07 novembre, 2011

«Ora battiamo moneta padana»

«Volete davvero sapere il perché degli accadimenti di questi giorni? Volete farvi un'opinione il più possibile pertinente e aderente alla realtà sui fatti che ci circondano interrogandovi sulla loro origine e sulla loro meta? Leggete di massoneria e governi occulti».

La crisi economica vista da Radio Padania passa dal cospirazionismo di Roberto Ortelli, conduttore di "Che aria tira", rubrica pomeridiana dell'emittente leghista, che ai suoi ascoltatori consiglia, in particolare, un classico della letteratura occultistica («un libro che non può mancare nella vostra biblioteca»): "Il governo mondiale e la controchiesa" di Pierre Virion.

Un classico dell'occultismo, sì, ma anche dell'antisemitismo europeo del primo novecento. Perché il francese Virion, giornalista e cattolico tradizionalista, questo era innanzitutto: un antisemita vicino ad Action française, partito di estrema destra che negli '40 aderì con entusiasmo al regime di Vichy. D'altronde basta sfogliarlo, il suo libro, per subito ritrovarvi i famigerati "Protocolli dei Saggi di Sion" (falso documentale servito alla Russia zarista prima, e alla Germania nazista poi, per giustificare la persecuzione degli ebrei), qui considerati come «uno dei tanti aggiornamenti dello spirito ebraico nel corso dei millenari vagabondaggi».

Nonostante prosegua raccomandando altri fondamentali tomi «di mille pagine sulla storia di questo potere sotterraneo», Ortelli incontra il favore degli ascoltatori, che telefonano per confermare («su internet gira anche già la nuova moneta e guarda caso c'è sotto una figura massonica»); per rilanciare («anche Obama fa parte di questo disegno, infatti nessuno lo sa ma ha firmato per l'innesto dei microchip negli esseri umani perché le persone stanno diventando mentalmente indipendenti e bisogna fermarle»); o per evocare, più modestamente, Mario Monti e il ministro Tremonti, in quanto "membri" del Club Bilberberg (le cui riunioni sono talmente segrete che i nominativi dei partecipanti, per conoscere i quali Mario Borghezio aveva rivolto una interrogazione al Parlamento europeo, sono disponibili online, sul sito del Club).

Ciò cui tutti accennano è, in realtà, il "Nuovo ordine mondiale", teoria complottistica in base alla quale una maxi-massoneria transnazionale piloterebbe crisi finanziarie e migrazioni di popoli per impossessarsi dell'intero pianeta (per la cronaca, ne farebbe parte anche il presidente Giorgio Napolitano, da alcuni ascoltatori di Radio Padania indicato come colui «che mangia babà dalla mattina alla sera»).

E sono le pedine di questa trama occulta ad essere chiamate in causa quali immediati responsabili del baratro economico da quanti telefonano all'emittente di via Bellerio: gli immigrati («i costi del sistema sanitario sono alle stelle perché ci hanno riempito di extracomunitari, cani e porci»), ma, soprattutto, i «meridionali parassiti».

Sergio da Torino, «autodidatta ingegnere esperto di macchine agricole», uno degli ascoltatori più fedeli di Radio Padania, interviene durante la trasmissione del mattino di Sammy Varin (ex conduttore di Radio Italia che ora sprona gli elettori leghisti a non mollare «lo spadone bello duro e grosso» altrimenti «la sinistra va al governo e regolarizza tutti i precari»), per spiegare come «mi viene la pelle d'oca ogni volta che sul pullman vedo quelle facce e sento quei dialetti. Penso che qualcosa di simile lo abbiano provato i croati verso i serbi».

Certo, quando un altro conduttore propone un sondaggio, "Che fare?", i più si sbizzarriscono: «Gli statali lavorino solo mezza giornata per due o tre anni e per non più di cinque», «usciamo dall'euro e battiamo moneta padana», «eliminiamo l''Inps tanto io con 200 euro al mese mi faccio l'assicurazione privata», «Berlusconi entri in Lega e faccia tutto quello che dice Bossi così oltre all'Italia salveremo l'Europa»; ma per tutti la soluzione definitiva rimane la secessione, liberarsi della «zavorra». Nemmeno il federalismo basta più.

E' sulla "exit strategy" che si registrano le divergenze. Andrea da Novara è pessimista: «Ci vorrebbero le bombe, ma se andiamo a metterle siamo in dieci»; Angelo da Lecco propone un'imboscata stile Renzo e Lucia: «Saliamo con Bossi al Quirinale, diciamo a Napolitano che in Italia ci sono due zone ben distinte e dichiariamo la secessione»; più pragmatico Mauro da Seregno: «Appoggiamo anche noi il governo tecnico, così tutto va in scatafascio, la gente si incazza e al prossimo giro tutti votano Lega». Alessio da Milano è invece per un «frazionamento differenziato dell'Italia» o, in alternativa, per «la sua padanizzazione»; «può sembrare difficile da realizzarsi, ma Steve Jobs docet, ricordiamoci qual era stato il suo sogno e che cos'ha realizzato».

Raccogliendo una recente proposta di Giuliano Bignasca, leader della Lega dei ticinesi, Sammy Varin indica la soluzione in un'annessione con la Svizzera: «Le prime ad annettersi saranno le province del nord, partendo dalla Valtellina, per proseguire poi con i territori di Como, Varese e Lecco, arrivando ad includere anche la provincia di Verbano-Cusio-Ossola e lambendo quella di Milano. Chiaramente bisogna sentire i territori interessati e poi magari farglielo sapere anche al presidente Napolitano».

Nel frattempo la crisi rimane e i militanti della Lega si organizzano, su Facebook, in un gruppo chiuso: «Se avete qualcosa che non vi serve più non buttatela, sicuramente potrà servire a qualcun altro. Torniamo indietro nel tempo quando la moneta era solo roba da ricchi. Scambiamoci le cose, usiamo il baratto». 

Daniele Sensi (per l'Espresso)



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Daniele Sensi

Ho scritto sull'Unità.it e per il sito dell'Espresso. Sul sito dell'Espresso ho anche tenuto un blog. Ora scrivo per me.


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