m... e non venite qui a romperci i c...» e altre "gentilezze" simili. La ragazza risponde, la moglie prende le parti del marito e rincara. Alla fine la situazione degenera e i due mettono le mani addosso alla ragazza. 
A quel punto alla giovane brasiliana viene detto di scendere, ma lei si rifiuta. L’autista ferma il bus e chiede alla ragazza di andarsene “per ristabilire l’ordine”». 

23 luglio, 2010

"Ammazza-blog", Lettera aperta a Gianfranco Fini e Giulia Bongiorno

Al Presidente della Camera, On. Gianfranco Fini Al Presidente della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, On. Giulia Bongiorno Ai Capi-gruppo alla Camera dei Deputati A tutti i Deputati

La decisione con la quale, lo scorso 21 luglio, il Presidente della Commissione Giustizia della Camera, On. Giulia Bongiorno, ha dichiarato inammissibili gli emendamenti presentati dall’On. Roberto Cassinelli (PDL) e dall’On. Roberto Zaccaria (PD) al comma 29 dell’art. 1 del c.d. ddl intercettazioni costituisce l’atto finale di uno dei più gravi – consapevole o inconsapevole che sia – attentati alla libertà di informazione in Rete sin qui consumati nel Palazzo.

La declaratoria di inammissibilità di tali emendamenti volti a circoscrivere l’indiscriminata, illogica e liberticida estensione ai gestori di tutti i siti informatici dell’applicabilità dell’obbligo di rettifica previsto dalla vecchia legge sulla stampa, infatti, minaccia di fare della libertà di informazione online la prima vittima eccellente del ddl intercettazioni, eliminando alla radice persino la possibilità che un aspetto tanto delicato e complesso per l’informazione del futuro venga discusso in Parlamento.

Tra i tanti primati negativi che l’Italia si avvia a conquistare, grazie al disegno di legge, sul versante della libertà di informazione, la scelta dell’On. Bongiorno rischia di aggiungerne uno ulteriore: stiamo per diventare il primo e l’unico Paese al mondo nel quale un blogger rischia più di un giornalista ma ha meno libertà.

Esigere che un blogger proceda alla rettifica entro 48 ore dalla richiesta – esattamente come se fosse un giornalista – sotto pena di una sanzione fino a 12.500 euro, infatti, significa dissuaderlo dall’occuparsi di temi suscettibili di urtare la sensibilità dei poteri economici e politici.

Si tratta di uno scenario anacronistico e scellerato perché l’informazione in Rete ha dimostrato, ovunque nel mondo, di costituire la migliore – se non l’unica – forma di attuazione di quell’antico ed immortale principio, sancito dall’art. 19 della dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo e del cittadino, secondo il quale “Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.”.

Occorre scongiurare il rischio che tale scenario si produca e, dunque, reintrodurre il dibattito sul comma 29 dell’art. 1 del ddl nel corso dell’esame in Assemblea, permettendo la discussione sugli emendamenti che verranno ripresentati.

L’accesso alla Rete, in centinaia di Paesi al mondo, si avvia a divenire un diritto fondamentale dell’uomo, non possiamo lasciare che, proprio nel nostro Paese, i cittadini siano costretti a rinunciarvi.

Guido Scorza, Presidente Istituto per le politiche dell’innovazione

Vittorio Zambardino, Scene Digitali

Alessandro Gilioli, Piovono Rane

Arianna Ciccone, Festival Internazionale del Giornalismo e Valigia Blu

Filippo Rossi, direttore Ffwebmagazine e Caffeina magazine

Fabio Chiusi, Il Nichilista

Daniele Sensi, L’AntiComunitarista

Wil, Nonleggere QuestoBlog

Per aderire all'appello, qui


21 luglio, 2010

18 luglio, 2010

Radio Padania: La Padania indipendente dovrà ispirarsi al villaggio dei Puffi

 

Rubrica a cura del settore federale cultura dei Giovani padani:
"Noi vogliamo un mondo unito in cui ognuno sia padrone di casa propria, un po' come il villaggio dei Puffi, che è una grande comune dove tutti sono uguali, dove tutti devono rispettare l'altro, però dove ognuno ha la propria identità: c'è Puffo Quattrocchi, c'è il Grande Puffo, c'è Puffetta..."

17 luglio, 2010

In Padania è Notte dei lunghi coltelli

Il consiglio federale della Lega Nord (ovvero Umberto Bossi) ha scomunicato Terra Insubre, l'associazione culturale varesina che: 1) declina il presidio identitario in chiave "piccolo padana" (l'"Insubria" comprenderebbe la Lombardia occidentale, il Piemonte orientale e la Svizzera italiana); 2) condivide il proprio logo con le nuove estreme destre europee; 3) ogni anno organizza un festival dagli sponsor eccellenti; 4) annovera tra i propri iscritti il ministro Maroni.

 

09 luglio, 2010

Telefonata shock su Radio Padania: "I due italiani uccisi in Germania? Erano terroni, se lo meritavano"

La Radio lascia parlare l'ascoltatore, senza interruzioni. Ma censura le telefonate di chi critica il ddl intercettazioni. 

clicca sopra per ascoltare la telefonata
 
Radio Padania, primo pomeriggio. Un ascoltatore piemontese interviene in diretta telefonica nel corso della rubrica "scuola padana", oggi dedicata al fondamentale tema delle differenze tra il sistema scolastico italiano e quello bavarese. Si lamenta dei calabresi ("quando qui a Carmagnola portano il loro santo in spalle è qualcosa di terribile"), per poi commentare l'uccisione dei due italiani lunedì in Germania:

senza la protezione di un forte presidio identitario questi criminali 'ndranghetisti ti spazzano via: quel poveraccio di Hannover probabilmente si è sentito in pericolo e si è difeso come poteva, quindi non è da rimproverare, noi li conosciamo bene i sudisti. Mi spiace solo che ne pagherà le conseguenze.

Il conduttore non lo interrompe. Anzi, sghignazza. Da parte sua, sul finire della telefonata, solo un timido invito a non divagare. 

Il direttore dell'emittente, l'eurodeputato Matteo Salvini, è solito giustificare questi episodi tirando in ballo la vocazione democratica di un organo di informazione che dà voce a tutti, "senza filtri né censura". Eppure sembra che la regola valga solo quando gli ascoltatori intervengono per dare addosso a meridionali, immigrati e transessuali. Ascoltate infatti cosa succede su quella stessa radio quando a telefonare è gente che non si spiega come la Lega possa sostenere il ddl intercettazioni:

Ohibò, la democratica Radio Padania "senza filtri né censura" gli ha staccato il telefono.