Le
ordinanze comunali italiane in materia di ordine pubblico erano
percepite, fino ad ora, come folclore, operazioni di rappresentanti
della Lega Nord in cerca di visibilità: dal “premio di produzione”
di 500 euro promesso agli agenti della polizia municipale di Adro, in Lombardia,
per ogni clandestino fermato e portato in
questura, all’interdizione dell’accattonaggio nei pressi delle chiese, ad Assisi,
città di San Francesco.
Ma con la destra al potere e l’arrivo di Roberto Maroni, dirigente del partito populista, al ministero dell’interno, il “sindaco-sceriffo” è divenuto realtà. Il 5 agosto il ministro ha firmato il decreto che concede ai sindaci pieni poteri in materia di sicurezza, rendendoli “funzionari governativi” sul territorio, potendo così esercitare il loro potere, ad esempio, contro la prostituzione, il traffico di droga, la mendicità -in particolare quella minorile- la violenza connessa all’abuso di alcol e l’“oltraggio alla decenza”. I sindaci sono semplicemente tenuti a comunicare le loro ordinanze al prefetto, che ad esse, comunque, non può opporsi.
E le ordinanze si moltiplicano. A Roma, il nuovo sindaco di destra, Gianni Alemanno, prevede, al rientro estivo, di riarmare la polizia municipale, di proibire l’accattonaggio e di prendere misure contro i lavavetri ai semafori. Il divieto di rovistare nei cassonetti dell’immondizia è stato, per il momento, messo da parte, in seguito all’allarme lanciato dal mondo cattolico.
Le iniziative vengono da destra come da sinistra. A Vicenza, in Veneto, il sindaco, Achille Variati, membro del Partito democratico (centrosinistra), se la prende con i bivacchi nelle città, misura che colpisce soprattutto i Rom. Uno dei pochi eletti di sinistra nel Nord alle scorse elezioni di primavera, e che aveva basato la sua campagna elettorale sulla “tolleranza zero”. “La sicurezza, dice, non ha etichette, ci riguarda tutti. I miei concittadini si aspettano che siano combattute tutte le illegalità, da quelle più piccole a quelle più grandi”. Con una differenza, tuttavia, rispetto ai suoi colleghi di destra. “Noi agiamo anche sul versante della solidarietà. La misura colpisce i nomadi che si installano in città al di fuori di ogni regola, ma a quelli che qui hanno la loro residenza offriamo posto in un campo regolamentato, con tutto ciò che questo comporta, a cominciare dalla frequenza scolastica per i bambini”, aggiunge in sindaco.
Come in certi comuni di destra, Vicenza ha introdotto un’ordinanza che alza a 500 euro la multa minima per le autovetture dei clienti delle prostitute che “rallentano il traffico”. Le prostitute stesse rischiano una grossa ammenda per “attentato al pudore”.
È stato un comune di sinistra, Firenze, a dare il via, nel 2007, all’interdizione dei piccoli “lavavetri”, provvedimento adottato poi da molte altre amministrazioni comunali, così come quello contro l’accattonaggio, che ha spinto il cardinale Renato Martino, responsabile del Vaticano per la giustizia e per i migranti, a reagire, l’8 agosto: “Mendicare è un diritto umano fondamentale per coloro che hanno fame e freddo. Il vero povero ha il diritto di cercare come può di procurarsi un pezzo di pane e chiedere aiuto al suo prossimo”.
A Verona, il sindaco della Lega Nord, Flavio Tosi, non la pensa così e prevede la confisca del denaro racimolato e una sanzione di 100 euro. Ad Assisi, il sindaco di destra, Claudio Ricci, difende l’ordinanza che proibisce la questua nei pressi delle chiese, “attività sovente legata alla microcriminalità. Lottando contro questo racket, noi non abbiamo che anticipato il decreto Maroni. La sicurezza, per una città come la nostra, con 6 milioni di turisti all’anno, è una condizione indispensabile”.
A Novara, in Piemonte, niente più gruppi formati da più di due persone, la notte, in alcuni parchi della città. “Avremmo potuto chiuderli, i parchi, tenendo conto delle proteste di chi ci vive vicino”, si giustifica l’assessore Mauro Franzinelli, della Lega Nord. La formazione populista vuole spingersi ancora più in là: a Boltiere, vicino a Bergamo, in Lombardia, a partire dall’autunno, alcuni cittadini volontari riceveranno l’addestramento da “ausiliari civici”, al fine di aiutare la polizia municipale. Ad Adro, la città del “premio anticlandestini”, non ce n’è bisogno: la norma, che risale al 2006, non ha avuto l’impatto previsto. Quattro clandestini portati in questura, il primo anno. Dopo, più niente. Nessun clandestino fermato, e nessun premio per gli agenti della polizia municipale.
