17 dicembre, 2012

Su Radio Padania la differenza tra amplesso padano e amplesso italiota

Radio Padania, primo pomeriggio. Nello spazio "Cultura padana" oggi dedicato al giornalista sportivo Gianni Brera ("morto 20 anni fa in un incidente nella nebbia che lo ha restituito per sempre alla grande placenta padana, lui, che, valorizzando piatti tipi della bassa padana come la polenta, il risotto e la cassouela, ebbe il coraggio di ribellarsi alla solita pastasciutta e al solito abbacchio che arriva dal centro-sud con fetore un po' mafioso"), il conduttore Andrea Rognoni illustra la differenza tra"amplesso padano" e "amplesso italiota": 
"La funzione erotica, per i padani, è legata intimamente non al mangiar tanto, ma al mangiar di ottima qualità che prepara adeguatamente il nostro corpo, ma soprattutto l'anima e la mente, all'amplesso. L'amplesso non è meccanico, come il gallismo italiota vorrebbe insegnarci, ma è soltanto il frutto di una lunga preparazione mentale e psicofisica che passa attraverso il cibo".
Qui sotto, l'audio. 

 

(per il blog dell'Espresso)

22 novembre, 2012

Radio Padania: «I Protocolli dei Savi di Sion sono pieni di spunti interessanti»

Di Pierluigi Pellegrin, giornalista che su Radio Padania ogni sera conduce la rubrica dell'odio "Mai più senza società multiculturale", avevo già scritto qui e qui.

Interrogato da un ascoltatore, e dispensando indicazioni di metodo agli "amici complottisti" onde evitare "il dileggio della stampa" e "convincere le altre persone di oggettivi dati di fatto", ieri Pellegrin ha detto la sua sui "Protocolli dei Savi di Sion", il falso documentale di propaganda antisemita utilizzato dalla Russia zarista prima, e dai nazisti dopo, per avvalorare presso l'opinione pubblica la famigerata tesi del complotto giudaico-massonico:

"I Protocolli di Sion sono stati smentiti e smascherati, ma io li ho letti e sono pieni di spunti interessanti. Veri o presunti, ci sono delle situazioni che meritano di essere prese in considerazione,  per esempio quando si dice che ai gentili devi lasciare la politica, mentre i soldi e la comunicazione se la terrebbero i semiti. Ed è curioso, se andate a vedere: la politica, in effetti, è così, la politica non viene impiegata da un determinato tipo di persone, la occupiamo noi;  invece gli spazi che sono dedicati alla gestione dei soldi, la grande finanza internazionale e la grande comunicazione fanno capo a famiglie di origine semitica. Questo è un dato di fatto. Ciò significa il Nuovo ordine mondiale e il Bilderberg? Non lo so e non ci penso e non credo, però io dico: partiamo da questo dato di fatto oggettivo: le principali famiglie che governano la finanza internazionale sono di origine ebrea, questo è un dato di fatto; i principali organismi delle agenzie di informazione sono occupati da uomini che sono comunque ebrei; la più grande macchina dello spettacolo, cioè Hollywood, andate a vedere i nomi e sono tutti ebrei dichiarati;  questo è un dato di fatto, giusto o sbagliato, preoccupante, terrorizzante o indifferente non lo so, ma questo è un dato, poi le conclusioni sarà lecito poterle tirare.

Naturalmente, però, Trilateral e Bilderberg, come fanno i miei amici complottisti,  non mi sembrano la strada più conveniente per attirare l'attenzione o convincere le altre persone: evocare questi spettri non mi sembra molto astuto. Non metto in discussione, non critico quello che dicono i miei amici complottisti, ma da vecchio addetto stampa metto in discussione la forma in cui ce lo viene comunicato: i dati,  i numeri e i nomi ve li posso fornire quando volete, i nomi che governano la finanza, l'informazione e Hollywood sono per la preponderanza nomi ebrei, di famiglie ebree,  dichiaratamente ebree; detto questo,  voi non sentirete mai quello che sto dicendo ripreso per esser dileggiato; se io invece avessi fatto dei ragionamenti da dietrologo sul Nuovo ordine mondiale, la Bestia e 666,  allora qualcuno avrebbe approfittato di un vulnus di comunicazione, di una esposizione del fianco, per colpire in modo vigliacco e schifoso, e se ti sei preso un calcio nel basso ventre o un colpo alle spalle, lo hai preso, mentre tu devi fare di tutto per non prenderlo, se vuoi proteggere e difendere quello che ritieni giusto".

 

14 novembre, 2012

Il leghista Boso: «Stringere forte la Fornero fino a sentire le ossa che fanno crack»

«Voglio bene alla Fornero, le voglio così bene che la stringerei tanto forte finché la strozzo: stringerla, stringerla forte finché senti il costato che fa crack»: lo dice, a Radio Padania, Enzo Erminio Boso, volto storico della Lega, soprannominato l'"Obelix padano" proprio per la sua stazza.

«Qual è il ministro di questo governo che ti sta più simpatico? Un trattamento Sgarbi verso la Fornero no, eh? no..»,  gli aveva chiesto il conduttore, alludendo a un episodio del 1995, quando Erminio Boso, allora senatore, prese a calci Vittorio Sgarbi nel corso di una lite in Transatlantico («la Lega non vale nulla», pare gli avesse urlato Sgarbi).

Qui sotto, l'audio. 

 

(per il blog dell'Espresso)

30 ottobre, 2012

29 ottobre, 2012

Quando il complottismo leghista entra in corto-circuito

Radio Padania, responsabile settore "Cultura padana", oggi:
«Il fatimismo, il culto degenerato di Fatima, è un fenomeno pericoloso che cela mire di destabilizzazione geopolitica, non a caso esso è funzionale ai progetti dei neoconservatori americani. C'è un culto sincero della Madonna di Fatima, permesso e riconosciuto dalla Chiesa, e poi c'è il fatimismo come ideologia, con una componente pseudoreligiosa, connotata dal feticismo a-cattolico delle famose copie della statua della Madonna di Fatima, ed una geopolitica, relativa all'uso che i diversi servizi segreti hanno fatto e fanno del fatimismo per destabilizzare diversi Stati. Mi riferisco in particolare alla Cia e all'M16 britannico, i quali, da circa 30 anni, utilizzano il fatimismo, e tutto il carico ideologico che si è via via creato attorno a questo fenomeno, per mettere in difficoltà tutti quegli Stati che non accettino di sottomettersi alle mire dell'iperliberismo in campo economico e dell'atlantismo in campo militare. I tribuni del fatimismo sono persone molto sgamate, sono veri agenti provocatori in genere a libro paga della Cia. Gli agenti del fatimismo vanno in giro a parlare a nome della Madonna; siamo ai livelli di pazzia se si trattasse di personaggi fuori di testa: in realtà si tratta di provocatori che mirano a colpire in modo furbo e lesto giocando sulla buonafede dei tanti».
Strasburgo, la settimana scorsa:

 

