15 giugno, 2009

Eric Valmir: "Dare del comunista ai corrispondenti stranieri è da mafiosi"

Eric Valmir, corrispondente per l’Italia di Radio France, replica ad un commento apparso su questo blog. 

Traduco: 

Una questione culturale. Una tradizione fortemente radicata. Qualsiasi tentativo giornalistico di spiegare un fatto politico è per forza di cose un atto militante. Non può esservi neutralità nella stampa. 

Responsabilità, innanzitutto, di una stampa essenzialmente d’opinione. Anche in Francia esiste l’opposizione Destra/Sinistra (Figaro/Libération), ma in Italia tutte le testate sono politicizzate. In maniera schematica potremmo dire: Il Giornale, Il Foglio, Il Tempo, Il Corriere della Sera contro Il Manifesto, L’Unità e La Repubblica. 

Nelle scuole di giornalismo, sin dagli esami d'ingresso, domande più o meno dirette tentano di conoscere l’opinione politica dell’aspirante studente. Prassi inesistente in Francia. 

Ma ciò che più sorprende è, soprattutto, l’atteggiamento del cittadino (osservatore, lettore e, spesso, militante egli stesso): ai suoi occhi il giornalismo apolitico non esiste, se non come meschinità atta a meglio manipolare e strumentalizzare

Per mettere in luce e per approfondire tale specificità italiana ho dovuto farne esperienza in prima persona. 

E’ ovviamente giusto che esista una stampa d’opinione (tra l’altro l’espressione, in italiano, vuol semplicemente dire “stampa militante”), ma non credo debba essere questo il lavoro di un corrispondente straniero, che al contrario deve riferire della scena politica, nelle sue sfumature e contraddizioni. 

Sul mio blog critico quanto va criticato tanto della sinistra quanto delle manovre berlusconiane. Taluni miei post, tradotti, girano per la Rete italiana ed i commenti che li accompagnano sono non solo divertenti, ma anche interessanti e rivelatori. 

Esempio: per i siti di sinistra io riprenderei regolarmente gli argomenti della Lega, di cui farei l’elogio, ed i miei reportage accrediterebbero tale prossimità a questo partito autonomista e xenofobo. Al contrario, per i siti di destra (sui quali mi si dà del “compagno”) io sarei peggio di quel vecchio comunista di Massimo D’Alema. E a mo’ di dimostrazione linkano ad una pagina della sezione romana del Partito socialista francese in cui viene annunciata l’intervista (poi annullata) che avrei dovuto fare a Walter Veltroni per France Inter, nei giorni del confronto Aubry/Royal. Questo link sarebbe dunque la prova indiscutibile di quanto io sia comunista. 

Ancora più interessante un commento sul blog di Daniele Sensi, commento che butta lì un’affermazione per la quale per meglio comprendere le motivazioni di ciò che io scrivo sarebbe indispensabile sapere per quale partito voto. Per forza di cose io rappresenterei la voce di un partito (in questo caso quello comunista): il giornalismo “imparziale” non esiste, è una menzogna. 

Cosa talmente tragica da non far ridere, perché così facendo viene impedita la possibilità stessa di qualsivoglia dibattito o confronto. 

Mettiamo che io (dico “io” in senso impersonale) formuli un’idea, ponga una domanda, chieda delucidazioni, interpelli qualcuno. Non avrei risposta, perché nessuno -così come uno scambio di due punti di vista differenti richiederebbe- argomenterebbe a viso aperto. Al contrario arriverebbero colpi alle spalle, falsità sul mio conto, sulla mia vita privata. Si direbbe di miei intrighi, mi verrebbero attribuite relazioni professionali equivoche: io sono un partigiano - o un meschino sobillatore. 

Si tratta un po’ del metodo mafioso. La mafia non uccide più, oggi. Essa infanga chi le sta troppo appresso: lo distrugge psicologicamente e socialmente. 

Per concludere, un estratto da una corrispondenza privata tenuta con un blogger italiano. Non lo cito, visto che decido solo ora di tradurre e pubblicare queste sue parole senza avergliene prima parlato… Ma ciò che egli scrive è una bella conclusione: 

La politica ed il dibattito italiano sono ridotti ad un tifo da stadio: o pro o contro, o bianco o nero, i bravi da una parte e i cattivi dall’altra (…). Io lo amo questo confronto che tanto assomiglia ad una partita di calcio, ma è normale: sono un militante, anche se da qualche anno non ho più tessere di partito in tasca. Ciò che non è normale è che TUTTI partecipino a questo gioco, giornalisti compresi. I giornalisti e gli intellettuali dovrebbero avere invece il dovere di restituire ai loro lettori la complessità del mondo, perché ovviamente il mondo non è tutto bianco o nero (…). (…)

Viviamo sotto tensione come se fosse una guerra civile permanente. E questo non è un bene per la democrazia. 

Eric Valmir, 14.06.2009



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Daniele Sensi

Ho scritto sull'Unità.it e per il sito dell'Espresso. Sul sito dell'Espresso ho anche tenuto un blog. Ora scrivo per me.