Salvatore Aloïse, Le Monde, 13/08/2008
(traduzione di Daniele Sensi)
Ma con la destra al potere e l’arrivo di Roberto Maroni, dirigente del partito populista, al ministero dell’interno, il “sindaco-sceriffo” è divenuto realtà. Il 5 agosto il ministro ha firmato il decreto che concede ai sindaci pieni poteri in materia di sicurezza, rendendoli “funzionari governativi” sul territorio, potendo così esercitare il loro potere, ad esempio, contro la prostituzione, il traffico di droga, la mendicità -in particolare quella minorile- la violenza connessa all’abuso di alcol e l’“oltraggio alla decenza”. I sindaci sono semplicemente tenuti a comunicare le loro ordinanze al prefetto, che ad esse, comunque, non può opporsi.
E le ordinanze si moltiplicano. A Roma, il nuovo sindaco di destra, Gianni Alemanno, prevede, al rientro estivo, di riarmare la polizia municipale, di proibire l’accattonaggio e di prendere misure contro i lavavetri ai semafori. Il divieto di rovistare nei cassonetti dell’immondizia è stato, per il momento, messo da parte, in seguito all’allarme lanciato dal mondo cattolico.
Le iniziative vengono da destra come da sinistra. A Vicenza, in Veneto, il sindaco, Achille Variati, membro del Partito democratico (centrosinistra), se la prende con i bivacchi nelle città, misura che colpisce soprattutto i Rom. Uno dei pochi eletti di sinistra nel Nord alle scorse elezioni di primavera, e che aveva basato la sua campagna elettorale sulla “tolleranza zero”. “La sicurezza, dice, non ha etichette, ci riguarda tutti. I miei concittadini si aspettano che siano combattute tutte le illegalità, da quelle più piccole a quelle più grandi”. Con una differenza, tuttavia, rispetto ai suoi colleghi di destra. “Noi agiamo anche sul versante della solidarietà. La misura colpisce i nomadi che si installano in città al di fuori di ogni regola, ma a quelli che qui hanno la loro residenza offriamo posto in un campo regolamentato, con tutto ciò che questo comporta, a cominciare dalla frequenza scolastica per i bambini”, aggiunge in sindaco.
Come in certi comuni di destra, Vicenza ha introdotto un’ordinanza che alza a 500 euro la multa minima per le autovetture dei clienti delle prostitute che “rallentano il traffico”. Le prostitute stesse rischiano una grossa ammenda per “attentato al pudore”.
È stato un comune di sinistra, Firenze, a dare il via, nel 2007, all’interdizione dei piccoli “lavavetri”, provvedimento adottato poi da molte altre amministrazioni comunali, così come quello contro l’accattonaggio, che ha spinto il cardinale Renato Martino, responsabile del Vaticano per la giustizia e per i migranti, a reagire, l’8 agosto: “Mendicare è un diritto umano fondamentale per coloro che hanno fame e freddo. Il vero povero ha il diritto di cercare come può di procurarsi un pezzo di pane e chiedere aiuto al suo prossimo”.
A Verona, il sindaco della Lega Nord, Flavio Tosi, non la pensa così e prevede la confisca del denaro racimolato e una sanzione di 100 euro. Ad Assisi, il sindaco di destra, Claudio Ricci, difende l’ordinanza che proibisce la questua nei pressi delle chiese, “attività sovente legata alla microcriminalità. Lottando contro questo racket, noi non abbiamo che anticipato il decreto Maroni. La sicurezza, per una città come la nostra, con 6 milioni di turisti all’anno, è una condizione indispensabile”.
A Novara, in Piemonte, niente più gruppi formati da più di due persone, la notte, in alcuni parchi della città. “Avremmo potuto chiuderli, i parchi, tenendo conto delle proteste di chi ci vive vicino”, si giustifica l’assessore Mauro Franzinelli, della Lega Nord. La formazione populista vuole spingersi ancora più in là: a Boltiere, vicino a Bergamo, in Lombardia, a partire dall’autunno, alcuni cittadini volontari riceveranno l’addestramento da “ausiliari civici”, al fine di aiutare la polizia municipale. Ad Adro, la città del “premio anticlandestini”, non ce n’è bisogno: la norma, che risale al 2006, non ha avuto l’impatto previsto. Quattro clandestini portati in questura, il primo anno. Dopo, più niente. Nessun clandestino fermato, e nessun premio per gli agenti della polizia municipale.
Salvatore Aloïse, Le Monde, 13/08/2008
(traduzione di Daniele Sensi)
Tag: alemanno, flavio tosi, le monde, lega nord, maroni, sindaci sceriffi, tolleranza zero, Visti dalla Francia
Che bel riassunto dell'italica idiozia...
RispondiEliminaPiù che un riassunto è un bel promemoria per il Partito democratico di cosa non dovrebbe fare ma che inevitabilmente continuerà a fare.
RispondiEliminaPaolo
Sembrano barzellette e invece sono una realtà che davvero ci fa rimpiangere la prima repubblica
RispondiEliminaMa se l'articolo viene pubblicato domani tu come cavolo fai ad averlo tradotto già oggi?????