Inoltre. Radio Padania, responsabile settore "Cultura padana", oggi:
«Anche l'ufologia va denunciata. L'apparato bellico americano sostiene le riviste ufologiche e la diffusione dell'ideologia ufologica perché è evidente che uno Stato, nel raccontare e nell'inventarsi la presenza di una minaccia aliena, può così giustificare la spesa bellica. Così fece Hitler e così fecero, e fanno, i governi americani: addirittura, di recente, gli UFO sono cominciati ad apparire persino sopra Israele e proprio perché l'estrema destra israeliana, che è diffusa in maniera trasversale tra i vari partiti presenti alla Knesset, vuole spingere gli israeliani non alla pace con i palestinesi, bensì a fare di Israele una trincea sempre più armata (...). E' da notarsi come quasi sempre gli ufologi siano anche fatimisti, e i fatimisti siano anche ufologi»
Strasburgo, tempo fa:

  

21 ottobre, 2012

C'è delazione e delazione

Radio Padania, oggi: "E' boom di chiamate al 117 contro gli evasori. Aumentano le segnalazioni di violazioni,  dagli scontrini non emessi al lavoro in nero. Insomma siamo un paese di spioni, di delatori. Mi piace poco questa cosa, perché è giusto che chi fa il furbetto paghi, però questa corsa al denunciare a tutti i costi... Lo Stato deve fare il suo lavoro, e i cittadini devono fare il loro dovere, punto,  ma che uno vada a denunciare l'altro...  Sembra di essere all'epoca della Cina di Mao,  quando si spiavano tutti. Siamo arrivati a questo, alla guerra dei poveri".

Tre anni fa, iniziative amministrazioni leghiste all'indomani dell'approvazione del decreto Maroni che introduceva il "reato di clandestinità":

 

 

16 ottobre, 2012

Assolo di corno di vacca

Introdotto dall'antropologa Antonia Bertocchi, presidentessa delle "Donne padane" di Cremona («Il femminismo ha fallito; la nuova via è il femminismo antropologico»), ecco l'"Assolo di corno di vacca", andato ieri in onda su Radio Padania.

Esegue una bimba friulana, a testimonianza di come «le donne siano custodi di tradizioni che, risalendo a 30 mila anni fa, affondano nella lontana preistoria» - una preistoria, però, «nella quale mica è vero che gli uomini fossero cavernicoli che sottomettevano le donne: questa è un'idea che la cultura dominante si ostina ad imporre per poter spadroneggiare meglio e per farci morire di fame lasciando i popoli in balia delle bugie, non riuscendo più a controllare i processi identitari».

Buon ascolto.

 

(per il blog dell'Espresso)

28 settembre, 2012

Il giovane consigliere leghista: «Mandare carta igienica al Sud, che devono ancora capire a cosa serve»

Radio Padania, mercoledì sera, trasmissione "4 ciacole" dei Giovani padani di Verona e del Veneto. In diretta dalla "Gianfranco Miglio", una delle otto sedi scaligere della Lega Nord, il co-conduttore Vito Comencini (segretario di sezione e vice coordinatore provinciale dei Giovani padani, nonché consigliere, segretario di circoscrizione e capogruppo del Carroccio in Verona 3) dapprima "ironizza", con malcelato riferimento ai maghrebini di seconda e terza generazione nati e cresciuti in Francia, sul viaggio di nozze a Parigi di un "fratello padano" («ho saputo che in questi giorni dovrebbe essere in visita alle banlieue parigine, spero si sia munito di lanciafiamme perché potrebbe essere utile, visto che comincia ad esserci freddo»); quindi commenta la decisione del ministro Profumo di dotare di tablet gli insegnanti del Meridione (fondi europei destinati alle Regioni svantaggiate comprese nell'Obiettivo Convergenza). Queste le sue parole:
«Questa cosa ci potrebbe anche un po' ricordare un periodo storico, durante la seconda guerra mondiale, quando qualcuno si sbagliò e, invece di mandare il vestiario per il fronte russo in Russia, lo mandò in Africa e, quello dell'Africa, lo mandò in Russia. Ora sta succedendo la stessa cosa: invece di mandare giù la carta igienica, che magari servirebbe là, che, purtroppo, forse devono anche capire a cosa serve, o le saponette, che magari potrebbero essere molto utili, queste cose forse le mandano a noi, e invece giù mandano la tecnologia, che magari potrebbe essere adatta alla nostre scuole». 
 Di seguito, l'audio:
 

 

(per il blog dell'Espresso)

21 settembre, 2012

Incendio in capannone cinese, segretario leghista: «Peccato, nemmeno un morto»

Enorme incendio, ieri a Monza, in un magazzino di merci cinese. Fiamme estese su un'area di migliaia di metri quadrati, operai intossicati e allerta Arpa per i fumi tossici. Patrizio Ferrabue, segretario della locale sezione leghista di Bovisio Masciago, è rammaricato: nemmeno un cinese è morto nell'incidente. Ma, confida, «sarà per la prossima volta».

14 agosto, 2012

«A Londra ci voleva la padanità»

«Un'Olimpiade abominevole, dove i soliti quaquaraquà romani speravano di riuscire a sfruttare i soliti quattro o cinque ragazzi e ragazze padane per lustrarsi, per farsi merito di un'Italia che naviga nell'oro, ma questa volta non è andata così». All'indomani delle Olimpiadi di Londra, anche Radio Padania stende un suo bilancio dei Giochi: in chiave "identitaria e padanista". La trasmissione è "Arte Nord", rubrica culturale condotta dal professor Andrea Rognoni, insegnante di materie letterarie che già in passato si era distinto per aver messo sotto processo Lucio Dalla alla vigilia delle esequie dell'artista, definendolo "un mefistofelico mistificatore simbolo di un'Italia che non vorremmo".

In particolare, Andrea Rognoni si sofferma su tre atleti: Federica Pellegrini, Tania Cagnotto e Alex Schwazer, tre casi che, «in un'Olimpiade disastrosa, una delle peggiori della storia, dove i padani e i peripadani hanno dimostrato abilità e astuzia nel tiro e nella scherma, ma il tiro e la scherma non sono la quintessenza dello sport inteso come prestanza fisica», ci dicono «una volta per tutte, che far gareggiare squadre venete o piemontesi, anziché l'italianità, sarebbe l'unico modo per salvaguardare un patrimonio fisico, atletico, ginnico e morale che non è stato realmente valutato: la padanità».

Una "padanità" - anzi, «una sana padanità, fatta di tradizioni nostre e del nostro modo di vedere e e valutare le cose»- che si è rivelata innanzitutto nella Pellegrini, «una ragazza che rappresenta il fior fiore dell'antropologia padana, alta, slanciata e capace di prestazioni eccezionali», ma che la nuotatrice non ha saputo custodire, andandola a «confondere ed annacquare nella solita italianità romanofila, nelle solite italioticità e pubblicità massmediatica, nel solito polpettone italiota a sfondo romano: da qui il pataracchio, il crollo totale». «Abbiamo rovinato una ragazza, rendendoci, noi padani, conniventi della peggiore italianità», ammonisce Rognoni, amareggiato per «un concetto che è sempre lo stesso: abbiamo svenduto all'Italia e al mondialismo un valore fisico ed atletico eccezionale, nessuno riconoscerà più nella Pellegrini la quintessenza della padanità dal punto di vista antropologico, tutti la confonderanno ancora una volta con la solita Italia degli spaghetti e del mandolino».

