30 gennaio, 2010

Il sostegno del Pd al pernicioso dibattito identitario di Sarkozy

La Lega dei diritti dell’uomo (sorta all’epoca dell’Affaire Dreyfus) l’ha definita "un’operazione illegittima che mira a dividere i cittadini francesi tra ben accetti e indesiderati"; Sos Racisme ne ha denunciato i propositi xenofobi e antislamici, promuovendo un appello sottoscritto da intellettuali, cantanti, attori, registi, sportivi, senatori, sindaci e deputati; il Partito socialista ha invitato tutti i suoi rappresentanti locali a boicottarne gli incontri, perché "indegni" e "inaccettabili"; Bayrou, leader del partito di centro, ha accusato i promotori di comportarsi da "manovratori che per calcolo elettorale si mettono a far leva sulle peggiori pulsioni della gente"; persino la stampa conservatrice ha espresso riserve: il settimanale Le Point ha parlato di "stato febbrile di una maggioranza pronta a tutto per riaccendere gli entusiasmi prima delle Regionali".

Tanto osteggiato in Francia, il "Dibattito sull’identità nazionale" indetto dal governo Sarkozy (100 prefetti e 350 viceprefetti mobilitati d’ufficio dal ministero dell’Immigrazione su tutto il territorio nazionale al fine di intavolare dibattiti pubblici sul tema: "La nostra è una Repubblica multiculturale? Di quali valori è fatta la nostra identità?") raccoglie tuttavia sostegno in Italia. Non da parte di Pdl o Lega, ma del Partito democratico. "È un’esperienza interessante che l’Italia dovrebbe copiare”, ha commentato oggi Enrico Letta.

Della vicenda, Bernard-Henri Lévy ha scritto: "Identità si dice dei soggetti, non delle collettività; si dice al plurale, mai al singolare; e dimenticarlo, ridurre una nazione alla rigidità di una supposta ‘identità’, significa impoverirla, farla morire, proprio quando le si vorrebbe dare fiducia nel suo avvenire (...). Tuttavia, se proprio esiste un'identità in panne, questa è l'identità europea". 

Ecco, il Partito democratico dovrebbe forse ripartire da lì, dalla nuova dimensione del nostro stare insieme, anziché mascherare la propria indecisa e confusa visione del mondo dietro a posticce bandiere tricolore agitate senza entusiasmo, con un'ambiguità che, anziché arginare, blandisce un'ondata di ripiegamento identitario che non coinvolge questo o quel paese, ma l’Europa nel suo insieme.

26 gennaio, 2010

Radio Padania: "Anna Frank non è una santa. E crepi con Satana chi ci accusa di moralismo"



"Non vogliamo vedere film dove gli omosessuali si slinguano tra di loro, la depravazione morale sta raggiungendo il suo limite estremo, arrivando a superare la cattiveria con la quale Hitler ha mandato sei milioni di ebrei a morire. Crepate, voi che ci date dei moralisti e dei bacchettoni, crepate assieme a Satana". Nella settimana della Memoria è con queste parole che Radio Padania torna sulla polemica sollevata dall’onorevole Grimoldi a proposito della lettura integrale del Diario di Anna Frank in una scuola elementare del monzese. 

A parlare è il conduttore della rubrica "Cultura padana", Andrea Rognoni, e la sua invettiva è rivolta contro coloro che "hanno fatto di Anna Frank una santa, tanto da averle dedicato una giornata, il 27 gennaio" e che "ne difenderebbero il Diario anche se vi fossero colate quattro pagine di sterco". 

Rognoni, che è anche direttore di Idee per l’Europa dei popoli, rivista fondata dall’europarlamentare Mario Borghezio, definisce il Diario "un libro bellissimo, che occorre leggere", ma condanna la possibilità che "i nostri bambini possano leggere pagine che parlano di clitoride, di vagina e di altre menate di questo genere". 

"Sono figlio di un deportato in un campo di concentramento", aggiunge Rognoni, "quindi non possono esserci ombre sul mio amore per gli ebrei. Per gli ebrei in quanto popolo, però, e non come lobby di potere diffusa nel mondo".



15 gennaio, 2010

Indovinello padano

Radio Padania, 14 gennaio 2010. Trasmissione di Massimiliano Romeo, assessore alla Sicurezza nel Comune di Monza:
Romeo: "La Lega non ce l’ha con chi è venuto qui per lavorare, bensì con quelli che sono venuti a fare i parassiti…" 
Radioascoltatore: "Vengono qui per strombazzarsi le nostre donne, che li preferiscono a noi che siamo troppo freddi e nordici…"

Di chi si staranno lamentando? Di migranti arabi, albanesi, slavi? No. La risposta, in un estratto della trasmissione. Qui:

 

07 gennaio, 2010

05 gennaio, 2010