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11 commenti:

  1. Un giornalista che sa il fatto suo. Bravo Eric!

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  2. Ho sempre creduto che i vicini francesi stavano messi un po' come noi, leggere che invece anche loro ci considerano degli alieni rende il mio sconforto ancora più profondo
    :(

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  3. Il Corriere, tipico giornale berlusconiano, vero?

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  4. Anonimo,
    leggi meglio. Si parla di dicotomia destra/sinistra, non di berlusconismo e antiberlusconismo. Ti sembrerà forse strano, ma esiste una destra che poco ha a che fare col berlusconismo. Così come, ancora più strano, è esistità un'Italia prima di Berlusconi (e che a Berlusconi sopravvivrà).

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  5. Una sintesi dell'anomalia della stampa e della società "civile" italiana.

    Verrebbe da chiedere agli italioti come si sentono quando i TG raccontano che in UK i cittadini ed i giornali fanno dimettere una decina di politici e ministri per dei rimborsi spese gonfiati, mentre da noi ci sono decine di parlamentari condannati con sentenza passata in giudicato ed il Presidente del Consiglio scappa continuamente da processi che fanno cadere le teste di tutti quelli che hanno avuto a che fare con lui.
    L'italiano medio è mediocre ed a far paura è questa mediocrità dell'omuncolo pronto ad obbedire, che fa il tifo e non ragiona, che disumanizza l'avversario che si trasforma in nemico (agghiaccianti le barzellette sulla caccia al comunista, ma tutti i servi ridevano), che vorrebbe eliminare - fisicamente o mediante repressione giudiziale - chiunque non abbia la stessa sua divisa, lo stesso credo religioso, la stessa pelle, lo stesso accento.
    La banalità del male dell'impiegatucolo dello sterminio che parla di regolamenti, di ordine, di obbedienza e di fedeltà.
    Questa banalità è presente anche nell'opposizione attuale, infatti spesso - anche in blog dediti alla denuncia, ma che puzzano un po' troppo di autoreferenziale indignazione catartica - si minimizzano i rigurgiti nazifascisti rappresentati da Lega, Casa Pound, Forza Nuova e criminali vari.

    La fedeltà e l'obbedienza sono virtù solo per i cani.

    All'anonimo: il Corriere della Sera è un prudente giornale di destra che sta ben attento a non esprimere troppe opinioni contrarie al potere.

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  6. Mi piace questo Eric. Coglie il senso e non il pertugio dell'Italia.
    Grazie daniele!

    Per l'anonimo, il tuo commento da proprio il senso di questi fatti. E del primo commento di Eric:

    Non può esservi neutralità nella stampa.


    Sbaglio forse?


    Ps: Scrivo da ubuntu 9.04 ;)

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  7. Bravo Favà! Vedrai che quando ci avrai fatto la mano, di Ubuntu non ne potrai più fare a meno e Windows ti apparità un sistema tremendamente arcaico (se non hai troppa ram non stare ad installare i celebri effetti grafici tipo il cubo rotante o le finestre a chiusura infuocata: attiva giusto l'"exposé" e la "muraglia di desktop", funzioni davvero utili).

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  8. Un giornalista francese che non è comunista e per dimostrarlo cita il blog di un giornalista... dell'Unità!!! ah ah ah ah fate ridere fate

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  9. Caro anonimo, provare a capire il succo del discorso no eh?
    Chiunque esprime critiche al ducetto viene attaccato personalmente ed "accusato" di essere comunista (cosa del tutto lecita, a differenza dell'essere fascisti), ecco qual è il significato di quell'articolo.
    Non affrontano il merito delle critiche e si scagliano contro chi le solleva, stessa strategia della sua base elettorale (ben visibile anche qui) e dei suoi giornali.
    Libero (od il Giornale) proprio oggi attacca il sindaco de L'Aquila che si permette di farsi ospitare da parenti in un residence, come se dovesse andare a mietere il gra... ops ... a fingere di condividere il disagio dei suoi concittadini, sottraendo in questo modo risorse a chi - differentemente da lui - non ha alternative.
    Ovviamente è un caso che questa campagna denigratoria venga agitata l'indomani delle vibranti proteste degli Aquilani usati per far campagna elettorale e bidonati con quei quattro soldi stanziati dal decreto.

    Certa gente ha bisogno dei sottotitoli o - peggio ancora - è talmente disonesta da far finta di non vedere l'evidenza e continuare ad obbedire come ogni bravo cucciolo dovrebbe fare.

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  10. 15 maggio 2009 il processo d’appello a Marcello Dell’Utri si è concluso con la condanna in primo grado.
    Questa sentenza , che convalida pienamente la tesi di Eric Valmir, spiega in modo più che esauriente la genesi di Forza Italia- Pdl e la vera natura del capo della gang, oggi primo ministro.
    Ecco il testo integrale della sentenza:
    http://www.narcomafie.it/sentenza_dellutri.pdf

    E qualcuno si ostina ancora a non voler guardare in faccia la realtà. Fate piangere fate

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  11. anonimo, sei l'esempio vivente che l'articolo coglie nel segno :-)
    (nel Paese Semplice non si puo' certo domandare ai sudditi e ai devoti di capire certe sfumature)....

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