A Tania Cagnotto, tuffatrice rimasta fuori dal podio, in lacrime, per meno di mezzo punto, Rognoni dedica invece un appello, con la voce che gli si rompe in gola: «Tania, perché piangere e disperarti? Tania, quella medaglia, combattuta per un'Italia che è lontana mille luci dalla volontà dei popolo padano-alpini, non ti faceva onore. Tania, tu sei una ragazza meravigliosa: perché accanirti in nome di un'Italia bastarda? Noi non vogliamo le medaglie dell'Italia, noi vogliamo le medaglie della Padania, quando la Padania ci sarà». Nell'abbraccio di fine gara tra l'atleta e il padre, Andrea Rognoni coglie «l'immagine più commovente -per chi ha un minimo di sensibilità- di queste Olimpiadi, perché più vicina ad un orizzonte identitario: in quell'abbraccio c'è la trasmissione di valori come la intendiamo noi padani e padano-alpini, valori che il padre, nato e cresciuto a Bolzano, ma che ha una famiglia veneta, ha trasmesso appunto alla figlia». 

Quanto al caso di Alexandre Schwazer, l'azzurro squalificato per doping («un atleta sudtirolese che, come un bambinone grosso, alto e bello, si mette a piangere ammettendo di fronte al mondo di aver sbagliato»), Rognoni parla invece di capro espiatorio. E di razzismo: «Nello sport di oggi il doping è all'ordine del giorno, ma l'atleta altoatesino, che non canta l'inno perché non gliene può fregare di meno, è stato visto come il colpevole, come colui che ha infangato i valori mediterranei con il suo sangue impuro di origine teutonica». E poco importa che l'atleta più che nelle Camicie verdi militasse nell'Arma dei Carabinieri: «Parliamo comunque di Südtirol, un mondo che ha fatto di tutto per combattere Roma. Quella è la marca, quella è l'origine».

 Daniele Sensi (per l'Espresso)

02 agosto, 2012

La differenza tra "terroni buoni" e "terroni cattivi"

Nella giornata in memoria del 'Porrajmos', lo sterminio nazifascista di rom e sinti (in 3000 vennero gasati ad Auschwitz nella sola notte tra il 2 e il 3 agosto del 1944), Sammy Varin, speaker di Radio Padania, spiega la differenza tra "terroni buoni" e "terroni cattivi":
«Ci sono meridionali che non fanno niente tutto il giorno, quelli che si sono presi la pensione senza meritarla: questi sono i terroni nel senso dispregiativo del termine. Tanto di cappello invece per quei meridionali che valgono cento settentrionali, quelli che sono incazzati cento volte più di noi, quelli che alzano la testa, quelli che magari sparano per aria quando vedono i rom in un campo vicino a casa. Lo sapete perché non ci sono rom in Sardegna? Fatevelo raccontare da un nostro amico leghista duro e puro: "Appena si accampano qui, nel campo vicino, un giorno, due giorni e poi inizio a sparare per aria e vedi che scappano tutti, immediatamente, non ne rimane uno". Quelli sanno che non bisogna scherzare con determinate popolazioni, come anche i siciliani e i calabresi: in determinate zone, gli immigrati ci passano e ci stanno mezzoretta o un oretta, non di più, altrimenti non si sa che fine facciano.»
Di seguito l'audio:
 

 

(per il blog dell'Espresso)

01 luglio, 2012

30 giugno, 2012

21 giugno, 2012

Nessuna pietà, neppure per i bambini

Pierluigi Pellegrin («io i neri li chiamo negri per gusto personale, per il piacere un po' perverso di essere insultato dai progressisti») conduce il preserale di Radio Padania Libera. Sua è la rubrica "Mai più senza società multiculturale", una rassegna stampa, quotidiana, di crimini più o meno gravi compiuti da cittadini stranieri in suolo "padano", una sorta di vespro dell'odio introdotto da un passaggio di "Colpa d'Alfredo" di Vasco Rossi ("è andata a casa con il negro la troia") e da un frammento dell'intervento di Nichi Vendola a Piazza Duomo per la vittoria di Pisapia ("noi vogliamo abbracciare i nostri fratelli rom e musulmani"). 

Con la voce che calca il tono sulle nazionalità dei «predoni stranieri» («calano i furti nei negozi, questa è la dimostrazione che i predoni stranieri oramai se la prendono con i più deboli, come gli anziani»), il suo è uno spazio che non risparmia neppure i bambini: «Avviato a Verona un programma di copertura vaccinale per un gruppo di bambini rom di origine rumena. Sarebbe una fantastica notizia, se esistesse il vaccino anti-furto»; o, ancora: «Assalto in villa ad opera di una banda di immigrati albanesi, e, per la serie le buone notizie non arrivano mai da sole, quasi la metà dei bambini nati a Susegana, nel trevigiano, è straniera: un futuro pieno di opportunità multiculturali come quella di cui vi ho appena dato notizia». 

Un'ossessione xenofoba che, ieri sera, non ha avuto pietà neppure per la piccola "Anna", una bimba ucraina, affetta da tetraplegia muscolare dalla nascita, che, a Treviso, grazie all'interessamento di una Onlus, ha finalmente acquistato l'uso delle gambe ma che, a causa dello scadere del visto turistico, rischiava l'espulsione prima del termine delle terapie mediche. Tra storie di scippi, furti e stupri, la vicenda ha fatto capolino nella rubrica di Pierluigi Pellegrin. Il quale -«adesso fatemi sconvolgere i borghesi con una battuta caustica»- ha così commentato: «Questa bambina, adesso, tutto sommato, può andarsene con le proprie gambe a casa sua». 