RispondiEliminaforti coi deboli, deboli coi forti, questo dovrebbe essere il motto di questi sindaci...
RispondiEliminaok ragioniamo chi dovrebbe decidere in materia di ordine pubblico su un certo territorio? dei prefetti eletti da roma? O i sindaci incentivati, per essere rieletti, che conoscono meglio il territorio e sanno dei problemi dei cittadini? prima di criticare vediamo la situazione esistente. Basta guardare Verona che con Tosi (Sindaco sceriffo)sta diventando una delle città più tranquille e vivibili d'Italia, o Treviso dell'altro sceriffo Gentilini eletto di fatto per 3 volte consecutive e che forse non governa il suo territorio tanto male...
RispondiEliminaCarissimo "a", se il metro da usare è solo quello, cosa dobbiamo rimpiangere? l'ordine e la discplina che vigevano per le strade italiane durante il ventennio?
RispondiEliminasolo con la repressione vero, caro A? ma non siete i paladini della libertà? e allora come mai state dalla parte di chi toglie le panchine dai parchi, di chi vieta gli assembramenti di 3 o più persone, di chi multa a destra e a manca ma poi - ovviamente - fa i porci comodi suoi? se siete disposti a rinunciare a un po' di libertà per avere più sicurezza, non meritate né libertà né sicurezza, come diceva benjamin franklin
RispondiEliminaBell'articolo, grazie per la traduzione!!
RispondiEliminaDare questo ampio potere ai sindaci, secondo me, non è stata una cattiva idea. Il problema però sono i sindaci stessi che con le loro megalomanie stanno esagerando, con provvedimenti a dir poco allucinanti che privano i cittadini onesti di alcune libertà. Voglio dire, che tre amici una sera non possano radunarsi in un parco mi sembra esagerato... okay, ci sono anche i delinquenti... ma qui si deve pensare anche agli altri. Sennò mettiamo il coprifuoco, stiamo tutti dentro dalle 20 di sera e finisce la storia.
Mah, dove arriveremo?
bisogna vedere per cosa sono stati creati i provvedimenti e chi vogliono punire. Il provvedimento dei raggruppamenti nei parchi dopo l'una di notte mi pare un po' eccessivo, ma chi si trova nei parchi dopo l'una di notte?
RispondiEliminaA Brescia non si possono bere alcolici nei parchi pubblici, questo provvedimento non mira il padre di famiglia che durante un pic.nic si beve una lattina di birra, e non penso proprio che prenda una multa anche se colto con le mani nel sacco, questo provvedimento mira a colpire nel portafoglio tutti i vari ubriaconi.
Ora che i provvedimenti speriamo vengano applicati con buon senso
@a
RispondiEliminahai ragione,a Verona l'ordine è così perfetto che se trovano uno coi capelli lunghi lo accoltellano a morte e se trovano uno che mangia tranquillo un kebab su una panchina glielo fanno buttare nel cestino,ma che bella città!
@anonimo
RispondiEliminaquanto vi piace strumentalizzare le morti eh?
"Questo provvedimento mira a colpire nel portafoglio tutti i vari ubriaconi...", ha scritto un illustre personaggio bresciano probabilmente. Ed in effetti, mi pare mirabile la considerazione verso un'intera provincia alle prese con il problema dell'alcolismo.
RispondiEliminaE' tutto finto, una parvenza di problemi fregandosene di quelli veri.
Bisogna avere una vittima su cui sfogarsi vigliaccamente, la storia lo ricorda bene e guardate come in Brescia si anticiparono i famosi segni semantici sugli ebrei, per non parlare della lordura nelle chiese dove vige la menzogna (le persone che qualcosa sanno, capiscono il riferimento).
Qui c'è tanta voglia di ricoprire un posto al tavolo del massacro, l'ultima volta il terreno fertile da latrina lo trovarono facilmente e ci rimasero qualche tempo.
Ridateci il Ministero della Giustizia a Brescia, senza onore a pretendere.
Ciao Daniele sto trattando snch'io questo fenomeno dei sincaci-sceriffi, e almeno qui a Vicenza sono beffati dalle stesse ordinanze che non riescono a fare rispettare, d'altra parte Vicenza è conosciuta come città ribelle!!! Ma almeno questa volta bisogna darle ragione...
RispondiEliminanon è opportuno aumentare i poteri di chi(sindaci) tendenzialmente ne abusa;vedere,fra gli infiniti casi,quello riferito in http://www.areagiuridica.com (il lavoratore maltrattato ivi indicato,naturalmente gode di ottima condotta morale e civile,è incensurato e privo di procedimenti penali e/o giudiziari a carico)
RispondiEliminaE' terribile il senso di soffocamento che ci circonda.Io nutro un sacco di paure vorrei credere che le dittature non comincino così...
RispondiEliminaVi, forse le dittature no; ma quelle "morbide", chissà.
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