08 giugno, 2009

Le Monde: "Europee, una mezza disfatta per Berlusconi"

Ed Ignazio La Russa si lamenta: "Ha fatto campagna per la Lega Nord"

Leggo e traduco:

Da qualunque parte la si guardi, la risicata vittoria del Popolo della Libertà appare una mezza disfatta per Silvio Berlusconi, capolista in tutte le circoscrizioni.

Il suo partito, nato dalla fusione tra Forza Italia e Alleanza nazionale, è lontano dall’annunciato risultato del 43-45 %. Con il 35% dei voti, in un contesto di insolita bassa affluenza alle urne per l’Italia (66,5% contro il 73,5% del 2004), il capo del governo non può che constatare i danni provocati dal “caso Noemi Letizia” presso il suo elettorato.

La partecipazione di Berlusconi al compleanno della giovane diciottenne napoletana ha indebolito, checché se ne dica, il primo ministro. Così come l’inchiesta aperta contro di lui per presunto indebito utilizzo di voli di stato, o come quella che ha portato alla condanna per corruzione del suo ex avvocato britannico.

Se è ancora presto per calcolare quanto abbia inciso nel risultato di Berlusconi (meno 2% rispetto alle legislative del 2008) la disaffezione dei cattolici, sembra comunque che l’astensione (più forte nel sud e nelle isole) abbia in primo luogo toccato proprio il suo elettorato. Tradizionale feudo del partito post-fascista di Allenza nazionale, l’Italia meridionale ha snobbato Berlusconi. “Ha fatto campagna per la Lega Nord”, s’è lamentato il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, che, con altri ex-membri di Alleanza nazionale, comincia a sottolineare gli “errori” del primo ministro.

In queste condizioni, la sconfitta del Partito democratico, in caduta di 7 punti rispetto al 2008, è una “divina sorpresa” per i dirigenti del partito, tra i quali Dario Franceschini. “Il Pd non è affondato”, ha gioito il primo segretario, nominato questo inverno in piena catastrofe dopo una serie di sconfitte e di tensioni che avevano portato alle dimissioni di Walter Veltroni.

Indeboliti, centrodestra e centrosinistra hanno al loro fianco due partiti dagli appetiti crescenti. Alleati sempre più ingombranti, perché sempre più forti, Lega Nord e Italia dei valori (dell’ex giudice Antonio Di Pietro) renderanno complicata la vita ai loro alleati.

Il partito populista e xenofobo, che ha imposto al presidente del consiglio una politica di tipo securitario, ha condotto una campagna elettorale incentrata sull’immigrazione, ostentando una intesa di facciata con Berlusconi. La Lega raddoppia il risultato elettorale rispetto al 2004. “Gli elettori hanno premiato la coerenza”, commenta il leader Umberto Bossi. Contraria all’ingresso della Turchia in Europa (mentre Berlusconi è favorevole) la Lega potrebbe divenire il primo partito nel Veneto, pretendendo di governare la regione. I politologi pronosticano tensioni con il Pdl in vista delle elezioni regionali del 2010.

La maggior progressione è quella dell’Italia dei valori. Il partito che ha fatto della legalità la sua ragion d’essere, non s’è lasciato sfuggire l’occasione di approfittare delle difficoltà private e pubbliche di Berlusconi, e raddoppia il consenso rispetto alle legislative, mentre lo quadruplica rispetto alle europee del 2004. Di Pietro vuole ora trasformare il suo movimento in un vero partito e proporsi come alternativa alla destra e non più come alleato automatico del centrosinistra.

Questo scrutinio rappresenta anche uno scacco per la bipolarizzazione della vita politica voluta da centrosinistra e centrodestra. Il partito centrista di Ferdinando Casini si mantiene attorno al 6,5%: una posizione ideale per esistere e per pesare nelle future alleanze.