 Di seguito, l'audio:

 

(per il blog dell'Espresso)

07 giugno, 2012

Giovani padani: «Non è nella natura dei napoletani lavorare otto ore al giorno»

Una serata all'insegna della paranoia, ieri, su Radio Padania:
«Si guardino gli ultimi procuratori della Repubblica che abbiamo avuto a Mantova o a Vicenza, sono tutti uomini del meridione, questo perché lo Stato non vuole assolutamente che qualcuno di autoctono possa lavorare in certi posti, come anche nell'Agenzia delle Entrate del Veneto, la quale ha sì bandito un concorso per cento dipendenti, ma degli ottomila iscritti nessuno è di Verona o di Padova, proprio perché dietro c'è la volontà dello Stato centralista di sradicare le culture e le abitudini locali, quindi i nostri ragazzi nemmeno si iscrivono, perché vedono che i nomi di chi siede in commissione non sono nomi padani e sanno che i meridionali hanno la concezione della lobby e che quindi è possibile che vengano avvantaggiati coloro che provengono da una certa area.»
Sono i Giovani padani di Verona e del Veneto, i quali indirizzano un messaggio di fratellanza ai meridionali. Con queste parole:
«Noi non ce l'abbiamo con il Sud, non ce l'abbiamo con la Calabria o con la Campania, diciamo solo che siamo diversi: loro hanno le loro doti, le loro caratteristiche positive come quelle negative, noi ne abbiamo altre (...). C'è insomma una cultura diversa: si sa che ai napoletani non piace molto lavorare come quanto ne sono portati i padani. Bisogna però che vengano sviluppate le doti positive di ogni singolo popolo, non cercare di uniformarli tutti nel tentativo di dire anche ai napoletani: "Voi dovete lavorare 8 ore al giorno", perché probabilmente non è nella loro caratteristica - loro possono fare altre cose, magari sono bravi a cantare. Ognuno ha le sue specificità, insomma: come negli sport, dove si sa che gli africani sono generalmente più veloci nei 100 metri, così ogni popolo ha le sue attitudini. Non bisogna forzare quella che è la natura».
Di seguito, l'audio:

 

04 giugno, 2012

«La Padania vittima di un enorme progetto satanico»

«Sarà difficile trovare su giornali come l'Unità, o similari, notizie sui progetti occulti del Club Bilderberg, questo perché oggi la sinistra culturale è direttamente o indirettamente complice degli stessi poteri del Club Bilderberg. Ciò nonostante, alcune notizie sul Club Bilderberg sono passate grazie ad alcune interessanti trasmissioni televisive come Mistero, in cui ultimamente si è parlato spesso e volentieri del Club Bilderberg o di altre realtà che appartengono al peggior mondialismo. Ci sono infatti collegamenti del Club Bilderberg e della Trilateral Commission con alcuni aspetti esoterici e 'misteriosofici' -ossia con quello quello che io ho altre volte chiamato 'il cattivo esoterismo'. In altre parole, ci sono delle premesse di carattere non solo ideologico, ma anche pseudo-religiose, che starebbero alla base delle scelte fatte dai padroni del mondo. Qualcuno addirittura parla di 'ipoteca satanistica' , parla di conoscenze occulte che vengono usate male per riuscire in qualche modo ad impadronirsi dell'Universo.

Ieri sera, a Forlì, abbiamo avuto ospite alla nostra tavolata uno scrittore il quale ci ha raccontato come nella realtà ci sia una connessione tra il peggior satanismo e il mondialismo, portandoci ad esempio la famosa tela delle Nazioni Unite dove vengono riportati, in una immagine allucinante, i settantadue demoni che governano il mondo. Quindi se pensiamo come già la massoneria tradizionale sia stata complice di questa ipoteca satanistica, non possiamo che rimanere allarmati e disgustati da quanto i nuovi poteri forti si abbeverino e si allattino alle mammelle di Satana e di Dio Mammona per riuscire a portare a termine le cose che hanno in mente. Però in questo momento è meglio soffermarsi più particolarmente sugli aspetti economici e politici, perché ipotizzare che l'attuale Governo, non in termini di coscienza e di consapevolezza assoluta, sia in qualche modo un anello di una catena che ci tiene incatenati sulla base di idee, decisioni, progetti più grandi forse dello stesso pianeta Terra, questo è molto importante. L'Italia, probabilmente, e, soprattutto, la Padania, sono in questo momento al centro di questo progetto enorme».

Radio Padania, Andrea Rognoni, 
spazio "Cultura padana"
 
(per il blog dell'Espresso)

03 maggio, 2012

Università belga dice NO a Mario Borghezio

Mario Borghezio è stato respinto, ieri, dall'Università di Gent, in Belgio, dove avrebbe dovuto tenere una conferenza su 'Crisi, banche e Club Bilderberg' organizzata da una sigla studentesca che fa capo all'N-SA, formazione dell'estrema destra nazionalista. «Un'ulteriore conferma che pluralismo e libero dibattito in questo Istituto non sono consentiti», accusano gli organizzatori. «Balle», replica il rettore: «Esaminata la storia politica dell'eurodeputato italiano e considerata la lunga lista di addebiti che gli vengono mossi, vi avevo avvisato per tempo, almeno un mese fa, che l'Università non avrebbe concesso le sue strutture». 
 
L'N-SA ('Nuovo solidarismo alternativo') è un movimento extraparlamentare dall'ispirazione neofascista nemmeno troppo velata. «Chiamateci pure 'Solidaristen'», scrivono nella propria mission, con riferimento piuttosto esplicito all''Unione nazionale di Solidarietà' (Verbond der Dietse Nationaal Solidaristen), partito autoritario che nel Belgio degli anni '30 e '40 propugnava lo stesso socialismo nazionale e corporativista di Mussolini e Hitler (nonché il loro antigiudaismo). A moderare i lavori della conferenza era stato chiamato Ruben Rosiers, esponente dell'N-SA che, sul proprio blog, si autodefinisce 'Mr. Hooligan': ultrà degli stadi, fautore degli stessi come luogo di reclutamento e di espressione politica, Rosiers contesta la 'tessera del tifoso' introdotta in Italia da Roberto Maroni. Pagine preferite, su Facebook: Casapound e 'Le più belle frasi di Benito Mussolini'.

Gli organizzatori fanno sapere che Mario Borghezio ha potuto poi tenere la sua relazione in serata, «in un luogo segreto».
 

17 aprile, 2012

«Compra diamanti», lo spot leghista

Rosy Mauro smentisce: «Mi vedo costretta ad adire le vie legali per tutelare la mia rispettabilità, onestà e onorabilità contro l’ennesima fuga di notizie infondate, false e gravemente diffamatorie». Anche il senatore Piergiorgio Stiffoni smentisce: «Ribadisco la mia posizione di assoluta estraneità a qualsiasi movimentazione di denaro della Lega Nord: di quello che facesse Belsito con i soldi del movimento non ho mai saputo niente, dalla Lega non ho mai avuto soldi e di come investo i risparmi miei e della mia famiglia sono solo affari miei e non devo rendere conto a nessuno».

Parole che, nel pieno della bufera che ha investito la Lega, rincuorano Matteo Salvini: «Abbiamo già espulso chi ha portato i nostri soldi in Tanzania, se altri hanno sbagliato pagheranno, ma così, almeno, possiamo lasciare i diamanti in gioielleria». Già, i diamanti, diamanti e oro, quelli che, stando a quanto emerge dalle carte degli inquirenti, sarebbero stati acquistati con i soldi distratti dalle casse del Carroccio: 200 mila euro in lingotti d'oro consegnati all'ex tesoriere Francesco Belsito, più altri 400 mila euro in pietre preziose che, sempre secondo gli inquirenti, sarebbero stati «comprati e poi consegnati materialmente» nella disponibilità del vicepresidente del Senato Rosy Mauro, del senatore trevigiano Piergiorgio Stiffoni, membro del precedente comitato amministrativo di tesoreria della Lega, e dello stesso Belsito. Lingotti e diamanti che ora mancherebbero all'appello e che lunedì hanno nuovamente portato la Guardia di Finanza in via Bellerio.

