02 novembre, 2009

Berlusconi in visita ufficiale ad Algeri. Per conto di Mediaset

Previsto un imminente viaggio di Berlusconi in Algeria. Entro la fine dell’anno. Lo riferisce l’ambasciatore Giampaolo Cantini nell’ultimo numero di Crescendo, rivista dell’ufficio algerino dell’Istituto italiano per il commercio estero. 

Una visita ufficiale, durante la quale il premier, nell’interesse degli imprenditori italiani, dovrebbe avanzare la richiesta di una maggiore "flessibilità" nell’applicazione delle nuove disposizioni introdotte dalla LFC 2009, la legge finanziaria con la quale il governo algerino intende far fronte alla recessione riducendo le importazioni e privilegiando gli investimenti nazionali.

"Sono già in cantiere importanti progetti di investimento che attendono solo la definizione del quadro della politica economica", spiega l’ambasciatore. Progetti che coinvolgono "soprattutto piccole e medie imprese". "Soprattutto", ma non solo. Perché di un prossimo summit Berlusconi-Bouteflika scrive anche il quotidiano algerino L’Expression. Il quale, però, più che sul Berlusconi capo di governo si concentra sul Berlusconi uomo d’affari. Che si recherà sì in Algeria in visita ufficiale, ma che, a margine, pare tenterà di sbloccare una pratica che non riguarda né una piccola o media impresa, né un imprenditore qualsiasi. 

Si tratterebbe del dossier "Nessma Tv", la televisione satellitare tunisina a vocazione maghrebina acquisita per il 25 per cento, poco più di un anno fa, da Mediaset (un altro 25 per cento è controllato dalla Quinta Communications di Tarak Ben Ammar, di cui Fininvest è socio di rilievo). 

Proprio per promuovere Nessma Tv, lo scorso agosto Silvio Berlusconi si era recato in Tunisia. Una visita privata, quella volta. Informale. Conclusasi negli studi dell’emittente con un’altrettanto informale intervista durante la quale era evidente che a parlare fosse l’imprenditore televisivo più che il presidente del Consiglio: "L’Italia aumenterà i canali d’ingresso regolari per quanti cercano nuove opportunità. Daremo loro la possibilità di un lavoro, di una casa. Garantiremo l‘istruzione ai figli e apriremo i nostri ospedali alle loro necessità". Parole dello stesso Berlusconi che solo tre mesi prima, in Italia, da premier aveva tuonato contro la società multietnica, ma alle prese, adesso, con un potenziale pubblico televisivo di 80 milioni di spettatori (e consumatori) nordafricani. 

Il progetto della prima televisione privata del mondo arabo a partenariato europeo ( "una televisione libera ed indipendente che porterà benessere e democrazia") si è però incagliato in Algeria. Per via del Sahara occidentale, ossia di quella fascia di terra rivendicata dal Marocco agli irredentisti del Fronte Polisario, un movimento di liberazione popolare sostenuto militarmente e diplomaticamente dal governo di Bouteflika. Nessma Tv sarebbe favorevole agli appetiti marocchini, motivo per il quale in Algeria essa ancora non gode di alcuno statuto giuridico o commerciale, ritrovandosi paradossalmente ad essere tra i cinque canali più seguiti del paese senza poter tuttavia capitalizzare tanto successo: una sede legale ad Algeri è indispensabile per la raccolta pubblicitaria. 

La richiesta di accreditamento già da tempo si trova sul tavolo dei dirigenti algerini. Bloccata. Almeno, riferisce L’Expression, fino a quando Berlusconi non si recherà in visita ufficiale sull’altra sponda del Mediterraneo. E chissà che la diplomazia italiana non debba manifestare un improvviso interesse per l’annosa questione del Sahara occidentale. D'altronde, commenta il quotidiano algerino, in cambio dello sblocco della pratica "qualche concessione dovrà essere fatta".



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Daniele Sensi

Ho scritto sull'Unità.it e per il sito dell'Espresso. Sul sito dell'Espresso ho anche tenuto un blog. Ora scrivo per me.


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2 commenti:

  1. Non saprei che pensare. Quello che disse in quella trasmissione è palesemente il contrario di quello che dice in Italia. Non lui ma il suo governo. Il suo.

    Ciao Daniele.

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  2. Visita ufficiale, ovvero Berlusconi andrà a fare affari a spese nostre. Che bello

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