«Guardate, signori, che la scienza non ha in mano le chiavi per capire
la realtà: attraverso un certo tipo di scuola, e tramite i mass media, i
nostri ragazzi vengono drogati, dopati mentalmente su questo valore
assoluto della scienza. Ai nostri ragazzi viene fatto il lavaggio del
cervello». Radio Padania ricorda Margherita Hack, la
'signora dell'astrofisica italiana' spentasi sabato scorso all'età di 91
anni, mettendola sotto 'processo', assieme alla scienza tout court.
Il professor Andrea Rognoni,
conduttore della rubrica 'Cultura padana', riconosce a Margherita Hack
(«la quale va iscritta nel mondo padano, perché nata a Firenze e poi
vissuta nella Padania vera e propria») un «impregiudicato giudizio
positivo» per «l'enorme sforzo svolto nei confronti della cosiddetta
scienza», ma, aggiunge, «io al gioco del silenzio, del cerotto in bocca,
non ci sto», perché «lei sicuramente aveva in mano un patrimonio di
conoscenze straordinarie, però questo non ti autorizza ad assumere
posizioni di sfida nei confronti del mondo religioso, dell'ufologia e
dell'alto esoterismo di qualità».
In particolare, Rognoni
rimprovera alla Hack «una forte acredine nei confronti dell'astrologia,
che non è solo quella banale e stupida fatta oggi in televisione, ma
anche quella più profonda già esercitata dagli assiro-babilonesi, poi
portata avanti dai greci e dai celti ed arrivata fino ai nostri giorni,
un'astrologia scientifica attenta alla sincronicità tra cielo e terra e
praticata attraverso meccanismi piuttosto complessi di base matematica».
Margherita Hack, secondo Rognoni, «partiva da una non conoscenza della
materia, per criticarla in maniera aprioristica, andando verso quella
forma di peccato molto grave di sostituirsi a Dio e ammaestrare i
polli».
«Alcune conoscenze di base astrofisiche e astronomiche
non ti autorizzano ad aver capito tutto dell'universo e del mondo»,
sentenzia Rognoni. Che avverte: «Attenzione, certe prese di posizione
della Hack nei confronti del mondo ecclesiale, o di tutto ciò che
secondo lei era pura falsità, portano al cinismo assoluto, al cinismo
santificato, alla Chiesa del menefreghismo, dell'egoismo e del
materialismo». Per poi concludere: «Anche io sono d'accordo che la
scienza è importante, anche io mi sono sempre interessato alla storia
della scienza, in primis della scienza padana, ma è dagli anni '60 che
la scienza ci bombarda con i suoi assiomi, con l'aria di volerci dire:
voi ignoranti buzzurri state comodi davanti alla televisione, che ci
pensiamo noi scienziati a risolvere i problemi».
All'indomani della sua morte, simile 'processo', su Radio Padania,
era toccato anche a Lucio Dalla
. Proprio
ospite di 'Padania misteriosa'
,
il programma di ufologia di Radio Padania, era invece stata, nel 2009,
Margherita Hack.
Tag: andrea rognoni, I deliri di Radio Padania, lega nord, margherita hack, radio padania
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