«Cercate l'oro della Lega? Andate a controllare nelle sezioni, troverete decine di migliaia di militanti che si impegnano con serietà e infinita passione per la loro terra e per la loro gente, loro sono l'oro della Lega», è, su Facebook, il commento dei militanti. «Oggi la Finanza è tornata nella sede della Lega cercando oro e diamanti.

Droga niente? Manca solo l'arrivo dei Caschi blu e siamo su 'Scherzi a parte'», annota invece, sarcastico, Matteo Salvini, ben sapendo quanto “oro” e “diamanti” stridano con il consueto vocabolario leghista e con le parole d'ordine cui la base è abituata. Ironia della sorte, ciò che Salvini sembra ignorare è che proprio dal seminterrato di via Bellerio, ossia dagli studi di quella Radio Padania Libera di cui egli è direttore, alternata a spot di prodotti biologici, olio d'oliva e vasche da bagno per anziani, negli ultimi mesi è stata ciclicamente messa in onda un curiosa inserzione pubblicitaria - 'curiosa' perché apparentemente fuori target, considerato il pubblico di riferimento dell'emittente.

Una radio-promozione (simile committenza pubblicitaria, in via Bellerio, non passa da agenzie esterne ma viene 'raccolta' direttamente dalla radio), nel corso della quale lo speaker - ex Radio Italia, 'borgheziano', conduttore delle prime trasmissioni del mattino - dialogando con l'inserzionista sprona gli ascoltatori a investire (indovinate un po'?) proprio «in una forma di investimento ancora poco conosciuta in Italia, i diamanti» perché «mai come in questo momento storico è meglio non lasciare i nostri soldi sul conto corrente».

'L'Espresso' ha recuperato l'audio di una di quelle rubriche commerciali, e ve lo ripropone integralmente. Il recapito telefonico - che abbiamo oscurato - fa riferimento ad una società di investimenti trevigiana. In catalogo, anche 'tondi', in argento, del Ventennio fascista e ritratti del Duce. Ma soprattutto loro: «diamanti e oro, «un investimento d'autore» disponibile in tre differenti set. Tempi di consegna, 45 giorni lavorativi. 

 Daniele Sensi (per l'Espresso)

I diamanti di Radio Padania

Quando ho letto dei 400 mila euro in diamanti che sarebbero stati acquistati da Belsito, Rosy Mauro e il senatore Stiffoni con i soldi della Lega, m'è tornato alla mente uno spot, piuttosto particolare, a lungo andato in onda su Radio Padania. Sono andato a scartabellare tra vecchi file che tenevo nel pc, all'impossibile ricerca di un registrato di quella comunicazione commerciale. Che ho rinvenuto.

 

10 aprile, 2012

Avrà fatto qualche sgarro a qualche industria di caffè

"I video di Renzo Bossi che prende i soldi sono solo una sciocchezza. La verità è che vogliono eliminare la Lega per motivi economici, perché la pubblicità che voi fate del Caffè padano  ha eliminato tutte le ditte di caffè che esistono,  a cominciare dalla Lavazza". Un'ascoltatrice di Radio Padania, oggi:

09 aprile, 2012

Da loro funziona così

1) Maroni, che oggi gioca a fare il "barbaro sognante" al fine di  cavalcare un repulisti che lo porti alla guida del partito, nel 2010 scese in campo per sostenere la candidatura di Renzo Bossi alle elezioni regionali, assicurando: "Renzo ha scelto di faticare e di farsi eleggere dalla gente con le preferenze. È una scelta molto seria perché la Lega premia quelli che lavorano. Da noi funziona così. Fossi bresciano voterei Renzo Bossi, il nome è una garanzia".



2) Matteo Salvini, oggi: "Salutato Renzo Bossi, ora tocca a qualcun altro". Portaborse di Salvini al Parlamento europeo, nel 2004: Riccardo Bossi.

06 aprile, 2012

«Il vero scandalo? I soldi ai terroni»

Belsito una trappola dei servizi segreti e della magistratura, messo lì per far fuori il Carroccio. Lo sostiene il deputato leghista Alberto Torazzi, intervenuto, nella tarda serata di giovedì, su Radio Padania: «Se Belsito è arrivato lì con quel fardello e con quei contatti preoccupanti è chiaro che il potere romano lo sapesse e che i servizi segreti e la magistratura hanno preparato questa polpetta avvelenata e l'hanno cucinata per bene per poi far fuori Umberto Bossi». 

«E' stato sollevato un polverone per niente», ha inoltre aggiunto l'onorevole, «perché Bossi, che per dieci anni ha vissuto in un monolocale spendendo per il movimento tutti i soldi che incassava, è un uomo che dopo il malore del 2004 aveva una famiglia da mantenere e se il Consiglio federale avesse stabilito un fondo di 50, 100 mila euro a sua disposizione nessuno avrebbe avuto niente da ridire, poiché 50, 100 mila euro l'anno, dal 2004 al 2012, fanno 800 mila euro, quindi il doppio della cifra ora contestata». 

«Il vero scandalo sono i 400 miliardi di euro che pur stando in Padania vengono gestiti da leggi stabilite dai nostri cuginetti terroni», ha infine concluso Alberto Torazzi, prima di prendersela con i tre parlamentari della Lega che già un anno fa avrebbero presentato un esposto in Procura sul conto del tesoriere Belsito: «Spero che questa notizia sia falsa, perché ricorrere alla magistratura italiana, invece che risolvere internamente il problema, sarebbe la cosa che mi rattristerebbe di più, poiché vorrebbe dire che noi abbiamo ancora in giro personaggi che credono di poter avere giustizia e legalità passando dagli apparati dello Stato italiano, mentre dovremmo avere invece il coraggio degli irlandesi e dei baschi». 

Un riferimento al «coraggio» degli irlandesi e dei baschi, ovvero all'abbandono della via non-violenta fino ad oggi tenuta dal Carroccio, anche nelle parole dell'eurodeputato Mario Borghezio, pure lui intervenuto su Radio Padania: «Sarebbe stato da pazzi pensare che l'unico movimento che si oppone al governo della Trilaterale e del Club Bilderberg non si dovesse aspettare una qualche grande puttanata, ma stiano ben attenti a non tirare troppo la corda questi signori che vomitano contro Bossi e contro la Lega, perché forse la colpa di noi patrioti padani è di essere troppo pacifici, ma molti di noi la pensano esattamente come i baschi, e io sono uno di quelli». 

Contrario alla via gandhiana anche Giuliano Citterio, speaker dell'emittente: «E' l'inizio della nuova dittatura romana contro il popolo padano: spero che contro i feroci colonizzatori di oggi si metta in cantina Gandhi». 