Domenica, una giovane ragazza bionda, con occhiali da sole in volto, s’è presentata al seggio elettorale di Portici, in Campania, costringendo il presidente del seggio a chiudere momentaneamente le porte, per l’afflusso di fotografi e per le contestazioni di altri elettori. Noemi Letizia ha votato per la prima volta.

Philippe Ridet, Le Monde, 8.06.2009
(traduzione di Daniele Sensi)


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Daniele Sensi

Ho scritto sull'Unità.it e per il sito dell'Espresso. Sul sito dell'Espresso ho anche tenuto un blog. Ora scrivo per me.


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6 commenti:

  1. Una mezza disfatta è vero...però purtroppo c'è uno zoccolo duro (o zoccole? nel suo caso) di paese che continua a sostenerlo nonostante tutto quello che si vede! Lasciamo stare i voti che gli porta la mafia...ma c'è anche gente per bene che continua a sostenerlo!
    POST-ELEZIONI...come ha votato l'Italia? Per il PDL Gioia Tauro e Casal di Principe meglio di Arcore

    ciao

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  2. ...è vero anche che questo lavoro di convincimento a non votare mr b. aspetterebbe a questa tragicomica sinistra (la migliore alleata del PDL).

    POST-ELEZIONI...come ha votato l'Italia? Gioia Tauro e Casal di Principe meglio di Arcore

    ciao

    RispondiElimina
  3. Daniele, Sandra Maria Cane, è la prima sindaco di colore (anzi "negra" che suona meglio) della storia d'Italia di sempre.

    L'ha eletta la Lega Nord.

    Ti suggerisco di scriverci un articolo.


    Ligure Magnanimo

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  4. Ma sei matto?
    Non è un dettaglio importante, che scherziamo?
    E' meglio cercare il carabiniere nello spot della Lega o ascoltare Rpl per sei o sette ore filate sperando in altro materiale succulento piuttosto che accorgersi che la Lega non è poi così razzista nei FATTI... gli rovini il giochino, suvvia!

    Emme

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  5. @ Emme e Magnanimo Ligure,
    non ho mai detto (a meno che non fossi alle prese con un interlocutore particolarmente arrogante) che la Lega sia in sé razzista – xenofoba, questo sì. Ma non lo ho mai detto, però, proprio perché la ritengo un movimento culturalmente pericoloso, ovvero per evitare che a generiche denunce di intollerabile razzismo qualcuno potesse beatamente opporre l’argomento, ad esempio, di Sandra Maria Cane, smontando il “teorema”. E’ più efficace concentrarsi invece su fatti circostanziati, un po’ come fa anche Matteo Salvini, che ai suoi giovani padani insegnava l’arte di focalizzare il dibattito politico appunto su fatti e cifre, cioè su argomenti che potessero apparire indiscutibili. Nel merito, comunque, troppo facile agitare la candidatura da parte della Lega della “nera” Maria Cane a sindaco di Viggiù. Una foglia di fico, in realtà, giacché sarà pure di colore, ma figlia di un americano e di un italiano, di certo non uno di quei cittadini islamici che certi vostri rappresentati –alcuni dei quali appena rieletti all’Europarlamento- vorrebbero gettare fuori dal Paese a “calci nel culo”. Una foglia di fico, tra l’altro, utile pure ad un altro scopo: spezzare i legami di solidarietà tra i migranti per metterli gli uni (gli “integrati”, i “regolari che però si sono naturalizzati e che hanno rinunciato ad ogni residuo della loro cultura d’origine”) , contro gli altri (i “clandestini”, ma pure certi impenitenti regolari –se non anche neo cittadini italiani- che ancora non disdegnano di andare in moschea o di mettersi a ballare la danza del fazzoletto al matrimonio di un loro cugino).

