Milano. Sgomberato il campo nomadi della Bovisa, Matteo Salvini, il "maître à penser" dei giovani padani, si aggira in zona, tra i banchi del mercato, in collegamento telefonico con Radio Padania Libera. C'è da raccogliere l'entusiamo del giorno dopo, la soddisfazione dei concittadini. Che per la verità parlano poco di nomadi. Preferiscono lamentarsi di pensioni e carovita. Anche quando un po’ imbeccati dallo stesso Salvini si esprimono su immigrazione e sicurezza, loro suggeriscono che sì, occorre essere duri con i violenti, ma accoglienti verso gli altri. Che delusione! Pensare che Salvini gioiva durante lo sgombero del campo, esultava davanti alle ruspe, dolendosi, in una giornata altrimenti impeccabile, di non poter condividere quello "spettacolo" con gli ascoltatori di Radio Padania. Perché non si era tutti lì a brindare per la becera conquista?
Infine, qualcuno si avvicina al suo microfono, non per denunciare un principio di accampamento abusivo di nomadi, ma un vicino accumulo di macerie e di murature diroccate infestate dai topi. Ed è allora che Matteo Salvini rassicura: "I topi sono più facili da debellare degli zingari", dice. Senza remore. Senza vergogna.
Qui sotto, l'audio.