E su Radio Padania si è fatto sentire lo stesso Umberto Bossi, il quale, dopo aver ribadito la tesi del complotto («Questo è il Sistema che si difende, perché com'è possibile che noi abbiamo un amministratore collegato a famiglie dell'ndrangheta e nessuno lo abbia fermato prima, avvisandoci?»), ha meglio spiegato le ragioni delle proprie dimissioni: «L'ho fatto per il movimento, che così può meglio liberarsi delle beghe; ma anche per me, perché fossi rimasto lì avrei dovuto procedere a eventuali interventi sui figli». Insomma ragioni di convenienza personale, non solo l'immagine agiografica del leader che, tra le lacrime dei militanti, si immola per la Causa («l'unico segretario che, appena lambito dal sospetto, abbia avuto il coraggio di dimettersi»). 

L'impressione, per la verità, è che davvero Bossi, più che un passo indietro, abbia voluto fare un passo di fianco, per lasciare agli altri il lavoro 'sporco' e tornare in pista a 'pulizie' ultimate: «Nessuno all'interno della Lega può farmi le scarpe: tra pochi mesi c'è il Congresso, e saranno il Congresso e la militanza a riprendere in mano le regole», ha rassicurato Bossi a conclusione del suo intervento. 

Non sarebbe quindi un caso se qualcuno nel Consiglio federale mal vedesse le dimissioni del segretario, il quale, rimanendo in carica fino al Congresso del prossimo autunno, sarebbe stato trascinato a fondo assieme al "cerchio magico". Con le sue dimissioni, la base si è invece ricompattata attorno a quello che Roberto Ortelli, conduttore di Radio Padania Libera, in questa settimana di Pasqua oramai definisce, in termini escatologici, un «Dio»: «Il Venerdì santo ci insegna che dal dolore più grande, dalla crocifissione e dal deicidio, nasce la gioia più grande, la certezza della Salvezza, la resurrezione del Dio vero, del Re dei Re, e del suo trionfo sul Male». 

Nell'attesa della Redenzione, sulle pagine Facebook di area leghista si susseguono gli appelli a mettere da parte le divisioni tra "maroniani" e "cerchisti", mentre si moltiplicano gli strali contro le origini meridionali di Belsito («terrone sei e terrone resterai», «mai fidas dì terù!», «prima o poi il terrone ti incula»), Rosy Mauro («sangue non mente», «questa è la prova provata che i terrun son terrun senza eccezioni», «mi sono sempre chiesta cosa ci facesse questa faccia da terrona sul palco della Lega») e Manuela Marrone, moglie del Senatur: «Sarà un caso, ma dall'interno ci hanno rovinato i meridionali». 

E se qualcuno annota, sarcastico, che «non si dice terrone, altrimenti ci criticano», altri, come la sezione Lega Nord di Cairate, rilanciano: «Vero, non si dice terrone: si dice terronazzo!». Il peggiore, un militante dei giovani padani di Torino: «Purtroppo ho il cognome terrone per un mio lontano parente, ma per fortuna io sono nato in Padania e la maggior parte dei terroni mi fanno schifo, non hanno voglia di fare un cazzo e puzzano che sembra che non si lavano da 100 anni». 

Daniele Sensi (per l'Espresso)

27 marzo, 2012

"L'unico rom buono è quello morto"

"L'unica soluzione contro i rom è quella tedesca", perché "l'unico rom buono è quello morto" e se "Hitler voleva sterminare certe razze non aveva tutti i torti", ma "purtroppo è andata male". Dalla pagina FB "Padani si nasce", pagina pubblicizzata anche su Radio Padania. Tra gli altri, Dolores Valandro ("contro questi non basta nemmeno il napalm"), vicecoordinatrice alla Commissione sanità, interventi sociali e politiche giovanili nel padovano

20 marzo, 2012

Dopo il cattoleghismo, il padanislamismo

Nel primo pomeriggio di ieri, credevo che il conduttore di Radio Padania fosse impazzito e avesse deciso di fare harakiri in diretta:
"Gli immigrati che vivono in Padania spesso e volentieri sono più integrati di noi padani etnici, e, a differenza di noi occidentali, quando camminano per strada non ti vengono addosso, perché, loro, ancora insegnano l'educazione ai propri figli. Quindi io credo che si debba guardare in faccia la realtà e che non si possa più rinviare il problema della costruzione di una moschea nella nostra città, perché la presenza musulmana a Milano e in provincia richiede che queste persone abbiano un luogo in cui pregare".
Poi, il discorso è proseguito:
"Davvero non vedo perché una religione tradizionale come l'Islam sunnita non debba avere un proprio luogo di culto, in modo che questi immigrati possano integrarsi nel nazionalismo padano. Se vogliamo integrare e rendere partecipi della nostra battaglia indipendentista questa fasce di popolazione, non dobbiamo puntare all'Islam moderato, che è qualcosa di assurdo che i musulmani fanno benissimo a rifiutare, bensì dobbiamo creare un Islam padano. Compito di noi nazionalisti padani è offrire questa proposta culturale a quegli immigrati".
Lo speaker era Lorenzo Busi, responsabile Cultura dei Giovani padani. Lo stesso che "La Padania indipendente dovrà ispirarsi al villaggio dei Puffi".

15 marzo, 2012

Maro'.

"Non entro nel merito della vicenda dei due militari che sono stati blindati in India, ma io, onestamente, quando ho sentito la notizia e ho visto la bandiera di San Marco mi sono detto: Dio Santo, saranno due veneti, o comunque due padani. Poi scopro invece che sono siciliani, o pugliesi, o qualcosa di quel tipo, e allora capite bene che se i marò del Battaglione San Marco fanno la leva in Sicilia, in Calabria, in Lucania, bè, viene il dubbio che un bel giorno pure gli Alpini li facciano crescere nel Tavoliere delle Puglie, o nella Piana di Gioia Tauro, perché in questo Paese, veramente, non si capisce più una beata mazza di niente".
Leo Siegel, Radio Padania
 

14 marzo, 2012

"Dietro i gay un progetto per estinguere i padani"

Il commento di Radio Padania sul voto di ieri al Parlamento Europeo:
"Dopo l'imposizione delle quote rosa, ora i tecnoburocrati del Quarto Reich vogliono imporci anche i matrimoni gay. L'Europa ha in mente tutto un programmino per arrivare piano piano a sostituire la maggior parte delle popolazioni europee, in particolare quelle che rompono le scatole, con un semplice trucchetto: favorire la coppie che non permettono la procreazione, in modo da portare alla sparizione delle popolazioni indigene lasciando campo aperto all'invasione di quelli che noi abbiamo sempre chiamato i nuovi schiavi e che sono tanto cari a certi personaggi, tanto da essere addirittura loro fratelli".

05 marzo, 2012

Il Carroccio processa Lucio Dalla

«Parlare male di uno che è appena morto non va bene e non lo faremo neppure noi, tuttavia non avremo pietà da questo punto di vista perché bisogna pur dirlo, bisogna pur denunciarlo che Lucio Dalla è stato anche il simbolo di un'Italia che noi padani non vorremmo»: è un autentico processo all'artista scomparso quello andato in onda su Radio Padania sabato scorso, alla vigilia delle pubbliche esequie tenutesi domenica a Bologna e mentre in Piazza Grande già veniva allestita la camera ardente.