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  6. Beh Daniele hai proprio ragione. E' molto più semplice concentrarsi sui fatti circostanziali e l'elezione di una signora di colore nella Lega è proprio un fatto circostanziale, non ti pare?
    La xenofobia e il razzismo della Lega però di norma si fermano ad uno step precedente, ovvero alle parole di qualche esagitato, siccome sono però i fatti a fare la differenza e non le parole, come tu e Salvini mi insegnate, forse sarebbe il caso di rifletterci un minuto.
    Poi guarda, noi la candidatura della Cane l'abbiam agitata QUI davanti a TE, ma non mi pare proprio che a livello nazionale sia stata portata in trionfo su un carro da buoi davanti a tutti i TG. Al contrario la cosa è passata nel silenzio e non c'è stato sbandieramento, al contrario di quando il PD face eleggere il primo parlamentare di colore. Quella è una foglia di fico, non la nostra. Quanto agli islamici è vero, c'è un problema ma si tratta di un problema di fiducia, fiducia che non puoi distribuire gratis, in particolare difronte ad una cultura oggettivamente molto invasiva, dove la donna è ad un livello intermedio fra la bestia e la persona e che ha fra i suoi precetti più importanti quello dalla "taqiyya" ovvero dell'arte della dissimulazione di fronte agli infedeli. La foglia di fico star nel fingere che queste cose non esistano o nel fare spallucce se nelle sedicenti moschee ci son fronde di imam improvvisati che predicano alla guerra santa. Dobbiam far finta che queste cose non accadano o che siano marginali? La fiducia te la conquisti con i fatti, non è qualcosa di scontato, anzi..
    Ultima cosa poi... la solidarietà fra gli immigrati? (scusa se uso questo brutto termine, ma sono un fanatico della semantica e MIGRANTE a casa mia è un participio che si dovrebbe usare per chi STA MIGRANDO e non per chi è gia MIGRATO, a me sto scambio di parole per rendere la pillola più dolce mi sembra squallidino ma lasciam stare). Mi pare semplicistico e ingenuo come ragionamento perchè se conoscessi la situazione nel concreto sapresti molto bene che le differenti nazionalità che abbiam l'onere di ospitale fra di loro spesso e volentieri si DESTESTANO. ho sentito marocchini parlare malissimo dei rumeni, pakistani dire le peggio cose degli indiani e dei magrebini e via discorrendo. La solidaerietà che tu paventi esiste solo internamente ai vari gruppi ma non esiste fra i gruppi e sopratutto non esiste con gli italiani. Quando lavori per quattro anni a contatto con questi signori (a stretto contatto aggiungo) te ne rendi conto perfettamente.
    La xenofobia è la paura dello straniero ma la paura esiste nell'animo umano per avvertire la persona di un pericolo imminente, ridurala a pseudo patologia mentale o a timore sterile è molto riduttivo e spannometrico, senza contare che peggiore della xenofobia è la xenomania, termine in disuso oggi ma perfettamente conosciuto gia nel 1700 dai pensatori, pensiero pericoloso che abbraccia tutto quanto è straniero sminuendo quanto vi è di interno. La sindrome da "senso di colpa post WWII" sarebbe anche ora di lasciarcela alle spalle, senza contare che mi piacerebbe sapere da voi che non spendete una parola sui flussi migratori e sul CONCRETO del problema quale lavoro dare a tutto questo esercito di disperati che sceglie l'Italia come meta di migrazione, che poi anche a questo riguardo ci sarebbe da far un pensierino semplice semplice: cosa li spinge qui? la nostra ospitalità, la nostra bontà? Oppure il fatto che qui fino a poco tempo fa non esistevano praticamente regole di gestione dell'immigrazione. E' fatale se il presupposto è questo arrivare alla conclusione che l'immigrato che si vuole integrare e lavorare sceglie un'altra più consona patria fra il ventaglio di paesi OCSE, mentre chi ha delle riserve sul lavoro preferisce l'Italia. Del resto è stato proprio il governo romeno a dirci che il 40% dei latitanti del loro paese sceglie l'Italia... tutto casuale? Sarà, ma alle casualità in politica ci credo poco.
    E scusa per la pappardella

    Emme

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