Mondiali di Brasile 2014, ottantunesimo minuto dell'incontro
Italia-Uruguay: con stacco di testa su calcio d'angolo, l'uruguagio
Godin mette a segno la rete che manda a casa gli Azzurri. Immancabili,
su Radio Padania, le urla di gioia.
Un'euforia incontenibile, come al goal del Paraguay
nel primo incontro disputato dalla nazionale italiana ai mondiali di
Sudafrica del 2010. O come per le quattro reti a zero della finale Spagna-Italia agli Europei del 2012. Con una differenza. La Lega Nord non è più né quella di Bossi, né quella di Maroni: capolista in tutte le circoscrizioni alle ultime elezioni europee, il segretario Matteo Salvini, il quale, pur ribadendo fedeltà all'articolo 1 dello Statuto del Movimento ("La Lega Nord ha per finalità l'indipendenza della Padania"), ora si propone come leader di una rinnovata coalizione di centrodestra, alla vigilia di questo campionato aveva dichiarato: «Tiferò l'Italia. Meglio tifare l'Italia che altri».
Una identità cerchiobottista che si riversa anche in Radio Padania. «Ogni mia consistenza ideologica svanisce nel momento in cui una squadra è in svantaggio», avvertiva, al goal dell'Uruguay, Marco Pinti, coconduttore della radiocronaca di ieri sera, «quindi da adesso io sto con quelli che sono in svantaggio». Ossia con quella da lui definita «la nazionale del Paese che ci ospita».