Andrea Rognoni, conduttore della rubrica "Arte Nord" (espressione di un'omonima associazione che per lo più organizza viaggi guidati verso mete di interesse "padano" - tra i più recenti: "Tour Cornovoglia-Stonehnge alla ricerca del Sacro Graal"; "Viaggio in Sudtirol in visita alla mummia Otzi, primo Homo padanus"; "Pellegrinaggio a Lourdes per il riconoscimento della Padania"), rimprovera al cantautore bolognese di essere stato un grande sì, ma di una grandezza «mefistofelica» al servizio di quell'Italia che «nel suo complesso è una macchina diabolica la quale anche attraverso la musica annienta le dignità dei popoli». E, nel farlo, arruola suo malgrado Guccini: «Se Guccini è uno zampone emiliano, lui è un salmone affumicato di marca straniera, perché, seppur a modo suo, Guccini si sente figlio di una padanità che fa sentire il senso e il significato dell'essere nati padani» mentre Dalla «è un prestidigitatore, un mistificatore» che «se è vero che difendeva i dialetti lo faceva per una malizia sottile, ossia per costruire un'Italia più centralizzata».

Soprattutto, però, «il padre di Dalla era bolognese, era padano, ma la madre non lo era, e questa doppiezza, che è poi anche la doppiezza di tante coppie che vivono attualmente in terra padana, è stata la sua forza nel riuscire a decifrare anche quelle che erano le richieste che venivano dal sud». Un merito? No, un «inghippo», perché «a noi l'eclettismo è sempre piaciuto, noi stessi ci definiamo eclettici, ma l'eclettismo di Dalla era un eclettismo calcolato, mirato per riuscire ad accontentare specialmente i gusti del pubblico del centro-sud, imbastendo racconti suggestivi e credibili legati alle più struggenti note italiane-italiote».

Ecco perché "Caruso" («calco di una nota opera lirica le cui note anche un bambino può riconoscere») «sebbene celebrato come il suo miglior pezzo è in realtà il più stucchevole», prosegue Rognoni, il quale non risparmia neppure "4 marzo '43" e "L'anno che verrà", accusando la seconda di proporci «l'assurda utopia di un mondo dove non c'è da lavorare perché il lavoro sono i padroni che ce lo impongono, mentre noi dovremmo emanciparci trombando», e la prima di «eresia», giacché «quel Gesù Bambino che sembrava tanto innocente era in realtà figlio di una puttana».

Le sole canzoni che il professor Rognoni si sente di salvare, le sole «che si fanno ricordare ed apprezzare», sono quelle «ambientate in Padania»: "Milano", "Piazza Grande" e "Nuvolari". "Milano" solo in parte, per la verità, poiché «Dalla è molto bravo a cogliere alcuni aspetti di Milano e a ricucirli come in un collage, ma dimentica la Milano padana». Mica per colpa sua, però: «Forse è perché la sua parte padana derivata dalla madre gli si ribellava», osserva, magnanimo, Rognoni, prima di mettere in guardia gli ascoltatori dalle «esequie-spettacolo» del 4 marzo: «Sarà un evento mediatico che ci obnubilerà e ci stordirà, perché Dalla rappresentava Bologna, quella Bologna dal cuore aperto che accoglie e che raccoglie tutti e che dialoga con le forze della Rivoluzione e della globalizzazione, quindi stiamo ben attenti». 

 Daniele Sensi (per l'Espresso)

03 marzo, 2012

27 febbraio, 2012

23 febbraio, 2012

E' nato il Facebook padano

Si chiama "Padania social, comunità padana online". L'iscrizione è libera, ma "ogni utente dovrà riconoscere l'esistenza della Padania". Attualmente in fase di testing (aperto ai soli membri del gruppo FB "Padani si nasce"), sarà presto disponibile a questo indirizzo. Mi ci sono intrufolato e lo sto provando per voi.

"Un Sole della Alpi in ogni Comune del Nord"

"Territorio: "Viva Piazza Padania! Che bello se in ogni Comune ci fosse almeno una piazza con un dipinto ben visibile del Sole delle Alpi! Gli amministratori della Lega Nord hanno a cuore le loro tradizioni ed è per questo che nei Comuni ci impegneremo a dotare gli spazi pubblici più frequentati come le piazze aperte, oppure alcuni edifici pubblici recenti o i giardini, di ordinamenti che ricordino la nostra tradizione padana" 

Passaggio tratto dalle linee guida per la stesura del programma elettorale delle prossime elezioni comunali diramate da via Bellerio alle sedi periferiche della Lega Nord. Perché, nonostante le pubbliche prese di distanza date in pasto alle agenzie, borgomastri come Oscar Lancini, in Lega, non sono l'eccezione: sono la regola.

08 febbraio, 2012

Anche i padani nel loro piccolo s'incazzano, volume due

Cose sentite su Radio Padania che da sole non valevano un post, ma che, tutte assieme, hanno un loro perché - volume due (qui il primo). 


"Noi padani siamo troppo delle brave persone: pensi che oggi, alla manifestazione, una signora dietro di me ha offerto una mentina a mia moglie". 

"Ho conosciuto figli di calabresi e di siciliani che vivevano in Svizzera da anni ma che mica per questo avevano rinunciato alla loro cittadinanza calabrese o siciliana". 

"Volete sentirvi più in pace con voi stessi? Fate una visita al canile, al gattile o al centro per anziani". 

"Lei usa l'olio o il burro?" 
"L'olio" 
"L'olio è poco padano, però" 
"Eh, ma io uso l'olio del lago di Garda". 
 
"Buona Padania, io sono un inventore individuale come Meucci e ho inventato una macchina elettrica statica che si eccita con un watt e produce dieci milioni di watt al secondo. Questa macchina distruggerebbe l'acquisto dei carbonfossili". 
"Lasci il numero in regia che la ricontattiamo". 

"Oggi spiegheremo che cos'è e come si usa la caffettiera". 

"Buongiorno, io chiamo da parte del marito di mia moglie che cerca lavoro".

"Fate attenzione alla pratica della cremazione, perché le agenzie sono tutte massoniche". 

"Monti entra in Senato l'11 novembre alle 11, 3+3 fa sei, 11 + 11 + 11 fa 2 +2+2=6; 150, l' anniversario, è un altro 5 +1=6.. Bene, niente accade per caso: 666 è il numero del diavolo". 

"La carta stagnola è arrivata con l'invasione italiana: per la cottura al forno usate la cenere". 

"Oggi siamo in visita dal nostro antenato per eccellenza, dall'antenato di tutti i padani, la mummia Ötzi, che, guarda caso, è uscita dai ghiacci proprio quando Bossi compiva 50 anni". 

"Pannella è un massone. E io dicevo: lasciatelo morire, lasciatelo morire di fame! Ma lui non moriva". 

"Gli accurati studi di un ingegnere bresciano ci dicono in maniera incontrovertibile che il sacrario di Padre Pio è un tempio massonico". 

"La gente sta cominciando a divenire consapevole, a prendere coscienza, e Loro non lo vogliono, per questo Obama ha commissionato alla Motorola un microchip da innestare in ogni essere umano".

"Altro che kebab o McDonald's: signori, fatevi una bella polenta take away". 

"I mediorientali, scuri di pelle, consideravano gli angeli dei diversi perché di carnagione chiara". 

"Sulla Luna c'è una faccia nascosta nei cui sotterranei, sfruttando delle bolle d'aria, vive una popolazione le cui donne sono piccoline". 

"Purtroppo chi passa tutto il giorno a vedere programmi cretini come il Grande Fratello poi non gliene frega niente se in cielo vede un UFO". 

"Il padano disperato non è distruttivo: se è uomo, va in giro per il mondo in cerca di nuove passioni; se è donna, si mette a fare il minestrone ad ogni ora". 

"Noi brianzoli abbiamo una propensione al risparmio geneticamente superiore alla media". 

"Non tutti i leghisti sono figli e figlie del Tuono, come non tutti i figli e le figlie del Tuono sono in Lega. Noi dobbiamo rivolgerci ad un tipo umano ben preciso e nella tradizione degli antichi padano-etruschi dobbiamo sostenere la Tav". 

"E' evidente che l'Arca dell'Alleanza serviva agli ebrei per le comunicazioni audio". 

"Noi occidentali abbiamo perso la nostra stella polare, la nostra centratura, prova ne siano le nuove abitazioni che non hanno più un elemento decorativo, come un tappeto o un lampadario, che ne centri lo spazio". 

"L'Ufologia andrebbe insegnata nelle scuole" 

"Il principale errore del professor Monti è stato non considerare le abitudini e le usanze dei popoli padani". 

"Una pacca sulla spalla a chi ascolta Radio Padania in mezzo alle pecore e alle mucche". 

"Non è vero che il lavoro non c'è, il lavoro c'è, solo che usando l'iPod la gente si allontana dal tornio". 

"La differenza tra noi e Grillo è che Grillo è solo capace di dire parolacce”. 

“Oggi voglio leggervi il passo della Bibbia sulla distruzione di Sodoma perché sono ancora pochi quelli che sanno cosa facevano i sodomiti”. 

"Ci stanno uccidendo, a noi padani ci stanno uccidendo, non potremo più procreare altri padani”. 

"Ieri alla manifestazione ho goduto così tanto che ogni bar che incontravo mi fermavo, andavo in bagno, e mi facevo una pugnetta". 

"Ehi, bambini, Gesù bambino vi aspetta sabato su Radio Padania Libera”. 

"Quest'anno al vostro bambino fate un regalo vero, non andate a cercare in giro cose strane: regalategli un arnese fatto a mano". 

"C'è un'Area 51 anche in Italia, a Remondò. Lì i militari testano dei velivoli alieni. Tanto che quando abbiamo provato ad avvicinarci sono subito spuntati fuori dei soldati che davano da mangiare ai cani ma si vedeva benissimo che ci tenevano d'occhio". 

"Purtroppo in questo periodo di crisi la gente ha paura di tutto, anche di ricorrere alla chirurgia estetica, ma qualche ritocco può servirci a farci sentire più sicuri di noi stessi e delle nostre idee, perché dietro la bellezza c'è la nostra libertà. Ce lo insegna anche il nostro leader Umberto Bossi, che per primo ha creduto al valore della bellezza". 

"Io sono furibonda, perché, siccome frequento la chiesa evangelica, in passato ho avuto modo di aiutare una famiglia ghanese la cui figlia ora su Facebook ha solo amici neri". 

"Ci sono calabresi nati qui che ancora si sentono calabresi, figuriamoci gli immigrati, non potranno mai essere come noi". 

“La Lega è vittima di un complotto di meridionalisti”. 

"Allarme a Cerro di Laveno per un UFO inabissatosi nelle acque del Lago Maggiore". 

"Mediaset prima o poi capirà che questa politica del sottoprodotto informativo non paga. 'Mistero' punta solo al sensazionalismo, a differenza di 'Voyager', che fa dell'informazione pulita". 

“Su Matteo Renzi abbiamo un pregiudizio favorevole”. 

“Perché a Bruno Vespa hanno fatto intervistare Olindo e Rosa e a noi no?” 

"Daniele Sensi io non la perdono, e per questo da sabato avrà una rubrica fissa sui crimini del comunismo".

06 febbraio, 2012

Rom, la Lega superata a destra dal Movimento 5 Stelle

"Sgombero ad oltranza dei campi rom", perché "i rom non hanno alcuna intenzione di integrarsi, non è nel loro dna". Lo chiede Daniele Berti, candidato sindaco del Movimento 5 Stelle al comune di Legnano. Il quale, sul suo blog, accusa la Lega di non essere abbastanza dura: "Bisogna insistere, lo sgombero ad oltranza è la nostra proposta, scomoda, dolorosa, disumana".

19 gennaio, 2012

Il senso della Lega Nord per la pensione dei giovani

«Il giorno 21 si terrà a Monza un convegno su "Imprese, lavoro e pensioni: quale futuro?". Particolare attenzione sarà dedicata ai giovani, perché i giovani hanno davanti, ahimè, una vita di grosse difficoltà per quanto riguarda l'inserimento nel mondo del lavoro. Avremo quindi la testimonianza di un giovane come Renzo Bossi, ma anche quella dell'onorevole Paolo Grimoldi, un giovane politico in carriera. A questi giovani chiederemo di portare la testimonianza di come vedono il futuro della loro pensione».

Gruppo politico femminile Lega Nord, Radio Padania, 19.1.2012

13 gennaio, 2012

04 gennaio, 2012

Riconoscimento della Padania, la Lega chiede la grazia alla Madonna di Lourdes

Succedeva alla vigilia di San Silvestro: guidata dal prof. Andrea Rognoni ("Il terremoto in Abruzzo è segno profetico dell'imminente islamizzazione dell'Europa"; "Anna Frank non è una santa e crepi con Satana chi ci accusa di moralismo"; "lunedì andremo alla Malpensa e partiremo alla ricerca del Sacro Graal"), una delegazione di leghisti si recava in visita alla Madonna di Lourdes ("Il viaggio santo per noi non è Roma, una città diventata oramai figlia di Satana") per chiedere la grazia: il riconoscimento della Padania.

Per la "Immacolata delle Immacolate",  che "capisce tutti i dialetti del mondo, compresi gli idiomi padani, quindi non può volere che questi non ritornino ad essere vivi", un vero e proprio accerchiamento: nelle stesse ore, una seconda delegazione, questa volta guidata da Sara Fumagalli, compagna di Roberto Castelli e responsabile dell'Umanitaria Padana Onlus, si recava a Medjugorje, ricordando che "la Madre di Dio è apparsa a Bergamo parlando bergamasco e in Veneto parlando veneto".

Tutto vero. Di seguito, per i più scettici, un estratto da Radio Padania.